Mercoledì 25 Dicembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Comma 22 e sindrome di Procuste, ecco cosa vuole dire Grillo

Il comico sarcastico sul voto online che deciderà la posizione del Movimento 5 Stelle su Salvini e il caso Diciotti. Ecco il significato delle espressioni che ha usato a proposito del quesito

Il tweet di Grillo (Ansa)

Roma, 17 febbraio 2019 - L'uscita di Beppe Grillo - sarcastica nei confronti del Movimento 5 Stelle - ha spiazzato tutti. "Se voti Sì vuol dire No. Se voti No vuol dire Sì. Siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste!", ha scritto sul suo profilo Facebook in merito al voto on line sul caso Diciotti.

Con queste due espressioni Grillo sta sottolineando la poca chiarezza del quesito a cui gli iscritti alla piattaforma Rousseau dovranno rispondere per esprimersi sull'autorizzazione a procedere contro il ministro. Ma che cosa sono la 'sindrome di Procuste' e il 'Comma 22'?

Comma 22 (titolo originale 'Catch-22') è un romanzo del '61 di Joseph Heller: è ambientato nella Seconda Guerra mondiale e narra le disavventure di un gruppo di aviatori Usa in Italia. Il senso è molto critico verso la guerra e viene spesso citato per "il paradosso del Comma 22" formulato dall'autore per intendere un circolo vizioso: l'apparente possibilità di scelta in una procedura dove, nella realtà, per motivi nascosti, non è possibile avere scelte essendo il destino segnato.

In psicologia, con 'sindrome di Procuste' s'intende il disprezzo che un individuo prova per quelle persone che hanno maggiori capacità e talento. Non è solo una sensazione negativa, ma spesso si trasforma in vere azioni che hanno l'obiettivo di sminuire - se non addirittura di sabotare - l'altro. Chi soffre di questa sindrome è molto frustrato e attiva una competitività negativa che tende a ostacolare l'altro, soltanto per sentirsi meglio.

Nella mitologia greca Procuste è il nomignolo di un criminale (tal Damaste) che stando sul monte Coridallo, nell'Attica, assaliva i viandanti e li massacrava colpendoli con un'arma strana: un martello su un'incudine a forma di letto scavata nella roccia. Le vittime venivano stirate a forza se troppo corti, o amputati se sporgevano dal letto. Il terribile Damaste venne ammazzato da Teseo, che lo incontrò mentre andava ad Atene: lo costrinse allo stesso supplizio che imponeva ai suoi malcapitati.

La tortura di Procuste era terribile: non appena catturava una persona, la posizionava su uno di quei letti. Se la vittima era grande e corpulenta, era costretta a sdraiarsi sul letto più piccolo, e Procuste tagliava il suo corpo in modo farlo combaciare con la misura del letto. Se il malcapitato era minuto, era obbligato a distendersi sul letto grande; per far coincidere la misura del suo corpo con quella del giaciglio, Procuste lo piallava e lo stirava, come si fa con la pasta di una pizza, slogandone prima gli arti. Per questo l’espressione 'letto di Procuste' si riferisce a una particolare situazione alla quale una persona deve, suo malgrado, adattarsi.