Domenica 9 Marzo 2025
MASSIMILIANO MINGOIA
Politica

Il fu ’Salva Milano’. Il Pd affossa la legge. E Sala scarica l’assessore

Dopo l’arresto dell’ex dirigente del capoluogo lombardo Oggioni, la segretaria dem Schlein dà il colpo di grazia al decreto: morirà in Senato. I dubbi della maggioranza. Il sindaco oggi accetterà le dimissioni di Bardelli (Casa).

Giuseppe Sala, 66 anni, è sindaco di Milano dal 2016

Giuseppe Sala, 66 anni, è sindaco di Milano dal 2016

Di prima mattina, la segretaria del Pd Elly Schlein lancia la bordata: "Il decreto Salva Milano? A questo punto muore in Senato". I dem cavalcano la posizione assunta mercoledì, dopo l’arresto per corruzione dell’ex dirigente del Comune Giovanni Oggioni, dal sindaco Giuseppe Sala ("gli elementi di novità, e purtroppo di maggiore gravità, descritti negli atti di accusa inducono questa amministrazione a non sostenere più la necessità di proseguire nell’iter di approvazione del Salva Milano").

Il Pd, che già aveva dubbi sul merito del decreto ed era pronto a presentare emendamenti per rimandare il testo alla Camera, coglie la palla dell’inchiesta al balzo per chiedere, con il presidente dei senatori dem Francesco Boccia, di "sospendere l’iter parlamentare della norma", che puntava a sbloccare lo stallo urbanistico provocato da alcune inchieste della Procura di Milano su ristrutturazioni diventate nuove costruzioni grazie a una semplice Scia.

Le forze politiche di centrodestra in Senato, invece, sono tentate di andare avanti con il Salva Milano, ma nessuna decisione è stata ancora presa e i dubbi sul decreto, alla luce degli ultimi sviluppi giudiziari milanesi, crescono. Martedì ci sarà un vertice di maggioranza per decidere il da farsi. Nella scelta finale peseranno le dichiarazioni di ieri di Sala: "Non è che il Salva Milano fosse in grande salute. Ma, dopo quello che abbiamo saputo, mi è sembrata una cosa onesta e matura fare un passo indietro. Il Comune si costituirà parte civile nel procedimento".

L’arresto di Oggioni fa dire al primo cittadino che "quanto accaduto mi fa pensare che delle mele marce ci siano". Sala ha anche un altro problema da risolvere: il destino dell’assessore alla Casa Guido Bardelli, reo di aver detto "dobbiamo far cadere questa Giunta" in un’interrogazione telefonica relativa a un dialogo del dicembre 2023 tra lo stesso Bardelli, non ancora assessore, e Oggioni. Il sindaco annuncia "vedrò Bardelli domani mattina (oggi, ndr) e prenderemo una decisione. Umanamente mi spiace, perché in questi mesi si è fatto apprezzare un po’ da tutti. In più, è stato rapido a mettere in piedi il Piano per i 10 mila nuovi alloggi. Portare avanti questo Piano, ora, è uno dei problemi che ho". Parole che sembrano dare per scontato che da oggi Bardelli non sarà più in Giunta.

"Le sue sono singole frasi che possono scappare ("dobbiamo far cadere questa Giunta", ndr) – commenta il numero uno di Palazzo Marino –. Certo, in quel momento Bardelli non era in Giunta, però è chiaro che anche lui è consapevole che la situazione non è semplice. Se mi aspetto le sue dimissioni? Vedremo domattina (oggi, ndr)".

Secondo alcune indiscrezioni, c’è già un accordo tra Sala e Bardelli: l’assessore si presenterà all’incontro con una lettera di dimissioni, che il sindaco accetterà. Una formula per rendere meno traumatica l’inevitabile rottura tra i due. Il sindaco, intanto, esclude un rimpasto ampio e si tiene aperte l’opzione politica e quella tecnica per il dopo Bardelli, che lo scorso luglio aveva preso il posto di un assessore del Pd, Pierfrancesco Maran, eletto all’Europarlamento.

Per l’assessorato alla Casa, dunque, spuntano i nomi di due dem, Federico Bottelli o Bruno Ceccarelli, rispettivamente presidenti delle commissioni Casa e Rigenerazione urbana del Comune, ma vengono citati anche due tecnici, il presidente del Consorzio Coop Lavoratori Alessandro Maggioni e l’urbanistica del Politecnico Matteo Bolocan, gradito al Pd. C’è un altro scenario: Sala che mantiene le deleghe alla Casa. Opzione faticosa, perché per completare il Piano Casa serve un impegno costante.