Giovedì 26 Dicembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Il caso Vannacci agita il governo L’ira di Donzelli e Sgarbi: è censura Ma Crosetto non torna indietro

Giornata di tensione nella maggioranza, dopo la destituzione del generale autore del libro omofobo. Il coordinatore di Fratelli d’Italia: la politica non deve dare giudizi morali. Il ministro ribatte: lo rifarei.

Il caso Vannacci agita il governo L’ira di Donzelli e Sgarbi: è censura Ma Crosetto non torna indietro

Il ministro della Difesa Guido Crosetto rivendica il proprio operato sul caso delle opinioni in libertà dell’ex presidente dell’Istituto geografico militare di Firenze. Sotto attacco per vilipesa libertà di opinione del graduato, il titolare delle Forze armate replica piccato via Twitter: "Se il generale Vannacci avesse scritto un libro sostenendo tesi opposte a quelle che sostiene in questi, io mi sarei comportato esattamente allo stesso modo, da Ministro – digita Crosetto –. Chi mi attacca, da una parte o dall’altra, si sarebbe comportato all’opposto. Si, siamo diversi, e molto".

Anche se diversi da chi, il ministro non lo dice fino in fondo. A parte la verve del sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi, da sempre impegnato nella vigorosa difesa della più illuministica libertà d’opinione rispetto alla "dittatura della minoranza" dal pensiero unico politicamente corretto, il sospetto è che Crosetto si rivolga a suocera perché nuora intenda. E che la sua professione di diversità si rivolga pertanto alla pletora di consensi da parte del sottobosco di Fratelli d’Italia nei riguardi delle "farneticazioni" pubblicate dal generale, destituito e rimosso dalla carica di presidente dell’Istituto geografico militare con provvedimento disciplinare. A cominciare, però, da un big del partito, il coordinatore Giovanni Donzelli. Che in un’intervista al Corriere parla di censura e dice: "Non è compito della politica vagliare la correttezza morale dei contenuti degli scritti. Né del governo, né di un partito di minoranza". Anche se, poi, assolve Crosetto: "ha fatto benissimo ad avviare l’azione disciplinare, meccanismo previsto dalle procedure dell’esercito per verificare l’aderenza alle regole dell’operato del generale.

"Il mondo al contrario", il libro autoprodotto da Vannacci, continua a far parlare di sé. La questione, del resto, è duplice. Se per Crosetto reputa di agire a tutela dell’istituzione militare rispetto alle parole in libertà del generale, ad esempio per Sgarbi si tratta di libertà di parola: "Dopo il trattamento subito il generale Vannacci potrà ancora scrivere e parlare o dovrà essere umiliato dalla dittatura della minoranza attraverso l’autorità dello Stato? Questo è regime", sbotta lo storico dell’arte. "La nostra costituzione non mette tutte le opinioni sullo stesso piano – risponde indirettamente la segretaria del Pd Elly Schlein –. Non garantisce libertà di espressione a quelle idee che negano il diritto a esistere ad alcuni gruppi di persone". Il che non è propriamente esatto.

Vannacci, per parte sua, dopo aver declinato la candidatura di Forza Nuova nel collegio monzese, dichiara la propria intenzione di voler continuare a fare il militare "a meno che non smettano di farmelo fare o che io non riceva proposte che mi potrebbero piacere. Ma queste ora non ci sono". Di certo c’è solo che il suo libro scala le vendite online e sui social spopola l’hashtag #IostoconVannacci. Generale alla ribalta mediatica e social che il comunista Marco Rizzo ha scoperto avere l’indubbio merito di aver presentato due esposti alle procure militare e civile sui casi dell’uranio impoverito e i danni provocati alla salute dei soldati italiani.

Cosimo Rossi