È durato più di quattro ore l’incontro, a Roma, tra l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e i pm del tribune ordinario della Capitale. Al centro della discussione c’è l’esposto contro Maria Rosaria Boccia, ora indagata per minaccia a corpo politico e lesioni gravi. Sangiuliano, è stato convocato dai magistrati per chiarire alcuni aspetti sulle dodici pagine consegnate in tribunale e in cui ha ricostruito le varie fasi del rapporto avuto con la donna, conosciuta nel maggio del 2024, fornendo agli inquirenti anche una serie di documenti a riprova di quanto denunciato.
Nessun commento da Sangiuliano all’uscita, a parlare per lui è il suo avvocato, Silverio Sica: "Gli inquirenti – ha chiarito il legale –, con scrupolo vaglieranno quanto abbiamo messo a loro disposizione: abbiamo massima fiducia nell’autorità giudiziaria. L’ex ministro è scosso e sta cercando di recuperare la serenità ma adire alle vie legali era necessario altrimenti sarebbe rimasto il sospetto di un uomo ricattabile". Sangiuliano oltre che accusatore è al contempo accusato di peculato e rivelazione di segreto d’ufficio, dopo la denuncia del segretario dei Verdi Angelo Bonelli, e la sua posizione è al vaglio del tribunale dei ministri.
Nei prossimi giorni toccherà a Maria Rosaria Boccia essere sentita dai pm romani. Nelle mani dei giudici ci sono già i cellulari e il computer sequestrati all’imprenditrice nel corso della perquisizione domiciliari subita da Boccia nella abitazione di Pompei, lo scorso 21 settembre.
Nel decreto di perquisizione si affermava che l’indagata ha esercitato minacce idonee a "compromettere la figura politica e istituzionale di Sangiuliano" in modo "da turbare l’attività e ottenere il conferimento della nomina a consulente per i Grandi Eventi, incarico di diretta collaborazione del ministro". Tra le iniziative elencate anche la pubblicazione "senza consenso, di foto private nonché immagini oggetto di manipolazione che la ritraevano all’interno del ministero" e la divulgazione "progressiva e in modo frammentario" ai media e sui social di notizie "attinenti alla sua relazione con il
Sangiuliano, ai suoi rapporti con il ministero e all’accesso a documenti di informazioni riservate del ministero, ogni volta alludendo la disponibilità di altre notizie compromettenti per il ministro". Infine il reato di di lesioni aggravate è legato a quanto avvenuto a Sanremo la notte tra il 16 e il 17 luglio quando Boccia, secondo la denuncia, avrebbe colpito
Sangiuliano ferendolo alla testa. Un graffio ben visibile nelle foto di quei giorni, in cui Sangiuliano si presentava agli eventi con un lungo cerotto in testa.
s. arm.