Per il governo italiano rappresenta senz’altro una risorsa. "Un genio che farà bene all’Italia", secondo Matteo Salvini. Giorgia Meloni vede in lui "un uomo geniale". Eppure Elon Musk è andato a ruota fin troppo libera sul suo social X accusando il primo ministro britannico, Keir Starmer, di "aver stuprato la Gran Bretagna" e di "complicità negli abusi" di centinaia di bambine, arrivando poi al punto riabilitare anche un criminale xenofobo come Tommy Robinson. Musk torna a provocare, creando scompiglio nelle cancellerie europee e non solo. Ma in Italia la sua figura è presentata come un uomo su cui contare su molti fronti, a partire da possibili investimenti sul versante delle nuove tecnologie e delle reti. In un’intervista a 7, il settimanale del Corsera, Meloni non ha lesinato lusinghe: "Siamoe due persone che hanno un ottimo rapporto, Musk è un uomo geniale ed è sempre molto interessante confrontarsi con lui", superando in questo modo anche le contraddizioni evidenti con le idee e i principi agli antipodi di quelli della premier (basti pensare alla maternità surrogata), che contraddistinguono la personalità dell’inventore di Starlink.
"Musk è una grande personalità del nostro tempo – ha proseguito Meloni –, un innovatore straordinario. Trovo naturale poter dialogare con lui. Certo, ci sono cose su cui il nostro punto di vista è più simile, altre che ci vedono più distanti. Fa abbastanza sorridere chi fino a ieri esaltava Musk come un genio e oggi invece lo dipinge come un mostro. Lavoro per avere maggiori investimenti in Italia e valuto l’utilitàdi ogni investimento con la lente dell’interesse nazionale. La bussola della mia azione è la difesa dell’interesse nazionale. E questo include anche la necessità di contemperare le istanze di partecipazione e innovazione con le esigenze di sicurezza".
Eppure, oltre i confini italiani, le parole e le azioni di Musk destano scandalo, a partire dagli attacchi al laburista Starmer che, come si diceva, ha accusato di "complicità" negli abusi sessuali ‘storici’ compiuti su bambine e ragazze da gang di pedofili d’origine asiatica in Inghilterra in quanto non avrebbe agito per fermarli quando all’epoca dei fatti ricopriva il ruolo di procuratore capo del Crown Prosecution Service. "Starmer deve andarsene e dovrà affrontare l’accusa di complicità nel peggior crimine di massa nella storia della Gran Bretagna", si legge in uno dei tweet pubblicati dall’uomo più ricco del mondo, sostenitore del presidente eletto Usa, Donald Trump e designato alla guida del dipartimento per la sburocratizzazione in seno all’amministrazione entrante degli Usa.
Il tycoon era già entrato a gamba tesa nella vicenda, messa in risalto da alcuni media di destra e filo-Tory, prendendo di mira la ministra per le Pari Opportunità, Jess Phillips, che aveva rimesso alle autorità locali la decisione sull’avvio di una vasta inchiesta riguardante gli abusi e le violenze sessuali imputati in passato alla comunità pachistana. Musk è anche tornato a invocare nuove elezioni nel Regno Unito, sostenendo che il popolo britannico "non vuole il governo laburista".