Giovedì 9 Gennaio 2025
COSIMO ROSSI
Politica

Il governo e i satelliti di Musk. Crosetto in aula: nessun accordo: "Ma l’interesse è d’obbligo"

ll ministro della Difesa risponde alle opposizioni e conferma la linea dei giorni scorsi. Non ci sono contratti, solo un’interlocuzione. L’opposizione: così si affossa l’iniziativa europea.

ll ministro della Difesa risponde alle opposizioni e conferma la linea dei giorni scorsi. Non ci sono contratti, solo un’interlocuzione. L’opposizione: così si affossa l’iniziativa europea.

ll ministro della Difesa risponde alle opposizioni e conferma la linea dei giorni scorsi. Non ci sono contratti, solo un’interlocuzione. L’opposizione: così si affossa l’iniziativa europea.

Palazzo Chigi e il ministero della Difesa non hanno firmato "alcun contratto" né hanno "concluso accordi" con SpaceX, la società di Elon Musk. È quanto ribadisce il titolare del dicastero, Guido Crosetto, rispondendo al question time alla Camera sulle indiscrezioni circolate negli ultimi giorni. Per il ministro, però, la Difesa "è interessata, anzi forse obbligata", a rivolgersi alla costellazione satellitare Starlink per integrare efficacemente le capacità di connessione. Anche perché il progetto europeo pubblico/privato concorrente Iris2 sarà operativo solo nel 2030.

Nessun accordo, dunque. Ma i la rete dei quasi 7 mila (destinati a superare i 40 mila) satelliti lanciati dall’azienda di Musk in orbita bassa è di fondamentale interesse per le crescenti esigenze di comunicazione dello Stato e della Difesa che, come rileva il ministro, sono spesso chiamati "ad operare a grande distanza" e richiedono perciò "comunicazioni affidabili, sicure e continue" che i satelliti a bassa quota (550 chilometri) garantiscono anche molto più rapide e efficaci rispetto alle attuali reti geostazionarie (35mila chilometri).

Ma non solo. Perché anche sul piano commerciale Starlink, già operativo in Italia come servizio internet satellitare dal 2021, potrebbe concorrere a tamponare le cospicue falle e i ritardi del programma "Italia a 1 Giga", che utilizza 3,65 miliardi di euro del Pnrr per cablare con la fibra ottica aree remote del Paese entro giugno 2026, ma rischia sempre più di mancare l’obiettivo. La quantità di trasmissione dati satellitare è minore (anche rispetto agli standard previsti dal programma del Pnrr), ma la copertura maggiore rispetto a quella dalle due società appaltatrici, Open Fiber e Fiber Cop (azienda della rete nata dallo scorporo di Tim). Il primo test potrebbe essere svolto in Lombardia, dove Stato e Regione stanno predisponendo un bando per la copertura delle cosiddette "aree bianche" che potrebbe aprire, seppur in via transitoria, alla società del magnate sudafricano.

Interessi e implicazioni di Starlink in Italia sono insomma molteplici. E non risalgono certo alla visita lampo della premier Giorgia Meloni da Donald Trump a Mar-a-Lago per risolvere il caso di Cecilia Sala e alla quale avrebbe fatto da sensale proprio Musk, per quanto assente all’incontro. Le indiscrezioni di Bloomberg riguardo a un accordo tra Italia e SpaceX per 5 anni di utilizzo della rete Starlink a 1,5 miliardi di dollari presagiscono solo l’esito dei contatti già in corso. Lo stesso ministro Crosetto aveva esposto la situazione nelle commissioni parlamentari spiegando che al momento i satelliti di Musk sono gli unici già operativi e disponibili. L’unica concorrente già operante è la cinese Thousand Sails Constellation, che prevede lancio di 15mila satelliti in orbita bassa per la fornitura di servizi internet globali, entro il 2030. È quella a cui si è rivolta il Brasile scaricando Musk, ma l’Europa non può.

Affidarsi a monopolisti stranieri privati, condividendo dati e software di crittografia, pone ovviamente rilevanti problemi di sicurezza. La cosa non sfugge agli stessi esponenti di maggioranza. Ma il problema vero è la prospettiva di competitività dell’Europa e delle aziende hi-tech italiane, a cominciare da Leonardo. Il rischio paventato dall’opposizione, è che Starlink soffochi il già claudicante progetto Iris2 affidato al consorzio SpaceRise, che riunisce operatori satellitari leader in Europa (SES, Eutelsat e Hispasat) e grandi aziende (Telespazio, Airbus e Thales) per fornire connettività sicura a governi, aziende e cittadini, compresa la banda larga ad alta velocità nelle aree meno coperte, con una rete di quasi 300 satelliti che dovrebbe entrare in opera dal 2030. Concorrenza di Starlink permettendo.