Mercoledì 8 Gennaio 2025
ANTONELLA COPPARI
Politica

I satelliti della discordia. La trattativa con Musk arriva oggi in Parlamento

Al question time il ministro della Difesa Crosetto. Tajani (FI): nessun pregiudizio. Ma l’opposizione non cede: ci dicano se un accordo è già stato siglato.

Il ministro Matteo Salvini e la premier Giorgia Meloni a Roma lo scorso dicembre

Il ministro Matteo Salvini e la premier Giorgia Meloni a Roma lo scorso dicembre

L’opposizione non si accontenta delle smentite, obiettivamente parziali, e promette di inchiodare oggi il governo nel question time a Montecitorio. "È vero o no – la domanda – che è già stato approvato un accordo con Starlink, la divisione di Space X di Elon Musk, che gestisce una rete di satelliti che vuole fornire all’accesso a internet a livello globale?". Sul banco degli imputati, pardon, dell’esecutivo in Aula ci sarà il ministro della Difesa, Guido Crosetto: non è difficile immaginare che se la caverà invocando la necessità di "interloquire" con le società attive nel settore della connessione ma avrà pure modo di spiegare che aziende in grado di competere con la creatura del potentissimo imprenditore non ci sono. Il sistema a cui sta lavorando l’Europa, Iris 2, è ancora molto indietro e la stessa Commissione europea dà una sorta di semaforo verde al governo italiano, definendo "compatibile" con la rete europea un eventuale accordo. "Un regolamento della Ue istituisce il sistema Iris 2 ed è applicabile in tutta la Ue. L’Italia, in quanto Stato sovrano, ha il pieno potere discrezionale di procedere con decisioni e azioni sovrane", spiega un portavoce della Commissione.

Del resto l’intenzione dichiarata di Elon Musk è quella di partire dal nostro paese per allargare il raggio d’azione il più possibile, magari solo per alcuni anni. "Sarà un accordo fantastico. Anche altri paesi in Europa chiederanno di usufruirne", conferma su X il multimiliardario sudafricano rispondendo a Matteo Salvini che aveva auspicato l’intesa, contribuendo ad aumentare i decibel della polemica. Sempre che il momento del passaggio al sistema europeo arrivi presto. Fonti alte della Difesa ci sperano, senza troppa fiducia: il timore – dicono – è che tra cinque anni sarà ancora peggio. Il primo passo, piccolissimo, verrà fatto domani: in Lombardia parte il bando di gara per la sperimentazione della tecnologia satellitare nelle aree periferiche a bassa connettività. Il progetto, finanziato con 5 milioni di euro dal Dipartimento per la trasformazione digitale e 1,5 milioni da fondi regionali, punta a valutare l’efficacia dei satelliti in orbita bassa per garantire una connessione stabile anche ai comuni più remoti.

È un bando, esattamente quello che chiede Matteo Renzi. Il problema è che il vantaggio tecnologico di Starlink è tale da rendere quei bandi quasi una presa in giro: in ballo in Lombardia ci sono diverse società, ma favorita per la vittoria è proprio Starlink. Insomma spostare la questione sui piani dell’efficacia tecnologica o su quello del libero mercato ha poco senso. "Di certe notizia non c’è traccia sui giornali – ha gioco facile a sottolineare Andrea Stroppa, referente italiano del patron di Space X – l’ordine è ’Musk cattivo, Meloni è venduta’". Già: il nodo è puramente politico, ed è un nodo che sta al governo risolvere, se vuole procedere su questa strada. Non che siano tutti convinti: Antonio Tajani, al pari di Crosetto, non ne è entusiasta: "Nessun pregiudizio su Musk – spiega il leader di FI ai suoi – ma quando si parla di sicurezza nazionale serve la massima cautela". Sa bene, però, che se la premier ha deciso, procederà: "L’interesse per il Paese è che le zone senza connessione in Italia spariscano. È importante garantire un servizio con le forze in campo", sottolinea il ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti (FdI). Ragion per cui il centrosinistra insiste e chiede a Meloni di chiarire in Parlamento. "Salvini smentisce la premier: venga in aula a spiegare", riassume umori comuni Elly Schlein.

Per il momento, Giorgia non ha intenzione di farlo: inevitabilmente però la questione sarà tra i principali argomenti della conferenza stampa di domani. Lì la premier dovrà dire la sua. Il punto chiave resta tentare di avvalersi della tecnologia di Musk senza dovergli per questo consegnare consegnare le chiavi della privacy di tutti e soprattutto della sicurezza militare. Alla Difesa in questo caso non disperano: "Si può utilizzare il sistema di Musk mantenendo sicurezza e controllo".