Roma, 27 novembre 2024 – Onorevole Cecilia Guerra, economista e sottosegretaria all’economia con i governi Conte II e Draghi e già viceministra del lavoro: il Pd dice che l’offerta di pubblico scambio di Unicredit su Bpm ‘solleva molti interrogativi’. La vostra posizione in pratica è critica come quella della Lega. Come mai questa sintonia con Salvini?
"Non c’è nessuna sintonia con Salvini perché i nostri interrogativi sono diversi da quelli del leader della Lega. Guardiamo a questa operazione in cui si muovono grandi player e attendiamo l’esito di mercato, augurandoci che rispetti il pluralismo del sistema bancario e l’offerta adeguata per l’utenza. A vigilare però è la Bce. Più che altro questa fusione potrebbe mettere in discussione la nascita del terzo polo bancario, e da qui vengono le proteste di Salvini".
Il ministro Giorgetti parla di operazione ‘comunicata ma non concordata’. Secondo lei i banchieri devono concordare le operazioni con i governi?
"No, non esiste. Anche se ci dev’essere un confronto perché il settore delle banche e dei capitali è importante per il paese. Se questo confronto non c’è stato, io se fossi nel governo mi farei delle domande".
Per il Montepaschi si sono mossi Bpm, Caltagirone e Delfin. L’alternativa era Unipol. Il governo Meloni ha scelto in base a una preferenza politica o a un piano industriale? Anche a voi piace il terzo polo bancario?
"Si tratta di movimenti e interessi di soggetti economici, ai quali bisogna guardare con rispetto. Per questo è scomposta la reazione del governo che sembra aver paura di perdere il suo progetto di ‘terzo polo allineato’. Il problema è anche capire se l’operazione Mps rimane sul tavolo, visto che la stessa Bpm non ha mai dichiarato di voler essere il capofila dell’operazione. Sembrava più interessata all’acquisto di Anima che a questo".
Sui giornali si è parlato della possibilità dell’uso del golden power. Posto che sia possibile in questo caso, il Pd è favorevole o contrario a un eventuale intervento del governo nel mercato dei capitali?
"Si tratta di un intervento finalizzato alla protezione di asset strategici. Se ci sono interessi nazionali da salvaguardare o se è in pericolo la stabilità economica l’intervento ci può stare. Ma prima bisognerebbe capire se questo rischio c’è o non c’è. Perché questa operazione dovrebbe mettere in difficoltà il paese? Non è stato spiegato. In questo momento, con le informazioni a disposizione che sono molto limitate e Unicredit che deve ancora farci capire cosa vuole fare con Bpm e Commerzbank, i giudizi sono prematuri. Il governo venga a spiegarci cosa sta succedendo il Parlamento. Poi decideremo. Nel frattempo meglio non fare confusione: quando Salvini dice che la Banca d’Italia dovrebbe vigilare mi viene da rispondere che è la Bce che deve vigilare. E se ci sono problemi di concentrazione sarà l’Antitrust europeo a pronunciarsi".