Giovedì 12 Settembre 2024
OLIVIA POSANI
Politica

Gli sgravi fiscali nel mirino di Padoan. Tagli ai bonus per chi non investe

Dossier rinviato a ottobre. Due miliardi di possibili risparmi immediati. Si riparte dal piano Giavazzi (che ha tre anni) e da quello di Vieri Ceriani del 2011

Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan (Newpresse)

Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan (Newpresse)

Roma, 14 aprile 2015 - IL PIANO Giavazzi tra poco compirà 3 anni, mentre il dossier sulle cosiddette tax expenditures è stato messo a punto da Vieri Ceriani nel 2011. Ma si riparte da lì: dal riordino e razionalizzazione di sconti, agevolazioni, crediti di imposta per aziende e famiglie. Il Documento di economia e finanza (Def) approvato venerdì scorso mette ancora una volta nel mirino le agevolazioni fiscali. Naturalmente, dovendo solo fornire una cornice macro economica, il Def non dà cifre né spiega quali interventi specifici verranno varati. Compiti che spettano alla legge di Stabilità da approvare a ottobre, che porterà la firma di Renzi e Padoan. Intanto gli uffici si sono rimessi al lavoro. A Palazzo Chigi Renzi ha assegnato l’impopolare incarico di ridurre la spesa pubblica a Yoram Gutgeld e Roberto Perotti, due professori che riprenderanno la ricognizione dei vari capitoli lasciata in eredità dal commissario alla spending, Cottarelli.

NESSUNO si sbilancia sull’ammontare della spesa aggredibile, ma con il passare del tempo le iperboliche cifre iniziali si sono ridimensionate. Un po’ per la difficoltà dell’intervento, che non può essere lineare, un po’ perché a nessuno piace intervenire con misure indigeste per l’opinione pubblica. Diciamo comunque che l’intervento più agevole è quello sui sussidi alle imprese, che sono pronte a barattare la misura con un alleggerimento dei costi. Il dossier stilato dall’economista Francesco Giavazzi durante il governo Monti prevedeva di tagliare gli incentivi che non creano investimenti aggiuntivi, in modo da spostare le risorse sul taglio del cuneo fiscale. Risparmio previsto, 10 miliardi. Una stima di medio periodo, visto che alcune voci prevedono impegni pluriennali delle amministrazioni.

SECONDO Palazzo Chigi si potrebbe arrivare a un risparmio di circa 2 miliardi. Tra gli ‘aiuti’ aggredibili, il professore della Bocconi prevedeva contributi in conto interessi, aiuti per emittenti locali, agricoltura, crediti di imposta, Far, bonus occupazionale, fondo finanza d’impresa, incentivi assicurativi e all’aeronautica. Secondo Giavazzi i tagli sulle imprese, accompagnati da interventi compensativi, produrrebbero sensibili benefici sul Pil.

UN ALTRO miliardo e mezzo è atteso dalla riduzione delle agevolazioni fiscali che complessivamente valgono 253 miliardi l’anno. Vieri Ceriani, già sottosegretario di Stato, ha censito 721 agevolazioni di cui alcune blindate: detrazione Irpef per lavoro dipendente e pensione, familiari a carico, che valgono circa 80 miliardi. In una via di mezzo erano state collocate le detrazioni del 19% delle spese mediche, quelle del 36% sul recupero edilizio e del 55% per il risparmio energetico, gli interessi passivi sui mutui. In vista della legge di Stabilità si scaverà tra le agevolazioni riconosciute come «ingiustificate o superate» e si aboliranno le duplicazioni di misure esistenti. Da qui a ottobre si capirà se Renzi vuole andare oltre, sapendo che il rischio è incidere la carne viva del ceto medio e di rinviare ancora la ripresa.