Mercoledì 17 Luglio 2024

I nuovi centri di rimpatrio. Braccio di ferro con le Regioni. Piantedosi non cede: avanti con il nostro piano

Il ministro incassa l’ok di Liguria, Calabria e Abruzzo, possibiliste anche Umbria e Puglia "Siamo aperti al dialogo. Un Cpr a Ventimiglia". Ma è alta tensione con l’Emilia-Romagna.

I nuovi centri di rimpatrio. Braccio di ferro con le Regioni. Piantedosi non cede: avanti con il nostro piano

I nuovi centri di rimpatrio. Braccio di ferro con le Regioni. Piantedosi non cede: avanti con il nostro piano

Sì convinto da Liguria, Calabria e Abruzzo, disponibile l’Umbria, "disponibilità responsabile" della Puglia, che non condivide l’approccio ma nonostante abbia già due Cpr su nove è pronta a dare una ulteriore mano. “No“ – almeno per ora – dall’Emilia-Romagna, un “no“ che si aggiunge a quello ancora più fermo della Toscana, mentre la Campania con Vincenzo De Luca non pone pregiudiziali e chiede chiarezza sul piano del governo. Questo è quanto porta a casa il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che riconferma il dialogo con gli enti locali ma anche la volontà di decidere.

"Sui nuovi Cpr – ha detto il ministro al programma Cinque minuti, su Rai1 – resistenze ci saranno, noi dialogheremo con tutti, ovviamente lo faremo cercando però di imporre la linea del governo. C’è già una pianificazione che il Viminale stava facendo per individuare sul territorio strutture che potessero essere idonee. Avevo chiesto ai prefetti almeno una per ogni regione, le proposte stanno arrivando, le stiamo valutando". E Piantedosi ha anche fatto il nome della località dove potrebbe sorgere uno dei futuri Cpr: "Ventimiglia ha sempre sofferto, essendo un luogo di transito di migranti. È uno di quei luoghi a cui stiamo dedicando attenzione per la realizzazione di una di quelle strutture che pensiamo di realizzare proprio per contenere il fenomeno". Ma a cosa serviranno i Cpr? "La tipologia è duplice. Nei vecchi Cpr, potenziandone la capacità – ha spiegato Piantedosi – intendiamo portare le persone che girano sul territorio in condizioni di irregolarità, senza permesso di soggiorno, in condizioni di pericolosità secondo un provvedimento di trattenimento convalidato dal giudice. In più potenzieremo i luoghi di trattenimento dei cittadini provenienti dai cosiddetti ‘Paesi sicuri’, anche solo richiedenti asilo, per i quali la legge europea e quella italiana consente di avviare procedure più rapide di verifica dei requisiti per restare o meno". Dal testo del decreto Sud, pubblicato in Gazzetta Ufficiale emerge che al ministero della Difesa sarà assegnato un fondo da 20 milioni di euro per la realizzazione del piano straordinario per i nuovi centri per i rimpatri, che saranno progettati e realizzati, "anche attraverso la valorizzazione di immobili già esistenti",dal Genio Militare.

Dalle Regioni giungono reazioni di segno diverso. Da sottolineare la posizione del governatore dell’Emilia-Romagna, che dichiara un no, che però potrebbe forse cambiare se e quando il governo fosse disposti a discutere con le regioni senza presentare scelte precostituite e cambiare il suo approccio. "Non siamo disponibili a nulla – ha detto in mattinata Bonaccini a Radio 24 – se parliamo di parole al vento. Io sono abituato a discutere di cosa si vuol fare. Quelle sui Cpr al momento sono parole al vento. Per me di Cpr non se ne parla assolutamente". "Il Governo ha pienamente fallito la gestione dei migranti. Se il Governo decide di fare tutto a Roma – se parlano di autonomia e poi centralizzano tutte le decisioni senza alcun confronto con le Regioni e con gli enti locali, senza un piano condiviso, se ne assumeranno la responsabilità, continueranno a sbagliare".

Scoppia anche una polemica su chi doveva chiamare chi e nel pomeriggio, dopo un colloquio Piantedosi-Bonaccini, si apre uno spiraglio. "Da parte mia c’è la volontà di collaborare, ringrazio Piantedosi – dice il governatore – per avermi chiamato, ora definiremo l’incontro per capire e valutare come intervenire. Siamo preoccupati da arrivi consistenti di migranti tutte le settimane con il rischio che sia difficile la gestione. Penso che la discussione debba essere portata in Conferenza Stato-Regioni. Ho letto le dichiarazioni di Giani, Zaia, Kompatscher: tre presidenti che appartengono a partiti diversi. Io penso si debba fare un punto di chiarezza e metterci a discutere". Il che non è un “no“ granitico.

"Avere più centri significa velocizzare le procedure, velocizzare i rimpatri, permettere allo Stato di gestire meglio e in maniera più efficiente il problema" sottolinea il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio. Favorevole anche Roberto Occhiuto (Calabria). "Abbiamo dato a Piantedosi la disponibilità a un Cpr" concorda dalla Liguria Giovanni Toti, che però osserva: "I centri per l’espulsione sono importanti, ma lo sono tanto quanto saremo in grado di attivare accordi di reimmissione degli immigrati negli Stati d’origine".

Alessandro Farruggia