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Il vicepremier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani
e Giulia Bonezzi
Serena, cinquant’anni, malata di sclerosi multipla da trenta, paralizzata, è morta il mese scorso a casa sua con il suicidio assistito, il supporto dell’associazione Luca Coscioni e un farmaco fornito dal servizio sanitario lombardo. È l’undicesima persona ad aver avuto il via libera in base alla sentenza del 2019 della Corte Costituzionale sul caso Cappato-dj Fabo e la sesta a poter effettivamente procedere in Italia. Serena è la prima ad aver ottenuto l’ok in Lombardia, a nove mesi dalla richiesta; quattro su sette degli italiani sinora accompagnati dai volontari di Soccorso civile a morire in Svizzera erano lombardi, l’ultima dopo aver atteso due mesi e mezzo una risposta.
"Abbiamo seguito il dettame della Consulta", hanno ribadito il governatore leghista Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Guido Bertolaso al quale, tuttavia, l’alleato FdI ha annunciato un’interrogazione sulla fornitura del farmaco da parte del servizio pubblico. A novembre il Consiglio regionale lombardo votò per non aprire nemmeno il confronto su una legge regionale Liberi subito. Il centrodestra – sostenendo che la competenza fosse dello Stato – aveva presentato e approvato una pregiudiziale di costituzionalità. Tuttavia, secondo Fontana, non si può parlare di un cambio di rotta in quanto "la questione che ci debba essere una legge nazionale è un conto, che si debba rispettare la sentenza della Corte è un altro".
La Corte costituzionale "ha dettato linee ben precise a cui tutto il Servizio sanitario nazionale si deve attenere". Ad ogni modo, secondo il governatore della Lombardia, rimane "opportuna" una legge nazionale, altrimenti "ognuno può seguire le disposizioni dei propri codici etici", quando invece "è necessario che ci sia una linea nazionale".
Una posizione condivisa anche dai vertici dei partiti alleati del centrodestra, a cominciare dal vicepremier e presidente di Forza Italia, Antonio Tajani. "Non può esserci una competenza regionale, deve esserci una competenza nazionale. C’è un dibattito in Parlamento e il Parlamento è sovrano, bisogna ben distinguere tra il suicidio assistito e l’accanimento terapeutico".
Il leader di Forza Italia si è soffermato inoltre sulla propria esperienza personale. "Siamo tutti contrari all’accanimento terapeutico, il suicidio assistito non è che mi convinca molto. Sono però assolutamente convinto – ha sottolineato Tajani – che nessun debba accanirsi e far soffrire di più una persona. Lo dico anche per esperienza diretta: quando ho dovuto decidere per mia madre, io ho deciso "no" all’accanimento terapeutico, non c’erano più speranze di poterla salvare".
Sulla stessa linea il presidente della Regione Liguria Marco Bucci: "La Corte costituzionale – ha dichiarato – ha invitato il Parlamento a fare la legge, che facciano in fretta così almeno risolviamo il problema. La legge va fatta a livello nazionale e noi ci uniformeremo al cento per cento". Le determinazioni delle regioni Toscana e Lombardia sono state accolte con favore dai leader del centrosinistra con l’ex sindaco di Firenze ed europarlamentare Dario Nardella che le ha definite "un grande passo in avanti".
"La delegazione Pd a Bruxelles - ha fatto sapere - ha chiesto che la commissione Ue trovi delle regole omogenee sul fine vita". Secondo il leader di Azione, Carlo Calenda la Toscana ha fatto una normativa che deve essere portata a livello nazionale. "La Corte Costituzionale si è espressa: chi soffre, non ha possibilità di guarire, è impossibilitato persino a fare le azioni in più basilari deve poter scegliere di non soffrire".