"Parlare così degli uomini fa male". Lo ha evidenziato il segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Baturi, parlando, nella conferenza stampa di fine Consiglio episcopale permanente d’inverno, della posizione del presidente Usa Donald Trump rispetto ai migranti e alle promesse deportazioni di massa.
"A noi – ha spiegato Baturi –, interessano la dignità dell’uomo e la protezione della vita che si misura con l’accoglienza e l’accompagnamento. Da qualsiasi parte arrivino prese di posizione o parole che si rivelano di danno alla dignità dell’uomo troveranno sempre il nostro dissenso. Dico parole perché parlare così degli uomini fa male da qualunque parte provengano". Il commento della Cei arriva dopo un silenzio “assordante“ dell’episcopato statunitense, che ha espresso la volontà di collaborare con Trump, nonostante la portata dei suoi proclami.
Nelle parole del segretario generale della Cei c’è spazio anche per uno sguardo alla politica italiana e al movimento al centro che sta animando il centrosinistra, con i due incontri di Orvieto e Milano della scorsa settimana, con un accenno alla "urgenza di una rinnovata presenza dei cristiani nella vita politica del Paese e dell’Europa", un segno che "a fronte della rarefazione della partecipazione alla vita politica e sociale, va colto, incoraggiato e accompagnato, nella consapevolezza che il Vangelo non è avulso dalla realtà, ma ha a che fare con la concretezza della vita".
Ciò nonostante il ruolo della Chiesa, ha ribadito Baturi, non sia nell’agone politico: "Noi non abbiamo un progetto politico-partitico, ma registriamo un desiderio di partecipazione dei cattolici molti dei quali già impegnati nella società". Quindi i vescovi guardano "con fiducia a queste esperienze".