Venerdì 27 Settembre 2024
ELENA G. POLIDORI
Politica

Il Movimento spaccato. Grillo attacca Conte. L’ex premier: faccia pure non dipendiamo da lui

Ancora scintille all’indomani dell’incontro tra il guru e i vertici del M5S. Il comico sul presidente: Berlusconi da morto ha fatto meglio di lui. Fredda la replica: il nostro destino è nelle mani dei militanti, non delle sue.

Il Movimento spaccato. Grillo attacca Conte. L’ex premier: faccia pure non dipendiamo da lui

Il Movimento spaccato. Grillo attacca Conte. L’ex premier: faccia pure non dipendiamo da lui

In altri tempi sarebbe rimasto in silenzio, pronto a rimettere in discussione la linea politica per via di una battuta dell’Elevato, capace di terremotare la base parlamentare (e non solo) del Movimento. Stavolta no. Dopo l’ennesima uscita infelice di Beppe Grillo su un Giuseppe Conte leader che ha portato meno voti da vivo di "Berlusconi da morto" e dunque non più in grado di guidare i 5 stelle, secondo il padre nobile, il Presidente grillino non ha lasciato correre, e complice una giornata piena alla Camera, dove già dal mattino si respirava la voglia di risposta tra i banchi dei 5 stelle, Conte ha replicato a Grillo colpo su colpo: "Il destino del Movimento non è nella mani di Beppe Grillo", ha detto, lapidario, l’ex premier, quasi a voler rispondere, con una sola frase a quella raffica di battute che Grillo, lunedì sera, a Fiesole, aveva dedicato al Movimento, durante il suo spettacolo "Io sono un altro".

"Non so con Conte come andrà a finire, deve capire che io sono essenziale. Io e Casaleggio eravamo temperamenti diversi, bisticciavamo più volte al giorno ma abbiamo creato una cosa meravigliosa", aveva detto il Garante, ironizzando – appunto – sul risultato elettorale delle Europee.

Ecco, dunque, la replica di Conte: "Il destino del Movimento non è nella mani di Grillo, ma nelle mani di un’intera comunità che deciderà del suo futuro all’assemblea costituente del prossimo settembre. Questa riflessione è già iniziata. L’assemblea congiunta, il consiglio nazionale: hanno parlato tutti e quindi abbiamo rinviato per le decisioni a questa assemblea costituente". E ancora: "Di essenziale non c’è la singola persona – haproseguito il leader – di essenziale c’è la comunità che ormai è fatta da gente seria, matura, che deciderà del proprio destino". Proprio nei giorni successivi alla batosta elettorale delle Europee, tra l’altro, lo stesso Conte aveva incontrato Grillo a Roma. "Noi abbiamo parlato a lungo. Un’ora e mezza. Abbiamo scherzato, riso, l’ho lasciato in ottima forma - ha ricordato Conte - Assolutamente coinvolto e pimpante. Poi lasciamogli liberamente fare le battute che ritiene", ha aggiunto Conte, citando un altro passaggio dello spettacolo di Grillo: "La battuta su ‘Draghi grillino’, invece, è quella usata dal fondatore per sostenere l’appoggio dei 5 stelle al governo guidato dall’ex presidente della Bce che, a giudizio dell’attuae presidente stellato "ha fatto più male al Movimento di quella su Berlusconi".

Ma a "far male" al Movimento con critiche severe dall’esterno ieri è stata anche l’ex sindaca di Roma, Virginia Raggi, da tempo ai margini ma con una gran voglia di tornare come leader con una ricetta tutta sua: "Serve velocemente una fase ri-costituente. Si deve creare un’agenda, parlare di temi e non di leadership o regolamenti – ha detto Raggi – Ripartire dalla nostra identità, dai nostri metodi e lavorare sul coinvolgimento dei cittadini alla gestione della ‘cosa pubblica’, correggendo quello che magari non ha funzionato, ma senza snaturarci completamente". Opionione non condivisa da Conte: "Che significa ritornare alle origini? Significa restart, rewind? Il contesto politico e sociale è completamente mutato. Se non lo riesci a interpretare, sei sempre più fuori", ha detto l’ex premier. E a chi gli ha chiesto se il campo prescelto dai 5 stelle fosse quello progressista, Conte ha risposto: "Assolutamente, poi se qualcuno ha inclinazioni di destra ne tragga le conseguenze".

Insomma, dopo la debacle elettorale, il dibattito nei 5 stelle resta vivo, anche se la maggior parte degli elletti nelle Camere ritiene che quella del fondatore M5s sia stata un’uscita di cattivo gusto, "un modo per far male al Movimento e al contempo per fare pubblicita’ al suo spettacolo, quando sul tavolo – dopo il risultato negativo delle elezioni dell’8 e del 9 giugno – restano questioni aperte, come il superamento del vincolo del secondo mandato e una nuova piattaforma programmatica che vada anche al di la’ dei tradizionali cavalli di battaglia stellati.

Questioni che personaggi come l’ex ministro, Danilo Toninelli, però non colgono; "Il Movimento è Grillo", la sua tesi. Che "tutti gli altri se ne facciano una ragione".