Sabato 31 Agosto 2024

Il forum dei sovranisti. Orvieto si colora di rossobruno. E arrivano pure i russi

Nella cittadina umbra la kermesse organizzata da Gianni Alemanno. L’ambasciatore di Mosca in Italia attacca gli Stati Uniti e la Nato. Trecento persone in sala: "Vogliamo un mondo multipolare".

Il forum dei sovranisti. Orvieto si colora di rossobruno. E arrivano pure i russi

Gianni Alemanno e l’ambasciatore russo Alexey Paramonov al forum di Orvieto

ORVIETO (Terni)

"Rossobruno? No, sovranista e me ne vanto". I 36 gradi che martellano alle 15.30 piazza del Popolo a Orvieto disegnano sulla sua maglia arabeschi sudati. Ma non tolgono il fiato al biondino, 30 anni appena, mentre infila gli archi del Palazzo del Capitano del Popolo. "Sono qui per costruire la pace ed evitare che l’Europa nel mondo multipolare la metta a rischio".

Il mantra è da congrega, gli occhi sono sinceri. Quelle parole, un’ora dopo le ripete pure Alexey Paramonov, ambasciatore russo a Roma. Viene accolto in sala con una standing ovation: è uno dei pesi massimi invitati al Forum dell’Indipendenza Italiana, la tre giorni coordinata dal Movimento Indipendenza e dal suo segretario, l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Che annuncia: "Abbiamo rotto un tabù, per costruire la pace bisogna parlare anche con la Russia. Non possiamo lasciare questo ruolo al solo Orban". E Paramonov gongola serio: "I media occidentali instillano la paura e la minaccia dell’imperialismo russo. Ma il pericolo viene dalla crescente dipendenza dagli Usa".

L’evento è per chi vuol superare a destra Fratelli d’Italia e crede nel partito di Alemanno, nato nel 2023, che alle amministrative ha piazzato presenze nelle liste di 54 comuni. Così a destra da sbucare a sinistra tra i no Nato e, forse, il Gramsci conservatore. A un tiro di schioppo da Roberto Vannacci (invitato fra i relatori). In una parola: sovranisti. Una marmellata rossobruna che scioglie destra e sinistra. Dove il biondino non sguazza solo.

Con lui ci sono 300 persone: si conoscono e salutano in sala mentre l’inno di Mameli apre la convention. Over 50 con poche eccezioni, delusi da FdI e M5s. Tutti sul cucuzzolo di Orvieto, sbranato dall’afa, per ascoltare il parterre de roi che fino a domani discuterà di tutto: guerra, pensiero unico e mondo multipolare. "Quello – spiega il biondo – non più trainato dall’unipolarismo americano, ma con più poli".

Orvieto è un luogo del cuore per la destra sociale: quello di 20 anni di incontri e dell’opposizione a Fini in An. Ma oggi il mirino è su Giorgia, accusata di intascare voti sovranisti, ma essere ombra di Bruxelles. "Il Forum di Orvieto – esordisce Alemanno – serve a dare un’interpretazione della nuova ondata del sovranismo e capire perché solo l’Italia è rimasta bloccata dall’impostazione conservatrice di Meloni". Con lui Massimo Arlechino, presidente del movimento, ex pubblicitario innamoratosi di An nel 1995: fu lui a disegnarne il simbolo. "Assistiamo a un declino culturale di questo Paese per la perdita di indipendenza" dice Arlechino. Parla pure di vaccini. Ma qui i no vax sono pochi e il panel è di tutto rispetto. C’è l’economista Jeffrey Sachs, Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, Matthias Moosdof di Alternative fur Deutschland, padre Aniello Manganiello, prete anti camorra, lo storico Franco Cardini. C’è pure Stefano Patuanelli, capogruppo M5s in Senato. La sua presenza fa infuriare la deputata Pd, Lia Quartapelle, e vacillare il campo largo. "Presenza ambigua sulla guerra in Ucraina" lo azzanna lei.

Sì, ma cosa accomuna tutti? Nulla. E quindi tutto: ridar voce al popolo. "Il sovranismo sociale – spiega Alemanno – deve essere rottura col pensiero unico". Paramonov snocciola il punto di vista russo. "Le azioni Usa ostacolano la cooperazione internazionale e la costruzione di un mondo più giusto". La soluzione? Schivare la Nato. "Se ai tempi della guerra di Crimea ci fosse stata il conflitto sarebbe durato decenni". E poi: "Per contenere Russia, Cina e altri Paesi che sfidano l’egemonia, gli americani sono pronti a mettere sotto tiro l’intero Occidente con misure boomerang". Sì, ma la pace, quella per cui il biondo è venuto qui? E l’ospedale pediatrico di Okhmatdyt bombardato il 9 luglio, secondo Zelensky, dai russi? La risposta a Orvieto non c’è. In fondo, Stalin, masticava amaro: una morte è una tragedia, un milione sono statistica.

Claudio Capanni