Venerdì 5 Luglio 2024
ANTONELLA COPPARI
Politica

I giovani di FdI e i cori antisemiti. Meloni sferza i suoi: sono arrabbiata La commissione Segre esamina i video

I filmati di Fanpage acquisiti dall’organismo del Senato contro l’odio razziale per decidere eventuali azioni. La premier ai dirigenti di partito: fuori chi vuol farci tornare indietro, abbiamo già fatto i conti col Ventennio.

I giovani di FdI e i cori antisemiti. Meloni sferza i suoi: sono arrabbiata  La commissione Segre esamina i video

I giovani di FdI e i cori antisemiti. Meloni sferza i suoi: sono arrabbiata La commissione Segre esamina i video

Sgombrare il campo dai dubbi, dai distinguo, dalle troppe parole in libertà. Archiviare un dossier ad alta tensione, che getta ombre anche sul cammino europeo. Tirare una riga sulle polemiche suscitate dall’inchiesta di Fanpage.it sul movimento giovanile di FdI. Così, Giorgia Meloni sceglie di mettere nero su bianco che nel suo partito non c’è spazio per i nostalgici: o si guarda "solo avanti", o si è fuori da Fratelli d’Italia. Lo fa con una lunga lettera ai dirigenti tricolore: 1.335 parole, un forte messaggio interno che, sa bene, non sarà sufficiente per chiudere la bocca all’opposizione. "Il nostro compito è troppo grande perché si possa consentire a chi non ne ha compreso la portata di rovinare tutto". Questo nuovo manifesto di FdI – come lo definiscono alcuni – esce nelle stesse ore in cui la commissione Antidiscriminazioni presieduta da Liliana Segre all’unanimità decide di acquisire e mettere agli atti i richiami al nazifascismo, le esibizioni di razzismo ed antisemitismo emerse nei raduni di Gioventù nazionale, comprese le risatine su una propria senatrice, Ester Mieli, irrisa per le origine ebraiche. La tempistica non è casuale: il disagio della premier di fronte a certe "incontinenze" dei suoi è diventato politicamente insostenibile quando la senatrice a vita, dopo aver visto in tv quei "Sieg Heil", si è domandata se rischiava di essere cacciata dall’Italia come ai tempi delle leggi razziali.

Scontato, dunque, un intervento da parte della presidente nonché fondatrice del partito diretto a tutti i suoi: sul banco degli imputati, soprattutto chi doveva vigilare e non l’ha fatto. O ha sminuito la vicenda, sottovalutando la bufera, con commenti inappropriati. "Non siamo come vorrebbero dipingerci. Ma chi pensa che possa esistere una immagine pubblica di FdI che non corrisponde ai suoi comportamenti privati non ha capito cosa siamo, e dunque non è il benvenuto tra noi". Come, sussurra qualche meloniano, quella Forza nuova guidata da Roberto Fiore che replica a stretto giro alla premier: "Più ci si allontana temporalmente dal fascismo più l’élite politica esige l’antifascismo duro e puro. Noi la pensiamo come 20 o 40 anni fa".

Meloni richiama, e non è la prima volta, a comportamenti consoni al ruolo di partito più votato e guida del governo. Parole che fanno capire quanto la vicenda l’abbia irritata, con la polemica esplosa quando si trovava a Bruxelles per un Consiglio europeo complicato. "Sono arrabbiata e rattristata per la rappresentazione di noi che è stata data di noi dai comportamenti di alcuni giovani del movimento ripresi in privato". Punzecchia Fanpage.it, pur senza citare espressamente i filmati del quotidiano on-line, che ieri ha ripescato pure un vecchio video in cui il vicepresidente tricolore della Camera, Fabio Rampelli, in un nugolo di braccia tese alla commemorazione per Paolo Di Nella grida ’presente’. "Non sapevo esistesse anche la responsabilità di non fare il saluto romano", la sua replica al j’accuse.

Tant’è: in attesa delle espulsioni formali, compito dei probiviri del partito, Meloni fissa i paletti. Prima di tutto "non abbiamo tempo da perdere con chi vuole farci tornare indietro o con chi ci trasforma in una macchietta". Poi, che "non c’è spazio per posizioni razziste o antisemite dentro FdI" né per i nostalgici "dei totalitarismi del ’900 o per qualsiasi manifestazione di stupido folklore". Avverte: "I partiti di destra dai quali molti di noi provengono hanno fatto i conti con il passato e con il ventennio fascista già diversi decenni fa". A sinistra non ci stanno: "Condanna tutto ma non usa mai la parola antifascismo", il commento.

Diversa l’aria che si respira nella commissione Segre: tutti d’accordo sulla proposta di acquisire la documentazione dell’inchiesta di Fanpage.it sul neofascismo e l’antisemitismo dentro Gioventù nazionale per valutare il da farsi. "Non si poteva far finta di nulla", afferma il vicepresidente Francesco Verducci (Pd). "È la via migliore", chiosa Ester Mieli. Non basta: la destra chiede di allargare il campo. "Riteniamo sia giusto estendere l’esame della Commissione a 360 gradi", dice Raffaele Speranzon (FdI). E Massimiliano Romeo (Lega) aggiunge: "Pensiamo ai gravi episodi documentati dalla stampa in occasione di manifestazioni anti-Israele, alle quali hanno preso parte alcuni collettivi studenteschi".