Continua lo scontro tra toghe e governo sulle politiche migratorie. Il decreto flussi – che contiene le norme sui paesi sicuri – viene approvato con voto di fiducia in via definitiva dal Senato (99 sì, 65 no, e un astenuto). Ma sulla legge si abbatte la bocciatura del Consiglio superiore della magistratura: un parere del plenum, approvato con 4 voti contrari e non vincolante per l’esecutivo, stronca la ’norma Musk’. Cioè la parte del provvedimento che toglie la competenza della convalida del trattenimento dei migranti ai Tribunali per affidarla alle Corti d’appello. Per il Csm si allungherebbero i tempi, rischiando di fallire gli obiettivi del Pnrr. Nelle stesse ore, la Cassazione decide di rinviare il verdetto sul ricorso del governo di ottobre contro le prime mancate convalide dei trattenimenti in Albania. Il pg chiede di sospendere il giudizio in attesa che si pronunci la Corte di giustizia europea.
A dare una mano alla premier arriva Viktor Orban: l’incontro di un’ora e mezza a Palazzo Chigi (foto) sancisce l’identità di vedute sull’immigrazione tra i due. Nell’attesa delle nuove norme europee in materia di migrazione e asilo per agevolare i rimpatri (entreranno in vigore solo a giugno 2026), i conservatori di Meloni, i patrioti del leader ungherese e i sovranisti si muoveranno in Europa compatti per accelerare una definizione a livello Ue
dei paesi d’origine sicuri meno stringente di quella su cui finora è andato a sbattere il progetto del Cpr in Albania.