Venerdì 3 Gennaio 2025
COSIMO ROSSI
Politica

Cecilia Sala, il governo alza la voce: "Liberatela subito". I timori sulla sua salute

La richiesta ufficiale a Teheran sulla giornalista italiana in carcere da giorni. La partita a tre con Stati Uniti e Iran: la 29enne oggetto di una ritorsione.

Roma, 2 gennaio 2025 – "Garanzie totali sulle condizioni di detenzione" e "liberazione immediata" della giornalista Cecilia Sala. È quanto chiede l’Italia in una nota verbale ufficiale della Farnesina consegnata ieri al governo iraniano attraverso l’ambasciatrice Paola Amadei. Una richiesta a margine della quale la Farnesina fa trapelare la "preoccupazione" per le effettive condizioni di detenzione in isolamento della 29enne Sala, riguardo cui non ci sono riscontri dopo la visita dell’ambasciatrice Amedei, per ottenere la quale era stata persino omessa la notizia dell’arresto.

Il governo alza la voce: "Liberate subito Sala". I timori sulla sua salute
La richiesta ufficiale a Teheran sulla giornalista italiana in carcere da giorni. La partita a tre con Stati Uniti e Iran: la 29enne oggetto di una ritorsione.

Dopo oltre dieci giorni di diplomatica consegna del riserbo, Roma alza quindi la voce sul caso della giornalista fermata il 19 dicembre scorso con l’accusa di aver "violato le leggi della Repubblica islamica". L’arresto di Sala, effettuato alla vigilia della ripartenza dopo una settimana di soggiorno con regolare visto giornalistico, per detta degli stessi addetti al comparto sicurezza è la ritorsione per il precedente fermo, il 16 dicembre, del cittadino svizzero-iraniano Mohamed Abedini Najafabadi, effettuato dalle autorità italiane all’aeroporto di Malpensa su mandato Usa, accusato di terrorismo in quanto sospettato di fornire tecnologia all’Iran utilizzata per un attentato in Giordania dovo sono rimasti vittime dei soldati americani. Sala si sarebbe insomma ritrovata pedina innocente e vittima della cosiddetta diplomazia degli ostaggi, altre volte praticata da Teheran, in una partita a tre con Washingon e Roma. In soldoni: l’Iran vorrebbe ottenere che l’Italia neghi l’estradizione negli Usa di Abedini in cambio della liberazione di Sala.

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Cambio di passo

La mossa della Farnesina segna insomma un cambio di passo probabilmente necessario nella strategia portata avanti in questi giorni dal governo: a cominciare dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, la premier Giorgia Meloni, in sottosegretario con delega ai servizi Alfredo Mantovano e il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Gli iniziali inviti al riserbo erano finalizzati ad accertare le condizioni e favorire il dignitoso trattamento della connazionale, che però non è stato più possibile accertare dopo la prima visita. Dal momento in cui è sempre più lampante il nesso con l’arresto di Abedini e che le imputazioni nei riguardi di Sala risultano probabilmente per questo assai vaghe, adesso perciò l’Italia deve prendere l’iniziativa.

Come sta Sala?

Innanzitutto è fondamentale accertare le condizioni di Sala, che dovrebbe essere in isolamento protettivo in cella singola nel penitenziario di Evin, il carcere per prigionieri politici alla periferia nord-est di Teheran. Stato di detenzione, accesso a generi di conforto, possibilità di contattare famigliari, legali e ambasciata rimangono incognite, nonostante Teheran abbia fornito i contatti per l’assistenza legale. Dalla Farnesina fanno notare che "i tempi e le modalità di detenzione saranno un’indicazione univoca delle reali intenzioni e dell’atteggiamento del sistema iraniano nei confronti della Repubblica italiana". Riguardo cioè a quanto la Repubblica islamica intenda tirare la corda montando o meno imputazioni, com’è accaduto nel recente passato anche nel caso di un diplomatico svedese, fermato con l’accusa di spionaggio all’arrivo per turismo e rilasciato dopo quasi due anni in cambio di un funzionario di polizia all’ergastolo in Svezia. L’Italia chiede un nuovo incontro della detenuta con l’ambasciatrice dopo quello del 27 dicembre, una settimana dopo l’attesto.

Partita a tre

"Spero che possa esserle concesso in tempi rapidi", dice il ministro Tajani ribadendo che si sta "lavorando con grande discrezione per risolvere questo intricatissimo problema: ce la stiamo mettendo tutta, siamo in contatto con la famiglia costantemente". Le contestazioni mosse alla giornalista, che attende a breve assistenza legale, appaiono generiche e non comperano quella (passibile di morte) di spionaggio, a conferma che l’obiettivo delle autorità iraniane è lo scambio col rifiuto di estradare Abedini in America. Nella prossima decina di giorni i giudici milanesi sanano chiamati a decidere sulla richiesta avanzata dagli Usa. Ma prima ancora la corte dovrà decidere sulla richiesta di arresti domiciliari presentata dal legale Alfredo De Francesco per il 38enne svizzero-iraniano detenuto nel carcere di Opera e che si professa "uno studioso" e si dichiara "stupito" per l’arresto. Il suo, del resto, è effettivamente il profilo di un tecnico, che forse interessa agli Usa proprio per le competenze più che per effettive responsabilità e per lo stesso motivo Teheran preferisce libero.