Sabato 21 Dicembre 2024
ALESSANDRO D’AMATO
Politica

I dubbi sull’inchiesta. Sotto processo i tempi: "Perché agire adesso?"

La maggioranza e l’ombra di una giustizia a orologeria in vista del voto. Tajani: "Potevano intervenire mesi fa". Lo spettro della corruzione da nord a sud.

I dubbi sull’inchiesta. Sotto processo i tempi:: "Perché agire adesso?"

Giustizia a orologeria? L’inchiesta per corruzione che ha portato agli arresti domiciliari il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti scuote anche la politica, dopo l’uscita del ministro della Giustizia Carlo Nordio, che aveva espresso "perplessità" sulla misura cautelare "rispetto al tempo in cui è iniziata l’indagine". Mentre Matteo Renzi parla di "arresti a un mese dalle europee" e invita il Guardasigilli a commentare di meno e a legiferare di più, il responsabile della Farnesina Antonio Tajani dice che Nordio "ha un ruolo e può dire ciò che pensa. Fa bene e condivido le sue parole".

LA TEMPISTICA

Anche Tajani critica i tempi: "Si tratta di una vicenda giudiziaria che risale a vicende di parecchi anni fa, forse si poteva intervenire due mesi fa, il giorno dopo le elezioni... Però questo non ci turba, non ci preoccupa nulla". Il segretario di Forza Italia non accetta il paragone con le dimissioni di Michele Emiliano chieste dal centrodestra: "Le vicende giudiziarie sono diverse. Il governatore della Puglia ha detto due volte di essere andato dalla sorella del boss". E chiede anche di non strumentalizzare le vicende giudiziarie: "Io sono garantista anche per le vicende di Bari, per quella di Genova e anche per persone che non sono di Forza Italia". Anche il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida parla dei tempi: "Abbiamo visto che è un’inchiesta che oramai credo sia di quattro anni fa, è iniziata quattro anni fa. A venti giorni dal voto ha ritenuto ci fossero gli elementi per arrivare a un’azione così forte, e quindi aspettiamo l’esito del giudizio della magistratura". Infine, il responsabile delle Imprese Adolfo Urso si augura "che Toti possa dimostrare la sua innocenza".

LE INCHIESTE

L’inchiesta di Genova, come scrive il Gip nell’ordinanza, riguarda "condotte criminose" che risalgono alle elezioni del 20 e 21 settembre 2020. E partono come stralcio da un altro procedimento, ovvero un’indagine per corruzione nei confronti di Matteo Cozzani come sindaco di Portovenere. Una delle intercettazioni citate è datata luglio di quattro anni fa. Riguardano però una campagna elettorale e riportano in auge il dibattito sul finanziamento alla politica. Nelle altre inchieste che hanno colpito la politica a Bari, Torino, Napoli e Catania il focus o una parte comunque importante è il voto di scambio politico-elettorale con i suoi legami con le organizzazioni criminali di zona o in trasferta. A Bari sono arrivati l’arresto di una consigliera di centrodestra, il caso Decaro, le dimissioni dell’assessora di Emiliano. Poi, in un’altra inchiesta sui finanziamenti regionali, è arrivato l’arresto di Enzo e Alfonsino Pisicchio e la chat con il governatore che chiedeva le sue dimissioni parlando di inchieste. A Torino Raffaele Gallo, figlio di Salvatore (accusato di essere un Ras delle tessere) ha deciso di rinunciare alla candidatura alle elezioni regionali con il Partito Democratico. Alla vigilia delle europee la politica sembra accerchiata.