Venerdì 27 Dicembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Il decreto Caivano Meloni vara la stretta "Sulla sicurezza ci mettiamo la faccia"

Approvate in Cdm le misure contro le baby gang: "Mai più zone franche". La premier incontra la madre del musicista ucciso da un minorenne a Napoli.

Il decreto Caivano Meloni vara la stretta "Sulla sicurezza ci mettiamo la faccia"

"Ci tenevo a stare qui, ma vi chiedo scusa perché questa conferenza stampa sembra una conferenza Telethon...". Giorgia Meloni arriva per parlare del decreto sicurezza e finisce per andare a ruota libera. Ma una cosa le preme. "Il lavoro che abbiamo portato oggi in Consiglio dei ministri è fatto di norme importanti su alcune materie in cui in passato lo Stato ha preferito di occuparsi di altro. Invece noi agiamo, segno di uno Stato che decide di mettere la faccia in materie complesse". Perché è vero che la sua maggioranza i vicepremier guardano alle Europee e sgomitano, ma lei sottolinea che la cosa non la preoccupa minimamente perché, "la solidità di un governo si vede dalla velocità con quale prende le decisioni. E a Caivano avevamo fatto una promessa e ora la manteniamo".

Il governo, spiega la premier, agisce su tre leve: "La prima è il presidio e la bonifica del territorio come si vede in queste ore a Caivano come a Roma. La seconda leva è una stretta sulla criminalità minorile, che si sta diffondendo a macchia d’olio. Le norme messe a punto sono frutto di un’interlocuzione con chi di questi temi si occupa, come i giudici minorili, ad esempio. Qualcuno ha detto: “Vogliono sbattere in galera i dodicenni“. Ma non è così: c’è invece la previsione che per reati gravi possano essere chiamati in causa i genitori con un’ammenda per mancata vigilanza. Quel che si vuole colpire è l’uso della manovalanza minorile da parte della criminalità organizzata, favorita proprio dal fatto che gli under 18 rischiano poco dal punto di vista penale. In questo modo siamo arrivati al paradosso che per non penalizzarli li abbiamo esposti di più ai rischi. I criminali si sono fatti scudo dei minori e a questo vogliamo porre un freno". "Il terzo grande filone – sottolinea – riguarda l’educazione - offrire alternative, potenziare il ruolo e il numero degli educatori. Dobbiamo compensare questa assenza, ma funziona se i bambini a scuola ci vanno. A Caivano ho scoperto che in caso di violazione dell’obbligo scolastico la pena era pagare 30 euro: ora diventa delitto, ti fai fino a due anni di carcere e rischi la revoca della potestà genitoriale. In Italia c’è l’obbligo scolastico e deve esser garantito".

Poi parla di tutto, da Ustica ("se emergono elementi oggettivi nessun problema a porre il problema alla Francia") al patto di stabilità ("sarebbe drammatico il ritorno alle vecchie regole") a Gentiloni ("sarei contenta se avesse, come è giusto, un occhio di riguardo verso la nazione che rappresenta"). E non sfugge alla domanda sulle dichiarazioni del suo compagno. "Io penso – dice misurando le parole – che Andrea Giambruno abbia detto in modo frettoloso e assertivo una cosa diversa da quella interpretata dai più. Nelle sue parole non leggo “se giri in minigonna ti possono violentare“, ma qualcosa più simile a quello che mi diceva mia madre quando ero ragazza: “Occhi aperti e testa sulle spalle“".

Ma la cosa che le rinfaccino puntualmente le dichiarazioni del compagno la irrita e infatti sbotta: "Colgo l’occasione per dire che sono mesi che qualsiasi cosa Giambruno dica io sono chiamata in causa. Voglio capire come sia il concetto di libertà di stampa. Per come la vedo io un giornalista non dice in tv cosa pensa la moglie e io non devo essere chiamata in causa per le cose che dice un giornalista in tv. E lui non deve essere attaccato più di quanto sia normale perché mi vuole bene".

Alessandro Farruggia