Una questione di "valutazioni". personali ma, soprattuttoi, politiche, di opportunità. Dopo che nella tardissima serata di ieri la Corte di Cassazione ha resa nota la decisione di lasciare a Milano il processo per presunta truffa all’Inps a carico di Daniela Santanchè, ministra del Turismo, si aprono scenari nuovi sul suo futuro all’interno del governo. Questo, almeno, ha lasciato intendere ieri il presidente del Senato, Ignazio La Russa, amico personale della Santanchè. "Credo che Daniela, quando ha detto che avrebbe valutato, può darsi che valuti anche questo. Però non l’ho sentita. Anzi me lo hanno appena detto della sentenza. Non ci ho ragionato. Però certamente anche quello è un elemento di valutazione. Se cambia qualcosa? È un elemento di valutazione, ripeto". "La mozione di sfiducia – ha poi aggiunto – rafforzano lo sfiduciato quando sono individuali e questa è la storia del passato e non credo che sia questo l’elemento di valutazione".
Dal partito della ministra, ieri, solo una difesa d’ufficio, quello della deputata Sara Kelany: "Al momento il ministro sta lavorando bene. Pare non ci siano particolari necessità". Mentre dal Pd il deputato Arturo Scotto ha attaccato: "Ormai Santanchè è stata scaricata persino da Ignazio La Russa. Noi abbiamo sempre posto una questione politica di fondo: può una personalità istituzionale nonché imprenditrice usare i fondi della Cassa Covid per i propri dipendenti e continuare a farli lavorare per la propria azienda? A questa domanda non hanno mai risposto né lei, né Giorgia Meloni. Le dimissioni davanti a questo uso improprio di risorse pubbliche dovevano essere istantanee. Noi continuiamo a chiederle".
A conti fatti e alla luce delle ultime novità, quanto potrà resistere ancora in sella la ministra del Turismo? Sul fronte squisitamente giudiziario, il processo riprenderà il prossimo 26 marzo e potrebbe concludersi entro maggio. Con Santanchè, alla sbarra saranno anche il suo compagno Dimitri Kunz e una terza persona, tutti accusati di truffa aggravata ai danni dell’Inps in uno dei filoni dell’indagine su Visibilia per presunte irregolarità legate alla cassa integrazione ottenuta per 13 dipendenti durante il Covid con ingenti danni per l’istituto previdenziale.
L’udienza potrebbe essere celebrata davanti a un nuovo gup, in quanto Tiziana Gueli, assegnataria del procedimento, prenderà servizio come giudice del dibattimento. Quel che è certo è che, salvo complicazioni, la procura ribadirà la sua richiesta di rinvio a giudizio della senatrice di Fdi. Dopo di che toccherà alla parte civile Inps e infine alle difese.
La previsione è che il procedimento si possa risolvere in due o tre udienze, quindi, tenuto conto del lungo ponte di aprile, entro la fine di maggio. Intanto, in attesa delle motivazioni della Suprema Corte, qualche passaggio dell’intervento della pg Simonetta Ciccarelli, potrebbe dare una traccia su quale sia stato il ragionamento degli ermellini che ha portato a decidere la competenza di Milano. "Si ritiene venga accordata prevalenza alla tesi dell’Inps, – ha detto ieri la sostituta pg – che fa osservare come la dichiarazione" della società del 31 maggio 2020 per ottenere la cassa Integrazione per i dipendenti "è stata presentata" nella sede del capoluogo lombardo dell’ente di previdenza. "Pertanto è in quest’ultimo luogo che si è realizzata l’erogazione del beneficio indebito, attraverso il perfezionamento del meccanismo della compensazione e quindi dell’automatica esenzione del debito verso l’Inps del datore di lavoro".