Nessuna "sottovalutazione" ma anche la consapevolezza che il voto è stato un disastro: "Purtroppo siamo abituati a risultati non soddisfacenti". Il M5s, in Liguria, non ha racimolato neanche il 5% delle preferenze con parte dei voti, quasi 5mila, dirottati sull’ex senatore grillino Nicola Morra. Zavorrando inevitabilmente Andrea Orlando, che ha perso – alla fine – proprio perché il M5s è crollato. Il tutto a "casa" di Grillo – che non ha votato – e mentre il treno della Costituente grillina è in piena corsa (a fine novembre l’assemblea plenaria), con Giuseppe Conte che non si smarca dalla sconfitta ma, anzi, se ne assume "la responsabilità". Di un M5s oggi più zavorra che alleato forte per il cosiddetto ‘campo largo’. Molto, di sicuro, sarà dipeso anche dalle "scelte masochistiche" fatte nell’ultimo periodo, per dirla con la vicepresidente grillina del Senato Mariolina Castellone, ma ora l’incertezza sul futuro politico del Movimento è palpabile. E – forse – anche quello di Conte.
La sua leadership potrebbe essere messa in discussione e lui, il presidente del partito che improvvidamente ha cacciato Grillo poco prima dell’apertura delle urne liguri (una strategia o solo una totale mancanza della stessa?) lo ammette candidamente: "Le leadership sono sempre in discussione, nel momento in cui non c’è consenso della comunità, al di là delle scadenze. Noi stiamo facendo un’assemblea costituente e come sapete discutiamo di tutto". Ma – sostiene Conte – non si può farne solo una questione di numeri: "Lascino da parte le calcolatrici: ipotizzare fantasiose alleanze con Renzi e i suoi epigoni avrebbe solo fatto perdere ancor più voti al M5s e quindi alla coalizioni". Certo l’assemblea costituente è ancora in itinere. Ma le ultime mosse dell’ex premier sembravano tutte studiate per affossare il centrosinistra, più che per contribuire al suo successo, a partire proprio da quel no ai renziani, fino alle dichiarazioni nel libro di Vespa in uscita a fine mese (‘Hitler e Mussolini. L’idillio fatale che sconvolse il mondo’). Affermare, alla vigilia del voto in Liguria, che "Beppe Grillo è responsabile di una controcomunicazione", non ha fatto altro che disorientare l’elettorato grillino, che alla fine le urne le ha disertate. E a una domanda sulle dichiarazioni di Matteo Renzi riguardo al ruolo che Italia viva avrebbe potuto giocare nella coalizione a sostenere Andrea Orlando (Renzi aveva sostenuto che con i suoi voti il centrosinistra avrebbe vinto, ndr), il leader M5s ha risposto con una frecciata: "L’ha detto da Riad?".
Ragiona Paola Taverna, vicepresidente del Movimento, ieri in polemica accesa con l’ex ministro grillino, Danilo Toninelli (che ha lanciato un pesante j’accuse "è stato il leader a perdere, non il Movimento", ndr). "Danilo, questa non è la lista di Conte, è la lista del M5s e se oggi abbiamo il 4,5% probabilmente dipende anche da una guerra interna che sta facendo molto male al Movimento, per cui ognuno rimanga al suo posto". L’obiettivo è recuperare consenso mentre il Garante licenziato ieri ha lanciato un criptico messaggio; "Si muore più traditi dalle pecore che sbranati dal lupo".
A difesa di Grillo, nel mirino dell’ala contiana, si erge la senatrice Barbara Guidolin, in genere piuttosto riservata ma che i filo-Grillo considerano a loro vicina: "In 14 anni di M5s non ho mai vissuto Beppe Grillo come un padre padrone", sottolinea. Guidolin non attacca Conte ma puntualizza: "Percentuali così basse sono una conseguenza dell’incapacità del M5S di oggi di interpretare le esigenze del Paese, aggiornandosi senza rinnegare il passato". A cosa si riferisce? Se l’assemblea costituente "alla fine si rivelasse solo uno strumento per cambiare le regole fondative sarebbe l’ennesima batosta", spiega. I risultati della costituente sono attesi entro l`8 novembre e saranno resi pubblici una volta elaborati. Le elezioni in Liguria, a quanto pare, hanno chiarito, al di là di ogni ragionevole dubbio, che la strada del Movimento è lontana da quella del suo fondatore: la costituente non potrà fare a meno di sciogliere il nodo. O di tagliarlo. E solo a quel punto il M5s potrà ripartire.