![La ministra del Turismo Daniela Santanchè, 63 anni, ieri. a Montecitorio La ministra del Turismo Daniela Santanchè, 63 anni, ieri. a Montecitorio](https://www.quotidiano.net/image-service/view/acePublic/alias/contentid/OWM3NDczMjAtNzAzMS00/0/il-caso-santanche-la-camera-discute-la-sfiducia-lei-e-sola-sui-banchi-del-governo.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
La ministra del Turismo Daniela Santanchè, 63 anni, ieri. a Montecitorio
Attaccano – dal Pd – sostenendo che "quei banchi vuoti, di tutta la maggioranza in blocco" non possono che voler dire che Daniela Santanchè, ministra del Turismo indagata per truffa e falso in bilancio per il caso Visibilia e di cui ieri in Aula alla Camera si celebrava la mozione di sfiducia, è già stata ampiamente ‘scaricata’ dalla sua stessa parte politica. E rincarano dal M5s, autori della mozione stessa, che Santanchè altro non è che una ministra ‘radical chic’ difesa, oramai, "da una destra diventata zerbino" al suo cospetto. Frasi pesanti che non hanno scalfito la diretta interessata, granitica e quasi noncurante delle offese però sola – davvero sola – davanti al plotone d’esecuzione delle opposizioni.
Ieri, insomma, la Camera era semivuota. Perché era lunedì, certo. E di lunedì, diceva il presidente d’Aula, Fabio Rampelli, il Parlamento di solito non lavora, ma quei banchi vuoti hanno davvero dato la sensazione che la maggioranza abbia mollato la ministra del Turismo; al lato destro dell’emiciclo c’erano solo dodici deputati di Fratelli d’Italia e accanto a Santanchè, nei banchi del governo, i ministri – tutti di FdI – Luca Ciriani e Nello Musumeci. Nella fila dei sottosegretari Marcello Gemmato, fedelissimo della premier Giorgia Meloni, e Vannia Gava, unica leghista presente. Tutto qui. Niente Lega, niente Forza Italia.
Lei, seria ma non affranta, in tailleur color crema, foulard al collo, non ha concesso commenti, né prima né dopo la discussione, durante la quale – tuttavia – è stata evocata più volte Giorgia Meloni, sia dalla segretaria dem Elly Schlein che dal leader M5s Giuseppe Conte. "Venga a dirci la verità. Va a dire urbi et orbi che non è ricattabile. La domanda è: chi la ricatta? Forse qualche suo collega di maggioranza? Per questo non riesce a pretendere le dimissioni della sua ministra?", ha attaccato la deputata M5S Vittoria Baldino. Quindi Toni Ricciardi del Pd che si è poi chiesto, maliziosamente, "perché il ministro Sangiuliano è stato invitato a dimettersi e la stessa cosa non avviene con Santanchè. Esistono leve di ricattabilità che la ministra del Turismo può vantare a differenza di Sangiuliano? Meloni è ricattata da Santanchè? Non ha forza di pretendere le dimissioni di una ministra che imbarazza il governo, il suo partito e tutte le istituzioni. Sta difendendo l’indifendibile, si tolga dall’imbarazzo e chieda dimissioni di Santanchè". Per Filiberto Zaratti (Avs) "le dimissioni di un ministro come Santanchè sono una necessità, perché la dignità di un Paese coincide con la dignità di un ministro".
Santanchè, si diceva, ieri è rimasta in silenzio, fatto che non ha lasciato indifferente l’opposizione. Quando, al termine dell’ultimo intervento, quello del 5 stelle Silvestri, la ministra si è alzata per lasciare l’aula, i deputati di M5s, Pd e Avs le hanno urlato contro "Vergogna, vergogna". Tanto che Rampelli è stato costretto a richiamarli: "Stiamo scoprendo oggi che ci si può prenotare per la replica nella seduta successiva?".
A quando il redde rationem? "Sarà la capigruppo a decidere", ha spiegato Ciriani "il governo in questa vicenda c’entra relativamente". Sulle assenze, il ministro ha minimizzato: "Oggi è lunedì e non c’erano molti in Aula, neanche dall’altra parte". Una quarantina. "La replica ci sarà il giorno del voto e quel giorno saremo tutti pronti. Se la maggioranza interverrà? Certo, ci sono le dichiarazioni di voto...".
Quanto allo stato d’animo di Santanchè durante il fuoco di fila delle accuse e delle richieste di dimissioni, è stato Musumeci, che in Aula le è stato accanto per tutta la discussione, a descriverlo: "Non l’ho sentita assolutamente amareggiata, è convinta di essere dalla parte della ragione. Daniela è una cocciuta, una tosta. Io mi auguro che possa davvero dimostrare l’estraneità ai fatti che le contestano, io sono garantista lo sono sempre stato". E le assenze? "Non vedo nessuno scandalo". Sarà, ma un ministro lasciato così solo in un momento tanto delicato, è la prima volta che lo si vedeva.