La "zampata del leone", la chiama Danilo Toninelli; "un tentativo di sabotaggio", secondo Giuseppe Conte. Di Beppe Grillo, domenica all’Eur, dove il M5s aveva “ucciso“ il padre fondatore, non s’era vista traccia. E ieri si è capito perché; l’Elevato, il Garante, insomma lui, l’anima del vaffa della fondazione stellata, non molla la sua creatura e lancia il guanto della sfida. Forte del punto "I" dello statuto in vigore, Grillo ha deciso di impugnare la votazione che lo ha disarcionato per riconquistare la leadership perduta. La sua vendetta, insomma, è appena cominciata.
Il fondatore del Movimento combatterà su ogni terreno legale e politico la sua battaglia contro i contiani con l’obiettivo dichiarato di sfidare di nuovo Conte sul quorum con l’arma dell’appello all’astensione da parte degli iscritti, personalizzando – in questo modo – il nuovo voto. I dissidenti, ovvero la minoranza movimentista stellata, la spiegano così: "Se i sì alla cacciata sono meno di 35mila, devono trovare altri 10mila votanti". Come a dire: se c’è stata manipolazione della volontà degli iscritti, in questo modo non la si potrà ripetere.
Già dalla mattinata di ieri, tuttavia, c’era chi, come l’ex ministro Danilo Toninelli, annunciava burrasca: "Qui si è perso un round, non certo la guerra", aveva tuonato, "Grillo di certo chiederà la rivotazione, quindi tutto quello che si è votato si dovrà rivotare", "lui attiverà la norma" che lo consente "entro cinque giorni dalla pubblicazione degli esiti delle votazioni. Impugnerà". Così è stato. E ora, dunque, tutto daccapo. Ma anche Conte non sembra spaventato. Anzi. Spara alzo zero, ma senza perdere la calma: "Beppe Grillo ha appena avviato un estremo tentativo di sabotaggio ha chiesto di rivotare, invocando una clausola feudale che si trascinava dal vecchio statuto. Insomma, è passato dalla democrazia diretta al "qui comando io" e se anche la maggioranza vota contro di me non conta niente", scrive. E aggiunge: "Come già nei precedenti tentativi di sabotaggio ci sta dicendo che non conta più la regola democratica “uno vale uno“ perché c’è uno che vale più di tutti gli altri messi assieme. Potremmo contestare questa vecchia clausola, retaggio del passato e vincere con le nostre buone ragioni un contenzioso legale. Ma dobbiamo occuparci del Paese reale, a cui noi del Movimento vogliamo offrire soluzioni e battaglie da vincere, non capricci e beghe personali del fondatore. Il ruolo dell’azzeccagarbugli lo lascio quindi a Grillo; dateci qualche giorno e rivotiamo".
Ma Toninelli (che ha pubblicato la foto di una macchina per fare pop corn e ha scritto: "Sedimoci a goderci il Movimento5mandati") giura: "Il proprietario del simbolo è Grillo, farà un’azione legale e Conte sarà costretto a fare anche nel nome il suo partito. Stanno pensando di calpestare il cadavere del leone, ma non hanno capito che il leone è ferito – certamente –, ma ha molte altre zampate da dare, i risultati di ieri sono stati condizionati da scelte manipolate da chi ha creato questa assemblea costituente: gli iscritti da 170mila sono stati ridotti a 90mila e di conseguenza si è deciso di cancellare un numero che avrebbe garantito una maggioranza diversa per raggiungere il quorum". E poi, "hanno esultato sulla cancellazione del fondatore, di Beppe Grillo senza cui nessuno sarebbe stato in quella sala, compreso Conte, né avrebbe messo piede in Parlamento".
Ma la battaglia tra movimentisti e contiani va ben oltre la ripetizione della votazione della Costituente; in ballo c’è anche il simbolo, di proprietà del M5s, ma anche in parte di Grillo. E c’è chi punta a inibirne la possibilità di sfruttamento. "Valuteremo", ha infatti commentato a caldo Enrico Maria Nadasi, commercialista di Grillo e cofondatore insieme al comico dell’Associazione M5s 2013 "proprietaria dei simboli del Movimento" secondo l’ultimo bilancio dell’Associazione. "È opportuno che Conte adesso si faccia il suo simbolo, “Oz con i 22 mandati”, e lasci perdere quel simbolo lì – commenta con sarcasmo –. Il Movimento che abbiamo fondato non può essere stravolto. Se continua col simbolo, si valuterà il da farsi".