Lunedì 15 Luglio 2024
ELENA G. POLIDORI
Politica

Il duello nel governo. FdI frena sulla riforma e studia un tetto per le intercettazioni

Il partito di Meloni valuta emendamenti per non sfavorie le indagini. Sul tavolo l’ipotesi di togliere il limite temporale e puntare sulle motivazioni.

Il duello nel governo. FdI frena sulla riforma e studia un tetto per le intercettazioni

Il duello nel governo. FdI frena sulla riforma e studia un tetto per le intercettazioni

Le polemiche sul ddl Nordio non si placano e non solo per la cancellazione del reato d’abuso d’ufficio, ma anche per gli altri capitoli di una legge che Forza Italia rivendica con orgoglio e che, però, già prevede all’orizzonte dei cambi di rotta. Ulteriori. Su un fronte altrettanto caldo, quello delle intercettazioni. Ieri il ministro Nordio ha chiarito di stare al governo solo con l’intento di portare a casa le riforme richieste. Poi "dirò alla presidente Meloni, cui sono grato per la fiducia che mi ha accordato, che tornerò alle mie letture". Ora, però, si parla addirittura di ‘amnistia mascherata’ sul fronte dell’abuso d’ufficio ("non è amnistia, ma un principio del diritto", ha risposto il ministro), ma il nodo delle intercettazioni agita la maggioranza.

La proposta di legge sul tetto alle intercettazioni per ora non c’è, ma il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, ieri ha lanciato un sasso. "Sappiamo che Forza Italia è per un garantismo assoluto, che condividiamo, ma noi cerchiamo anche un un punto di equilibrio tra la tutela della persona e la possibilità di condurre indagini sempre efficaci". Tradotto: il partito di Meloni sta valutando la possibilità di presentare emendamenti al testo, già passato in commissione, del ddl Zanettin sul tema,che preveda un tetto base di 45 giorni per le intercettazioni. Ma su questo nessuno si sbilancia: servirà un confronto sia dentro il gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia, sia con gli alleati prima dell’approdo in Aula. Alla base della decisione di andare con i piedi di piombo forse ha pesato l’intervento del presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia ("credo sia poco accorto stabilire un tetto massimo senza considerare le concrete necessità investigative"), o forse solo le sensibilità diverse dei due partiti in materia di giustizia. "È un tema su cui confrontarci e concordo con Delmastro che sia importante arrivare a una motivazione forte per la proroga delle intercettazioni, che è ancora più importante di fissare un termine di durata più o meno lungo", chiarisce Gianni Berrino, capogruppo FdI in commissione Giustizia del Senato. Nel merito della sua proposta, il termine dei 45 giorni non sarebbe improrogabile. Trascorso quel periodo, se non ci sono altri argomenti, si bloccano. Se invece sono intervenuti altri elementi si fa richiesta e le intercettazioni si possono prorogare. All’origine della riforma delle intercettazioni c’è un’indagine conoscitiva portata avanti lo scorso anno dalla commissione competente guidata da Giulia Bongiorno. Nelle conclusioni si legge: "L’effettività dei presupposti delle intercettazioni (si pensi a quello di indispensabilità) dipende anche dalla loro durata. Questa, infatti, potrebbe diventare incompatibile con l’inviolabilità della segretezza e della libertà delle comunicazioni". Si invita, dunque, a"un supplemento di riflessione dell’attuale disciplina".