Perquisizione domiciliare e sequestro del telefono. Comincia così l’indagine della procura di Roma nei confronti di Maria Rosaria Boccia per i reati di violenza o minacce a corpo politico e lesioni personali: questi i reati ipotizzati al momento a carico di Maria Rosaria Boccia in relazione all’indagine dopo la denuncia dell’ex ministro Gennaro Sangiuliano. Il tribunale ha disposto l’investigazione sulla casa e l’acquisizione del cellulare e del materiale informatico dell’imprenditrice e influencer. L’attività istruttoria svolta dai carabinieri del nucleo investigativo della Capitale a Pompei è stata anticipata da Dagospia.
LA DENUNCIA E LE INDAGINI
Gli inquirenti avrebbero trovato in casa e sequestrato anche gli occhiali smart, utilizzati in passato da Boccia per effettuare una serie di filmati anche all’interno della Camera dei deputati. Nei giorni scorsi Silverio Sica, avvocato dell’ex direttore del Tg2, aveva presentato la denuncia a Roma. L’indagine viaggerà parallelamente con quella nei confronti di Sangiuliano per le accuse di peculato e rivelazione di segreto d’ufficio, per la quale l’ex ministro verrà giudicato dal Tribunale dei Ministri. Anche la procura della Corte dei Conti del Lazio ha aperto un fascicolo per verificare un eventuale danno erariale nell’utilizzo dell’auto blu e per le ospitate del ministro in compagnia dell’imprenditrice e influencer di Pompei.
LITI E FINTE GRAVIDANZE
I messaggi in chat tra Boccia e Sangiuliano fanno parte della documentazione allegata alla denuncia presentata dal legale dell’ex ministro. Secondo le anticipazioni de La Verità le discussioni su Whatsapp raccontano il tentativo della donna di far credere a Sangiuliano di essere incinta e quello di fargli firmare un patto di riservatezza secondo il quale lui non l’avrebbe più dovuta cercare e lei non avrebbe mai rivelato la loro (presunta) storia intima. In alcuni scambi tra il 16 e il 17 luglio si descrive una lite in cui Sangiuliano avrebbe avuto la peggio: "Sfregiato. Se non fossi stata tu avrei picchiato durissimo". E lei: "Mi hai letteralmente mandato fuori di testa, mi hai portato a un punto imbarazzante, mi hai fatto diventare una iena". L’imprenditrice avrebbe anche preteso di controllare il cellulare dell’ex ministro. Minacciando di inoculare un trojan nel suo telefono in caso di diniego. Risale al 2 agosto il messaggio sulla gravidanza: "Sarai libero di viverti questa esperienza come vorrai nel rispetto di tuo figlio", scrive lei. "Sono arrivato al punto di non farmi problemi se tu fossi incinta di me, anzi sarei stato felicissimo", risponde lui.
IL MINISTRO E IL GOSSIP
Poco prima che la notizia dell’indagine e della perquisizione uscisse il ministro della Cultura Alessandro Giuli durante la conferenza stampa al termine dei lavori del G7 di Napoli aveva risposto a una domanda sulla vicenda: "Il mondo ci guarda con grandissimo rispetto con attenzione pre-politica del tutto indifferente al gossip. Si è parlato delle nostre istituzioni. Non abbiamo parlato del caso Sangiuliano". E ancora: "C’è stato un grandissimo applauso quando ho ricordato Giogiò e quando ho ringraziato il ministro Sangiuliano, e ad applaudire sono state molte delegazioni straniere. Non mi aspettavo tanti incoraggiamenti e in blocca al lupo ma non tanto a livello personale: mai come oggi l’Italia è al centro".