Venerdì 2 Agosto 2024
COSIMO ROSSI
Politica

Decreto Carceri, ok con fiducia al Senato. Giachetti attacca: "Non affronta l’emergenza"

Il testo passa alla Camera. Bocciate le proposte di modifica dell’opposizione. Il deputato di Italia Viva: questo testo è una bufala che alza la tensione. "Il governo vuole far scoppiare il bubbone per poi reprimere su larga scala".

Roberto Giachetti

Roberto Giachetti

Roma, 2 agosto 2024 – "Penso ci sia un disegno di strategia della tensione da parte del governo: fomentare l’emergenza carceraria per far scoppiare il bubbone e poi reprimere su larga scala". È spietata la presa di posizione del deputato di Italia viva Roberto Giachetti in tema di sovraffollamento e disagio tra le mura del carcere nel giorno dell’approvazione del relativo decreto da parte del Senato.

Onorevole Giachetti, da firmatario di un disegno di legge in tema di sovraffollamento, come valuta il decreto del governo varato da Senato?

"Una bufala. È un decreto che dovrebbe avere caratteristiche di necessità e urgenza, ma che non tratta minimamente l’emergenza. Mille agenti rispetto a una carenza di 20mila sono una goccia nel mare, di cui se va bene si parla nel 2027. La norma per semplificare la liberazione anticipata dei detenuti con residuo di pena, tra verifica delle strutture, complica ulteriormente la situazione. E non lo dico io, ma i magistrati di sorveglianza. Anche gli emendamenti che hanno introdotto la possibilità di scontare ai domiciliari le pene tra 2 e 4 anni per gli ultra 70enni in ‘gravissime’ condizioni di salute sono a dir poco ridicoli. Su quasi 62mila detenuti, gli ultra 70enni sono meno di 1.500, compresi ergastolani, recidivi e reati ostativi. Alla fine quindi si parla di poche centinaia di persone. Si può spacciare questo come intervento contro il sovraffollamento?".

Lei ha proposto un aumento dello sconto di pena previsto dalla legge Gozzini da 45 a 60 giorni ogni 6 mesi...

"Non lo dico io, ma tutti i sindacati, i magistrati di sorveglianza, l’Anm e gli educatori che è l’unica cosa da fare. A fronte dei 60 suicidi ci sono stati oltre 800 tentativi sventati dalla polizia penitenziaria e migliaia di atti di autolesionismo. Una vita d’inferno che non colpisce solo i detenuti, ma anche il personale".

Il ministro Nordio obietta che sia una "resa dello Stato". Come risponde?

"Io non m’invento nulla di nuovo. Intervengo su una legge del 1975, che prevedeva 20 giorni di sconto ogni 6 mesi per ‘buona condotta’, poi portati a 45 dalla legge Gozzini del 1981. Io propongo di modificare la norma in vigore portandoli a 60. Se la mia proposta è la resa dello Stato, perché la Gozzini non lo è? In realtà fuori legge è lo Stato".

Perché?

"Dal 2018 sono stati 23mila, 4.700 nel 2023, i detenuti che, invece di far ricorso alla legge, si sono rivolti al magistrato di sorveglianza: che ha dato loro ragione per detenzione in condizione disumane e degradanti, disponendo come risarcimento uno sconto di un giorno ogni 10. È la magistratura a sancire che lo Stato è fuorilegge".

La sua proposta propone ulteriori sconti, ma quale può essere la soluzione strutturale?

"Un terzo è in attesa di giudizio, la metà dei quali stando alle statistiche viene assolta. Se poi togli dal carcere, come si continua a dire ma senza farlo, autori di reati legati alla tossicodipendenza e di carattere psichiatrico, avremmo già da un giorno all’altro la soluzione. Sempre a patto di smettere di creare nuovi reati e aumenti di pena, come il decreto Caivano, che mandano in galera anche bambini. La barbarie è ritenere che l’unica pena possibile sia il carcere. Invece di creare reati si dovrebbe depenalizzare".