Martedì 16 Luglio 2024
GIORGIO CACCAMO, INVIATO
Politica

Gli sforzi per la pace. Il primo Papa al summit dei grandi: "La macchina non uccida l’uomo"

L’accoglienza di Meloni: è un momento storico, non la ringrazierò mai abbastanza per essere qui. Dieci incontri bilaterali, il pontefice ha subito chiesto di mettere al bando le armi autonome

Roma, 15 giugno 2024 – "Ho due versioni del discorso, una breve e una lunga... Leggerò quella breve!". Papa Francesco sorride davanti alla platea di potenti più nutrita di sempre. È la prima volta che un pontefice partecipa a un G7, lo fa perché invitato dalla presidenza italiana a parlare di tanti temi, ma soprattutto di quello che gli sta ormai molto a cuore: l’intelligenza artificiale. Bergoglio arriva a Borgo Egnazia per parlare di futuro, con lo sguardo giovane di un 87enne che non rinuncia alla risata, nonostante la serietà dei temi. Sarà che la mattina, in Vaticano, aveva incontrato decine di comici, ma appena atterra con l’elicottero al resort di Fasano, il Papa si presenta sorridente. Lo accoglie la premier Giorgia Meloni e tra i due è subito feeling. "Eh, che bella risata", dice Francesco. "Vabbè, io e lei sempre, Santità", replica Giorgia che poi sottolineerà emozionata che momento storico rappresenta avere il capo della Chiesa cattolica nel più importante summit politico della Terra. "Non la ringrazierò mai abbastanza, Santità", ripete la premier italiana.

G7, l'arrivo di Papa Francesco e Giorgia Meloni in Papamobile
G7, l'arrivo di Papa Francesco e Giorgia Meloni in Papamobile

Ha proprio voglia di esserci, il pontefice “venuto dalla fine del mondo“, a tal punto che fa lo sforzo di salire da solo, quasi senza aiuti, sulla golf car insieme a Meloni. Una presenza così importante e inedita finisce anche per stravolgere protocolli, regole e – chiamiamole così – liturgie. Il presidente francese Macron gli si getta incontro per salutarlo ma non ha la giacca, e lui quasi lo bacchetta. Il connazionale Milei, con il quale non sono sempre rose e fiori, lo abbraccia come se fosse un vecchio parente che non vede da tempo. Persino l’indiano Narendra Modi lo stringe a sé, mentre con l’amica Giorgia Meloni si era limitato a un cerimonioso e tradizionale namasté a mani giunte.

Insomma, avere il Papa in mezzo ai grandi della Terra, ai leader chiave in un momento così delicato, alle più importanti istituzioni internazionali (Onu, Unione europea, Unione africana), è una novità per tutti. E il discorso di Francesco è quasi una lectio magistralis. Una lezione da guida spirituale ma anche da capo di Stato. "La politica serve", precisa davanti a tutti, citando uno dei suoi predecessori, Pio XI, secondo cui "la politica è la più alta forma di carità". Cita Robert Hugh Benson e Il Padrone del Mondo, romanzo distopico, che disegna un futuro a tinte fosche già nel 1907. Anzi, consiglia proprio di leggerlo, come ha già fatto altre volte. Una lettura per ragionare sul rischio di uniformarsi, dice. E cosa c’è di più rischioso della tecnologia, se non governata, che può uniformare, deviare o cancellare la persona umana? Tutto ciò per mettere in guardia dai rischi dell’intelligenza artificiale, ovviamente.

"Affascinante ma tremenda", la definisce, come tutti quegli "utensili" che l’uomo ha plasmato nella Storia finendo però poi per esserne modellato. Non è per niente un caso che Bergoglio abbia scelto di ribadire concetti simili davanti ai potenti della Terra riuniti in Puglia per parlare, soprattutto, di conflitti, crisi umanitarie, morti e ricostruzione. "Nessuna macchina dovrebbe mai scegliere se togliere la vita a un essere umano", ha ammonito il Papa, che infatti è preoccupato per l’altro suo grande cruccio che da mesi, anzi anni, lo porta a fare appello ai Paesi di tutto il mondo. Basta guerra. "In un dramma come quello dei conflitti armati – ha osservato proprio a proposito delle decine di guerre che insanguinano il pianeta – è urgente ripensare lo sviluppo e l’utilizzo di dispositivi come le cosiddette ‘armi letali autonome’ per bandirne l’uso, cominciando già da un impegno fattivo e concreto per introdurre un sempre maggiore e significativo controllo umano".

La tecnologia dunque "non è neutrale", ammonisce il vicario di Cristo. Un discorso tecnico, filosofico, ma anche pienamente politico. Papa Francesco ribadisce infatti le sue priorità anche in dieci incontri bilaterali, compreso quello con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky (che si presenta in maglietta nera e pantaloni verde militare), che di questo vertice “di guerra“ è sicuramente una delle punte principali. Parla anche con Biden, con il quale in passato gli attriti, su temi propriamente cattolici, non sono mancati. Tesse la sua tela, politica e diplomatica, e poi ritorna in serata in Vaticano. Stanco, ma sempre con il sorriso, così com’era arrivato.