Giovedì 6 Febbraio 2025
GIOVANNI ROSSI
Politica

Il fuoco di fila. Da Schlein a Conte e Renzi: "La premier sta scappando"

Dura la segretaria dem: "Siete gli avvocati difensori di un torturatore". Il leader M5s mostra un avviso di garanzia: li ricevevo anche io e non l’ho detto.

Elly Schlein, 39 anni, segretaria del Partito democratico, durante il suo intervento ieri alla Camera

Elly Schlein, 39 anni, segretaria del Partito democratico, durante il suo intervento ieri alla Camera

Il ministro Nordio? "Avvocato difensore di un torturatore", si accende la segretaria del Pd Elly Schlein. "Peggio! Scandaloso. Non il difensore", ma "il giudice assolutore: si dovrebbe vergognare", rincara l’accusa il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. Dalla Camera al Senato, la doppia informativa del governo sul caso Almasri incassa le critiche feroci dell’opposizione mai così martellante e unita. L’operato del ministro della Giustizia Carlo Nordio ottiene il massimo della disistima. Appena meglio va al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. "Imbarazzato Piantedosi, nel vedere che le forze dell’ordine arrestano un criminale e la politica lo libera. Imbarazzante Nordio, con il suo latinorum sul nulla. Almasri ha violentato bambini, torturato donne, ucciso persone, e voi lo avete rimandato in Libia con volo di Stato e tricolore", grida il leader di Italia Viva Matteo Renzi.

"Ministro – chiede a Nordio il segretario di +Europa Riccardo Magi –, che fine ha fatto il codice dei crimini universali? Anche su questo dovete rispondere al Parlamento e al Paese". La vicenda Almasri è "un’onta di infamia sulla storia delle istituzioni", dichiara Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana mostrando l’immagine di una bambina torturata. E aggiunge: "Avete raccontato bugie, siete degli imbroglioni". Gli addebiti lievitano e poi precipitano come macigni. "Abbiamo assistito a una pagina indecorosa del Paese. Due ministri venuti a delegittimare due istituzioni. In particolare Nordio: ha attaccato la Corte penale internazionale e trasformato quest’Aula in un comizio", protesta il portavoce dei Verdi Angelo Bonelli.

"Mi chiedo se vi siete parlati prima di riferire in Parlamento", ironizza Julia Unterberger, presidente del Gruppo per le Autonomie, rivolgendosi ai ministri in Aula: "Le vostre ricostruzioni non combaciano. Siete talmente ossessionati sul disciplinare i flussi dei migranti, che accettate tutto, anche che vengano torturati e uccisi da criminali da voi pagati: uno di questi lo avete appena salvato perché possa continuare il suo lavoro. Andate a vedervi la stampa estera", è il suggerimento. Nordio viene ribaltato così: "Fa il garantista nei confronti della Cpi con i tipici mezzi che sono il male profondo della giustizia italiana: una serie di cavilli formali e nulla sulla sostanza. Sarebbe stato il caso di convalidare l’arresto, poi il difensore di Almasri avrebbe avuto tutto il tempo per contestare le presunte nullità".

Giorgia Meloni è il fantasma di giornata. "Meloni scappa, dovrebbe essere la presidente del Consiglio, è la presidente del ‘coniglio’. Un atto di viltà istituzionale", è la bacchettata di Schlein, che nel merito giuridico strapazza Nordio: "Il ministro “deve trasmettere gli atti” della Cpi. Accusa noi “di non aver letto le carte“, ma lei non ha letto la legge e l’ha violata. Chi le ha chiesto di stare fermo? Palazzo Chigi? La verità è che vi vergognate, per questo mentite". Ancora: "Meloni diceva che avrebbe dato la caccia ai trafficanti di tutto il mondo, invece li rimanda a casa con il rimpatrio più veloce". E al termine dell’intervento, tutto il gruppo Pd mostra i cartelli “Meloni dove sei?”, “Meloni patriota in fuga”. "È l’Omino di burro di Pinocchio, forte coi deboli e debole coi forti", denuncia Renzi: "Una vile", altrimenti "sarebbe venuta qui".

Conte agita un foglio, l’avviso di garanzia ricevuto quando era presidente del Consiglio: "La procura ha mandato anche a me l’avviso di persona indagata, è una semplice informazione, ma non ho mai detto una parola". Ancora: "Noi siamo diversi da voi. La legge la rispettiamo e vi contrasteremo in ogni modo: non vi auguriamo una condanna, ma la condanna politica e morale gli italiani ve l’hanno già data", assicura il leader pentastellato rimproverando all’esecutivo "irresponsabilità politica, riprovevolezza morale, insipienza giuridica". Per Carlo Calenda, leader di Azione, "siamo davanti a una generale sagra dell’ipocrisia". Spiega: "Non si può sostenere che per la sicurezza nazionale si scarcera" Almasri e poi lo "si accompagna dove ha commesso i delitti. Esiste anche una gravitas e una dignità della ragione di Stato". Invece "le istituzioni si sono contraddette": prima non rispettando il "mandato della Cpi" e poi regalando "un carosello in Libia" a "questo bandito: ma mollatelo nel deserto! Non a casa davanti ai suoi sostenitori".