A un certo punto del suo intervento, Antonio Scurati si schermisce: "Non sono l’eroe di niente e nessuno, né tanto meno un profeta". Ma aggiunge: "Non aspettatevi camicie nere che vi bussino alla porta. Quello che doveva tornare è tornato ed è già qui". Lo scrittore, autore della trilogia M su Benito Mussolini, al centro delle polemiche politiche per il suo monologo sul 25 Aprile mai andato in onda nel programma Chesarà su Rai3 – il centrosinistra grida alla "censura", la premier Giorgia Meloni e il centrodestra negano – interviene al convegno Come sta la democrazia? organizzato dalla Fondazione Feltrinelli nell’ambito di un ciclo di incontri sulla Democrazia a rischio e viene accolto da un lungo applauso dalla platea. Il suo entourage fa sapere che domani pomeriggio l’intellettuale parteciperà al corteo milanese della Festa della Liberazione.
Scurati sarà uno degli uomini-simbolo del 25 Aprile, il sindaco Giuseppe Sala fa sapere che lui e l’Anpi stanno ragionando sulla presenza dello scrittore “censurato“ sul palco di Piazza Duomo. In ogni caso il monologo censurato sarà letto.
Lui, Scurati, intanto, alla Fondazione Feltrinelli, continua nel suo ragionamento, che prende spunto da un discorso pronunciato il 29 settembre 2022 a Ginevra, pochi giorni dopo le elezioni politiche vinte dal centrodestra, e ampliato nel suo ultimo libro Fascismo e Populismo. Mussolini oggi: "Non aspettatevi da domani la verifica di ciò che è ancora vivo del fascismo, perché è già qui in tante piccole e grandi cose comprese quelle che mi hanno riguardato". Ogni riferimento al monologo “censurato“ è puramente voluto. Ma lo scrittore non si sofferma troppo sul casus belli, ma prova a spiegare che il fascismo e il mussolinismo non sono tornati con le stesse forme di cent’anni fa, ma hanno forti legami con il populismo e il sovranismo attuali. Scurati cita la formula del Duce "io sono il popolo", fa un parallelismo con Donald Trump e afferma che questo populismo non va cercato solo a destra, ma "esiste persino a sinistra, quando si usano argomenti tipo “bisogna dimezzare lo stipendio dei parlamentari“". Sembra una stoccatina al M5s. "A 10 anni da quando ho iniziato a lavorare sulla biografia romanzata di Mussolini – conclude l’autore della trilogia M – il mio bilancio è positivo dal punto di vista dello scrittore. Ma molto negativo da quello di cittadino perché evidentemente non ero fuori strada".
Nel fronte governativo, nel frattempo, il caso Scurati tiene banco. Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano si schiera con l’intellettuale: "Se mi sarebbe piaciuto ascoltare il monologo di Scurati in tv? Assolutamente sì! Scurati deve poter esprimere liberamente il proprio pensiero. Quando ero direttore del Tg2 noi abbiamo fatto ben tre interviste a Scurati". E il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, proprio ieri, ha firmato un protocollo in vista del 25 Aprile: "Per la prima volta per onorare la Resistenza abbiamo deciso come ministero di non coinvolgere soltanto una delle associazioni partigiane, l’Anpi, ma tutte le associazioni, comprese quelle combattentistiche, che hanno dato vita alla Resistenza". Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, guardando alla Festa della Liberazione, ricorda un po’ provocatoriamente che "il nostro Codice penale, benché in parte riformato, è quello firmato da Mussolini e Vittorio Emanuele III. È un codice “fascista“, sia pure scritto molto bene". Il Codice Rocco. Nel cda della Rai, infine, ieri si è parlato del caso Scurati. L’opposizione chiede una presa di posizione netta della premier Giorgia Meloni. E di riferire in Parlamento.