Martedì 5 Novembre 2024
ROBERTO GIARDINA
Politica

Governo Draghi: da Cincinnato a Benedetto XVI, quando il gran rifiuto fa la storia

In passato molti hanno abdicato in nome dei princìpi: Draghi potrebbe essere solo l’ultimo esempio Per il suo gesto Dante collocò Celestino V all’Inferno, mentre Edoardo VIII lasciò il trono per amore

Joseph Ratzinger, eletto papa come Benedetto XVI. Nel 2013 rinunciò al soglio pontificio

Joseph Ratzinger, eletto papa come Benedetto XVI. Nel 2013 rinunciò al soglio pontificio

Per alcuni, o per molti, il comportamento di Mario Draghi è incomprensibile. Tutti lo pregano di non gettare la spugna, di restare al governo, da Joe Biden a Macron fino a Mattarella. Per il bene dell’Italia, dell’Europa, per non indebolire il fronte degli occidentali in un momento drammatico, ma lui resiste, continua a rispondere di no. Per quale oscuro motivo o calcolo? Difficile accettare che qualcuno voglia restare fedele a sé stesso, non per orgoglio, ma perché per lui è impossibile venire meno ai suoi principi.

Nelle biografie degli storici su re e principi, uomini di Stato, condottieri, spesso si legge che "non comprese la situazione" e compì un errore che lo condusse alla sconfitta. Con il senno di poi, è facile giudicare e scegliere la mossa giusta, ma a volte il protagonista della storia aveva ben capito che la sua scelta lo avrebbe probabilmente condotto alla rovina, ma gli era impossibile comportarsi altrimenti, senza rinunciare a quel che credeva. Non per orgoglio o arroganza. Semplicemente, non poteva tradire sé stesso.

Il primo nome che viene in mente è quello di Cincinnato che, nominato dittatore, lasciò dopo 16 giorni (la carica durava sei mesi) per ritirarsi nei suoi campi. Una leggenda, più che una storia. Era anziano e ritornò alla politica, prima del ritiro definitivo. Dante lo pone in Paradiso. "Fece per viltade il gran rifiuto" è la frase con cui invece condanna Celestino V, posto all’Inferno. Pietro del Morrone, monaco e eremita, in fama di santità, fu nominato papa a 80 anni, età venerabile per il tempo, nel 1294, e si dimise quattro mesi dopo. Era anziano e si rendeva conto di non poter affrontare il peso della carica. Morì due anni dopo. Francesco Petrarca gli rende merito nel ’De Vita solitaria’. Oltre 700 anni dopo, toccò a un altro papa ’abdicare’: nel 2013, infatti, Benedetto XVI rinunciò al soglio pontificio. Al suo posto venne eletto Papa Francesco.

Tommaso Moro (1478-1535) era amico e ascoltato consigliere di Enrico VIII che lo pose a capo della Chiesa. Lui, però, non si piegò all’Atto di supremazia voluto dal sovrano, che lo avrebbe obbligato a riconoscere il potere dello Stato sulla fede. E si oppose al divorzio di Enrico da Caterina d’Aragona per sposare Anna Bolena. Fu condannato a morte e decapitato. Nel 1954, Robert Bolt ha scritto un dramma sulla sua figura, ’Un uomo per tutte le stagioni’: Moro era uomo di fede, ma anche un abile diplomatico, un uomo pragmatico e pronto ai compromessi. Ma quel limite fu per lui invalicabile.

C’è poi chi rinunciò alle proprie idee. Come Galileo Galilei, che per questo ebbe salva la vita davanti all’Inquisizione. Invece Giordano Bruno all’inizio abiurò diverse sue teorie, ma quando gli si impose di ritrarre tutto il suo credo, disse di no. Fu bruciato vivo in Campo dei Fiori a Roma, nel 1600.

Edoardo VIII, nipote della regina Vittoria, rinunciò alla corona per amore di Wally Simpson. Avrebbe potuto continuare la relazione, nell’ombra. Londra è simile alla Sicilia: tutto è permesso purché si possa fare finta di non sapere. Ma Edoardo voleva che Wally fosse onorata come una regina. Purtroppo esiste anche un’altra versione della storia: fu costretto ad abdicare da Winston Churchill perché troppo amico di Hitler.

Sono rari i gran rifiuti nella storia al di sopra di ogni sospetto. Ognuno di noi, a un certo punto della vita, può trovarsi a scegliere tra la via più comoda e quella dal prezzo elevato. La segretaria che dice no al capoufficio libidinoso e perde ogni privilegio, come un’attrice che non si concede al produttore. E il capoufficio che si rifiuta di licenziare qualche dipendente per il bene dell’azienda e rinuncia a diventare direttore. Qualcuno dirà sempre che non aveva compreso la situazione.