Giovedì 26 Dicembre 2024
ETTORE MARIA COLOMBO
Politica

Governo italiano, le consultazioni: calendario e scenari. La guida completa

A un mese esatto dalle elezioni inizia l'iter che deve portare alla formazione di un nuovo esecutivo. Alle porte c'è una scadenza importante: il 10 aprile si deve varare il Def Quotidiano.net per upday

Nuovo governo, road map e scadenze

Aprile, al via le consultazioni...

Aprile è il mese in cui si aprono le consultazioni al Colle per la formazione di un nuovo governo, dopo il risultato politico delle elezioni del 4 marzo e i primi atti ufficiali delle nuove Camere e cioè della XVIII legislatura. L'elezione dei due presidenti di Camera e Senato, Fico e Casellati, e la composizione degli uffici di presidenza con l'elezione di quattro vicepresidenti, tre questori e otto segretari d'aula per ogni Camere per un totale di 30 incarichi che servono a far partire la macchina. Le consultazioni al Quirinale, nello studio della Vetrata, inizieranno il 4 aprile e seguiranno un rigido calendario, già scandito e diffuso, il 29 marzo, da un comunicato del Colle. Non c'è nulla di scritto, nella Costituzione, al riguardo, ma antiche consuetudini ne regolano lo svolgimento. Eccole.

 

Consuetudine più che regole. Le consultazioni

Un'antica consuetudine, peraltro non sempre rispettata nella storia repubblicana, cioè dal 1946 ad oggi, prevede di aprire le consultazioni ascoltando i presidenti delle Camere e il presidente emerito della Repubblica (peraltro, dall'elezione bis di Giorgio Napolitano, nel 2015, in poi, si tratta di un ex Capo dello Stato bis), poi di passare ai gruppi parlamentari, con moto ascendente, cioè dal più piccolo al più grande.

La consistenza dei gruppi parlamentari, regola aurea per decidere chi sale prima e chi dopo al Quirinale, è data dalla loro somma algebrica nelle due Camere e non dal fatto che un gruppo sia più forte in una Camera oppure nell'altra.

La presenza, alle consultazioni, oltre che dei capigruppo, di leader non eletti in modo democratico e formale nelle loro rispettive formazioni politiche, è una pratica invalsa solo dalla II Repubblica (1993). In tempi recenti Grillo nel 2013 è salito con i capigruppo di M5S; Berlusconi lo farà con FI.

Nella I Repubblica (1946-1992), infatti, salivano al Colle, con i capigruppo, i segretari di partito e/o i presidenti degli stessi partiti. Si trattava sempre di cariche elettive e, di solito, sempre di parlamentari mentre nella II Repubblica si è trattato anche di figure non elette e/o di non parlamentari.

Una curiosità riguarda i rappresentanti del gruppo Misto: raccolgono le formazioni politiche che, pur elette, non hanno diritto a costituirsi in gruppi autonomi (la regola dice che bisogna avere 20 deputati alla Camera o 10 senatori al Senato) e, dunque, rappresentano una pluralità di posizioni. I rappresentanti del Misto salgono al Colle ma devono farsi carico delle diverse sensibilità presenti al loro interno. In questo caso, LEU non ha - per ora - gruppi autonomi ma presiede entrambi i gruppi del Misto di Camera e Senato.

 

Il calendario del Colle e la consistenza dei gruppi

Il Quirinale ha già diffuso, come si dice, il calendario delle consultazioni. Nel caso che se ne debbano fare altre, cambieranno i giorni, ma non l'ordine di apparizione. Vediamo, dunque, con la scadenza dell'unico calendario disponibile, quando, come e chi si recherà al Colle.

Mercoledì 4 aprile, saliranno i presidenti del Senato (Casellati), alle ore 10.30, e della Camera (Fico) alle 11.00. Alle 12.30 il presidente emerito Giorgio Napolitano.

Sempre mercoledì 4 aprile, alle ore 16, sarà la volta del gruppo Autonomie del Senato. Si tratta di un gruppo 'speciale' presente, storicamente, solo a palazzo Madama. Conta, in questa legislatura, otto senatori, il capogruppo è Jiuliane Unterberg (Svp) in rappresentanza della Svp. Ne fanno parte Gianclaudio Bressa (ex Pd), Napolitano (che però è già andato al Colle da solo in qualità di presidente emerito), Pierferdinando Casini, la senatrice a vita Elena Cattaneo. Il gruppo ha avuto la dispensa a restare sotto soglia (10 senatori il minimo in base al nuovo regolamento del Senato) perché rappresenta le minoranze linguistiche.

