Riccardo Cipriani (in foto), primario di Chirurgia Estetica al Policlinico Sant’Orsola e professore a contratto all’Università di Bologna, nella sua esperienza cosa è cambiato nei pazienti che si rivolgono a lei?
"La fascia d’età e l’utenza sono cambiate, così come i prezzi, che ora sono più accessibili. Un’operazione di chirurgia estetica non è più un tabù. Purtroppo oggi c’è anche un’esagerazione nella ricerca del risultato. Ho visto la foto di una ragazza che aveva fatto un’operazione al naso e diceva di essere soddisfatta ma non troppo. Agli occhi di chiunque quello era un naso normale, carino".
La situazione dello studio Procopio sembra avere diversi profili di illegalità. Chi doveva vigilare?
"Anche questo colpisce, perché un tempo bisognava chiedere permessi per ogni cosa e oggi tutti fanno pubblicità ovunque. Io stesso vedo colleghi che si pubblicizzano sui social facendo vedere belle donne o ragazze con labbra o seno rifatti. La legge non rende necessaria la specializzazione in chirurgia plastica per praticarla. Il risultato è che molti si tuffano nella professione senza averne le competenze".
Cosa bisognerebbe fare?
"La verità è che la gente si fa affascinare troppo dalle pubblicità a basso prezzo sui social. Visto il dilagare dell’attività, un controllo capillare è difficile. Troppi lavorano senza avere capacità e competenze".
Alessandro D’Amato