Roma, 16 giugno 2023 – Senatrice Gelmini, un funerale molto sentito, quello di Silvio Berlusconi. Ora si apre un nuovo corso per Forza Italia e la politica?
"È presto per prefigurare scenari. I funerali di mercoledì hanno dimostrato l’insostituibilità di Berlusconi e il centrodestra dovrà inevitabilmente fare i conti con questo grande vuoto. Tuttavia, nell’immediato non prevedo particolari problemi per la maggioranza di governo. Nel medio periodo è probabile che il quadro politico, dopo qualche fibrillazione, si assesterà con nuovi equilibri. Certo è che se la sinistra è ancora quella che protesta per il lutto nazionale o per i funerali di Stato, Meloni può dormire sonni tranquilli".
L’eredità politica di Berlusconi che fine farà?
"Berlusconi è stata una personalità eccezionale da ogni punto di vista e non ha nominato un erede. Tuttavia, la sua eredità è Forza Italia e non è in liquefazione. Ha una classe dirigente, ministri, eletti nelle istituzioni, sostenitori. Chi è rimasto dovrà ora dimostrare le sue doti e provare a fare politica senza l’ombrello di un leader carismatico in una coalizione che pure ha bisogno di una gamba moderata".
È ora di cominciare a costruire una grande area di centro?
"Non mi iscrivo alla gara per strappare elettori o parlamentari a Forza Italia. Credo che in questo momento occorra rispetto verso il travaglio di quella comunità politica. L’esigenza di uscire dallo schema di contrapposizione muscolare destra-sinistra per noi non nasce ora, non dipende dalla scomparsa di Berlusconi. La sfida parte da più lontano: per quanto mi riguarda, da quando Forza Italia ha perso centralità nella coalizione che Berlusconi aveva inventato e si è messa in scia alla Lega".
Azione che ruolo vuole avere in questa partita?
"Azione è dentro questa partita fin dalla sua nascita. Siamo una forza politica che è alternativa alla destra come alla sinistra. Vogliamo batterci per ciò che il governo sta evitando di affrontare a cominciare dall’aumento del costo della vita, dalla perdita di potere d’acquisto dei salari, dal basso livello di produttività, che va fatto crescere con Industria 4.0. Esiste una fascia di elettori che è stanca delle ideologie e che trova sbagliata tanto la resistenza del governo sul Mes, quanto la patrimoniale della Schlein o la chiamata alla piazza di Conte o dei sindacati, che protestano anche se il governo dà qualche soldo in più in busta paga ai lavoratori".
Dicono che Meloni voglia creare un grande partito conservatore italiano.
"I partiti, in tempi di leadership personali, si plasmano anche da Palazzo Chigi. Non so se Giorgia Meloni vorrà trasformare Fratelli d’Italia in qualcosa di diverso. Lo vedremo. La partita europea poi, non dipende solo da lei o dall’Italia: gli attori in campo sono molteplici e c’è un voto in mezzo, quello per le Europee, che, come ogni elezione, non è scontato".
A proposito di Europa e di popolari lei ha partecipato, sabato, a un evento a Milano.
"Insieme ad alcuni amici di Azione, a cominciare da Emma Fattorini e da Carmine Pacente, vogliamo ribadire che il nostro movimento è anche la casa di chi si riconosce nel popolarismo. Per questo abbiamo iniziato a dialogare con cittadini, eletti, associazioni. Europeismo, atlantismo, centralità dell’individuo, libertà di scelta educativa: sono nel dna popolare e anche di Azione. E lo è anche l’attenzione all’ambiente: ma la giusta spinta verso la transizione ecologica va coniugata con l’esigenza di salvaguardare le nostre filiere produttive e i posti di lavoro. E poi è indispensabile tornare ad investire in istruzione e sanità. Di tutto questo parleremo ancora: il prossimo incontro sarà a Padova".