Alle ore 16.45 sarà la volta del Gruppo Misto del Senato e alle 17.30 del Gruppo Misto della Camera. Il gruppo Misto della Camera è composto da 36 deputati ed è presieduto da Federico Fornaro (LEU). Comprende 14 deputati di Leu (i quali presto dovrebbero avere la deroga per costituire un gruppo autonomo pur stando sotto la soglia di 20 deputati); 4 delle minoranze linguistiche; 3 di +Europa; 2 di Insieme; 2 di Civica e popolare; 4 di Noi con l'Italia-Udc; 5 ex M5S. Il gruppo Misto del Senato è composto da 12 senatori, è guidato da Loredana De Petris (Leu) e comprende 4 senatori di Leu; 1 di Insieme; 1 di +Europa; 2 ex M5S; 2 senatori a vita (Monti e Segre, l'ultima senatore a vita nominata nel 2018 da Mattarella).

Alle 18.30 di mercoledì 4 aprile l'ultimo incontro del giorno sarà con i gruppi parlamentari di Fratelli d'Italia (50). Il partito guidato dal deputato Giorgia Meloni, presidente di FdI, conta su 32 deputati e 18 senatori. I capigruppo sono Fabio Rampelli (Camera) e Stefano Bertacco (Senato).

Giovedì 5 aprile si riapriranno le consultazioni al Quirinale. Il primo gruppo, quartultimo nell'ordine di salita al Colle, sarà quello del Pd alle ore 10. Il Pd, infatti, con 163 parlamentari (111 i deputati e 52 i senatori) è il IV partito per consistenza numerica: ha eletto capigruppo Andrea Marcucci (Senato) e Graziano Delrio (Camera). Saliranno al Colle accompagnati dal segretario del Pd, il deputato Maurizio Martina. Non ci sarà invece il senatore Renzi, che non ha più cariche, ma forse il presidente Orfini.

Alle ore 11.00 sarà la volta dei gruppi di Forza Italia. I capigruppo di FI al Senato (Annamaria Bernini) e alla Camera (Mariastella Gelmini): rappresentano 104 deputati e 61 senatori per un totale di 165 parlamentari. Il presidente del partito, Silvio Berlusconi (su cui pende ancora la causa di non eleggibilità ex legge Severino) dovrebbe andare al Colle insieme ai suoi capigruppo. Da notare che, al Senato, i 4 eletti di Noi con l'Italia- Udc sono entrati nel gruppo di FI, alla Camera no (stanno nel Misto).

Alle ore 12.00 toccherà ai gruppi della Lega. Il senatore Matteo Salvini, segretario della Lega, salirà al Colle con i due capigruppo Gian Marco Centinaio (Senato) e Giancarlo Giorgetti alla Camera. La Lega conta su 125 deputati e 58 senatori per un totale di 183 parlamentari.

Infine, alle ore 16.30, le consultazioni saranno completate con i Gruppi di M5S. I capigruppo Giulia Grillo (Camera) e Danilo Toninelli (Senato) saliranno al Colle con il capo dei 5Stelle, il deputato Luigi Di Maio. M5S conta 222 deputati e 109 senatori, in totale 331 parlamentari.

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La pausa di riflessione e il conferimento dell'incarico

Venerdì 6 aprile sarà, per il Capo dello Stato, una giornata cosiddetta "di riflessione". Ascoltati tutti i gruppi e le forze presenti in Parlamento, sulla base dei programmi, degli eventuali accordi politici e soprattutto dei numeri necessari a godere di una base parlamentare (la Repubblica italiana è una repubblica parlamentare: è il Parlamento che dà la fiducia al governo, quindi nessun governo può nascere senza la fiducia e, in teoria, solo il Parlamento può battere un governo, sfiduciandolo, anche se di crisi cosiddette 'extraparlamentari', cioè non dovute a una mancata fiducia, sono pieni gli annali della storia patria...) che gli verranno sottoposti, Mattarella rifletterà sulle prossime mosse. Cioè, 'se' conferire un incarico per formare un governo e a 'chi'. Potrebbe anche, il Capo dello Stato, decidere di aprire, dopo qualche giorno, un nuovo giro di consultazioni, senza conferire a nessuno l'incarico perché non convinto dai propositi delle forze politiche, specialmente se – come è in questo caso – nessun partito gode, come base di partenza, della maggioranza in nessuno dei due rami del Parlamento.

Lunedì 9 aprile il Capo dello Stato potrebbe, come si diceva, conferire l'incarico (pieno, esplorativo, o un pre-incarico, come vedremo dopo) oppure dare il via a un nuovo giro di consultazioni (l'ipotesi è tra 11 e 12 aprile).

