Mercoledì 4 Dicembre 2024
ANDREA GIANNI E MASSIMILIANO MINGOIA
Politica

Heil Hitler e fondi neri, tegola su Fratelli d'Italia. Nei guai fedelissimo della Meloni

Reporter si infiltra in un gruppo di nostalgici interno a Fratelli d’Italia, l’eurodeputato Fidanza si autosospende. Aperta un’inchiesta per riciclaggio e finanziamento illecito di partiti. Si valuta anche l’apologia di fascismo

Carlo Fidanza, eurodeputato di Fratelli d’Italia e fedelissimo di Giorgia Meloni

Carlo Fidanza, eurodeputato di Fratelli d’Italia e fedelissimo di Giorgia Meloni

Dopo una videoinchiesta di Fanpage andata in onda giovedì sera, durante il programma Piazzapulita su La7, è bufera sull’europarlamentare di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza, che si è autosospeso da incarichi e attività nel partito di Giorgia Meloni, sulla candidata di Fd’I alle Comunali milanesi Chiara Valcepina e sul ‘Barone nero’ della destra meneghina, Roberto Jonghi Lavarini.

Meloni: "Polpetta avvelenata prima voto"

Le immagini? Con il giornalista infiltrato, che si presenta come dipendente di una società finanziaria di consulenza internazionale, Fidanza e Jonghi, ripresi da telecamere nascoste, parlano di finanziamenti in nero per la campagna elettorale della Valcepina, sostenuta da Fidanza per le elezioni di domani e lunedì, in cui il centrodestra schiera il candidato sindaco Luca Bernardo.

In altre immagini girate durante un aperitivo lo scorso 3 settembre, l’eurodeputato milanese fedelissimo della Meloni – una carriera politica iniziata agli inizi degli anni ’90 prima nel Fronte della Gioventù, il movimento giovanile del Msi, poi in An, Pdl e ora in Fd’I – accenna a un saluto romano per (a suo dire) "contestare ironicamente" una battuta antisemita di Jonghi. Nello stesso contesto, si parla della "birreria di Monaco" dove Hitler pose le basi del nazismo e si insultano i "negri".

Dopo la videoinchiesta, seguita da un esposto dei Verdi alla Procura di Milano, il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli ha aperto un fascicolo su presunti finanziamenti illeciti e riciclaggio di denaro. Il primo passo, nell’ambito delle indagini affidate ai pm Giovanni Polizzi e Piero Basilone, sarà l’acquisizione del filmato integrale, oltre cento ore di girato. Gli investigatori della Gdf si occuperanno anche degli accertamenti contabili, su eventuali movimenti anomali di denaro.

Al vaglio, poi, l’ipotesi di apologia del fascismo. Fidanza, intanto, ha fatto un passo indietro: "Su richiesta di Giorgia Meloni, ritengo opportuno autosospendermi da ogni ruolo e attività di partito al fine di preservare Fd’I da attacchi strumentali". La Meloni, poco prima, in una nota, ha chiesto a Fanpage "di darmi il girato di questi tre anni (di inchiesta, ndr). Sono rigida, ma non me ne vogliate se non giudico i miei dirigenti sulla base di un filmato, montato da voi e curiosamente mandato in onda a due giorni dal voto".

Le parole più gravi della videoinchiesta sono contenute in un dialogo tra il giornalista in incognito, Fidanza e Jonghi. Il finto consulente fa capire di voler finanziare la campagna per le Comunali. Fidanza osserva: "Voi siete in grado di intervenire adesso? Noi abbiamo l’aperitivo di Chiara (Valcepina, ndr). Le modalità sono: o versare sul conto corrente dedicato che lei ha aperto per le elezioni. Se voi avete l’esigenza al contrario e vi è più comodo fare del black, lei si paga il bar e col black poi si coprirà le altre spese. A quel punto fai direttamente con lei, senza che diamo il black al bar". E ancora: "Ho definito con Roberto l’ipotesi". Jonghi, a questo, punto, dice: "Abbiamo trovato tramite il nostro presidente di circolo che è commercialista una serie di lavatrici. Abbiamo poi un giro che sistemiamo noi le cose con lui". Fidanza afferma: "Lui trova 4-5 professionisti. Queste persone fanno loro il versamento tracciato sul conto elettorale". Ma l’europarlamentare specifica che non sarà lui a occuparsene: "Fai con Roberto (Jonghi, ndr). In un anno e mezzo io mi gioco il futuro della mia carriera...".

Fin qui, la videoinchiesta e le sue conseguenze più dirette. Fidanza si difende in una nota: "Non ho mai ricevuto finanziamenti irregolari. In più occasioni, che purtroppo non sono state mandate in onda, ho ribadito al giornalista infiltrato che asseriva di voler contribuire alla campagna elettorale di una candidata di farlo secondo le modalità previste dalla normativa vigente. Il fatto che questi ulteriori colloqui non siano stati trasmessi, la dice lunga sulla serietà di questa inchiesta". L’eurodeputato, inoltre, preannuncia querele: "A tutela della mia reputazione mi riservo di adire la giustizia civile e penale. Non c’è e non c’è mai stato in me alcun atteggiamento estremista, razzista o antisemita". La Valcepina afferma: "Tramite il mio legale ho proceduto a diffidare Fanpage e La7 dal diffondere il servizio realizzato in maniera strumentale". E Jonghi: "Tanto rumore per nulla. Solo battute, millanterie e goliardate da bar".