Sabato 23 Novembre 2024
CLAUDIA MARIN
Politica

Il governo si spacca sulla stangata verde

Stop di Renzi e Di Maio: "No a nuove tasse". Conte rilancia sulla lotta agli evasori

Matteo Renzi (ImagoE)

Matteo Renzi (ImagoE)

Roma, 23 settembre 2019 - Il primo allarme in casa 5 Stelle è suonato quando numerosi parlamentari grillini hanno cominciato a bocciare sui loro profili social i progetti del duo Costa-Fioramonti per nuove tasse, esplicite e implicite, su merendine, voli aerei e diesel. Ma è stata la lettura delle parole di Matteo Renzi e Matteo Salvini, allineati nel cavalcare il no alla raffica di balzelli ‘verdi’ e salutisti, a convincere Luigi Di Maio a scendere in campo, per mettere un freno alle proposte dei ministri grillini dell’Ambiente e dell’Istruzione e per dare uno stop all’avallo dello stesso premier Giuseppe Conte. 

Tasse, Di Maio e Renzi: no a nuovi balzelli. Conte: pene anche detentive agli evasori   "Fermi tutti. Abbiamo come obiettivo quello di abbassare le tasse, non di aumentarle – avvisa Di Maio -. È sbagliato scatenare un dibattito al giorno per parlare di nuovi balzelli". Per non lasciare spazio a perplessità, incalza: "Se questo governo esiste, è perché lo sostiene il M5S". Le priorità, dunque, restano altre: bloccare l’aumento dell’Iva, tagliare il cuneo fiscale, introdurre il salario minimo. Senza rinnegare l’ambiente: "Giusto premiare chi non inquina e disincentivare chi se ne frega. Ma tutto – sottolinea – deve prevedere una transizione lunga per convertire i propri stili di vita e le produzioni industriali". 

Niente fughe in avanti. Del resto, Salvini aveva attaccato a testa bassa in vista delle prossime elezioni regionali: "Spero non starete facendo colazione con una girella o con qualche altra temibile e tassabile merendina – aveva scritto sul suo profilo –. Se ci sarà un solo euro di tasse in più, non usciranno dal Parlamento, li teniamo lì giorno e notte". Né è stato da meno l’altro Matteo: "Siamo per un piano di investimenti verdi sul modello tedesco – scrive Renzi -. Ma non significa che, per essere verdi, dobbiamo alzare le tasse agli agricoltori o ad altri".    Nel M5S si spiega che l’ultimatum di Di Maio non è un attacco diretto a Conte. E, d’altra parte, almeno su un pezzo – quello degli incentivi alla rottamazione dei veicoli inquinanti – del decreto del ministro Sergio Costa, il premier vuole andare avanti. Sul palco della festa della Cgil, però, ha virato su altri argomenti, ribadendo la volontà di tagliare le tasse (l’orizzonte è però di 2-3 anni): "Giudico il sistema fiscale iniquo e inefficiente. Dobbiamo arrivare a una disciplina che crei una vera alleanza tra il cittadino onesto e il fisco», sottolinea il premier. Che si è detto «favorevole a pene detentive per i grandi evasori".    Riferimento più generico alle misure verdi: "Vogliamo perseguire il Green new deal, riorientando il nostro sistema produttivo verso l’economia circolare, con progressività". Si vedrà giovedì, in Consiglio dei ministri, che fine farà il provvedimento del titolare dell’Ambiente. Di sicuro anche il Ministero dell’Economia ha sollevato più di un’obiezione sulle coperture del pacchetto. Niente da fare, invece, per la tassa sulle merendine di Lorenzo Fioramonti e, secondo buona parte del Movimento, anche per la cosiddetta "aviation tax".