Un altra data importante da segnare sul calendario è martedì 10 aprile. Entro quella data, infatti, il governo Gentiloni (dimissionario ma in carica) deve varare il Def, previo parere di due commissioni speciali competenti (50 deputati e 27 senatori) che avranno lavorato tra il 3 e il 7 aprile, votando un documento comune o a maggioranza.

Il Def va approvato dalle Camere e a maggioranza assoluta (50%+1 dei voti) entro il 15-30 aprile al massimo per essere poi inviato e vidimato a Bruxelles dalla commissione Ue.

Cosa succede dopo le consultazioni
Cosa succede dopo le consultazioni

Incarico pieno, pre-incarico o incarico esplorativo?

Il tipo di incarico che il capo dello Stato vorrà conferire (pieno, esplorativo o pre incarico) sarà noto solo alla fine del primo giro di consultazioni. Nella scelta il Capo dello Stato ha piena libertà di manovra, può indicare personalità politiche o non politiche, parlamentari o non parlamentari, figure espressioni di una forza politica, di un'area politica o tecnici. Va ricordato che il Capo dello Stato non può sindacare un programma di governo, ma può chiedere a) che la base parlamentare del futuro governo sia solida; b) che i ministri del governo corrispondano a dei particolari criteri per il ruolo a loro prescelto perché spetta a lui il ruolo di controfirma della lista dei ministri oltre che della nomina del presidente del consiglio (art 92 e 93 Cost.). Ma vediamo le tre fattispecie classiche dell'incarico di governo.

Il pre-incarico. Serve per verificare, da parte di un leader politico, se è capace di trovare una maggioranza atta a formare un governo. Il presidente del consiglio pre-incaricato deve tornare a riferire al Capo dello Stato che decide, in modo insindacabile, se trasformare il pre-incarico in un incarico pieno. In sostanza, il presidente pre-incaricato non giura né compone la lista dei ministri. E' il Capo dello Stato e non lui a sciogliere l'eventuale riserva. Precedente. Il pre-incarico affidato da Napolitano a Pierluigi Bersani nel 2013 per verificare la possibilità di trovare una maggioranza che il centrosinistra aveva solo nella Camera ma non al Senato. Il pre-incarico rimase tale.

L'incarico (o mandato) esplorativo. E' un incarico che viene quasi sempre affidato a una personalità terza (di solito il presidente di uno dei due rami del Parlamento, preferibilmente quello del Senato, seconda carica dello Stato) al fine di esplorare nuove possibilità d'intesa che, durante le consultazioni non sono emerse, ma che potrebbero emergere nei colloqui informali con i partiti, e dopo riferire al Presidente che valuta il da farsi. Non va confuso con il pre incarico. Precedenti: la presidente della Camera, Nilde Iotti ricevette, nel 1987, dal presidente Cossiga, un incarico esplorativo. (Fu la prima volta di una donna e la prima e unica volta di un esponente del Pci). Il presidente del Senato Franco Marini nel 2007 lo ricevette dal presidente Napolitano. Entrambi i tentativi fallirono.

L'incarico (o mandato) pieno. E', ovviamente, la norma. O dovrebbe esserlo. La prassi costituzionale vede il presidente del Consiglio incaricato di formare un governo accettare l'incarico "con riserva". Una prassi che è stata interrotta una volta sola e da Silvio Berlusconi nel 2008: forte della vittoria elettorale ottenuta, rifiutò la formula dell'accettazione “con riserva” e procedette subito alla nomina dei ministri, auto concedendosi un incarico pieno.

Una volta conferito l'incarico e formato il governo, che giura, come il presidente del Consiglio, anche se in due momenti distinti, nella mani del presidente della Repubblica, il nuovo governo deve chiedere e ottenere la fiducia delle Camere entro 10 giorni (termine tassativo ex art 94 Cost). Ove la ottenga, può iniziare a governare, ove non la ottenga, il governo appena nato rimette il mandato nelle mani del Capo dello Stato, il quale procede a nuove consultazioni, ma che prega anche il governo battuto nelle Camere, e quindi dimissionario, di restare in carica. La formula è sempre quella del “disbrigo degli affari correnti”. Sarebbe quindi quest'ultimo, anche se battuto, e non il governo Gentiloni (che è attualmente in tale condizione) a restare in carica fino a nuovo governo o a nuove elezioni.

I precedenti, le formule e la storia repubblicana

Precedenti, consuetudini e prassi costituzionale vengono consultati, in questi giorni, come sempre avviene in questi casi, dal presidente e dai suoi principali collaboratori che sono il segretario generale Ugo Zampetti, i consiglieri comunicazione per la comunicazione Astori e Grasso, etc.