Venerdì 9 Agosto 2024
RAFFAELE MARMO
Politica

Valditara: “Rispetto e responsabilità, la nuova educazione civica nelle scuole da settembre”

Il ministro dell’Istruzione illustra le linee guida “ispirate alla Costituzione”. Previste nei piani di studio 33 ore dedicate, ma la valenza sarà multidisciplinare. “C’è un cambio culturale: spero in un approccio non ideologico dell’opposizione”

Roma, 8 agosto 2024 – La Costituzione come stella polare, declinata nei molteplici ambiti del vivere civile di una comunità che si riconosce in una visione condivisa fondata sulla responsabilità individuale, sulla cultura del rispetto e della legalità a 360 gradi, sulla consapevolezza del valore del lavoro, dell’impresa e della proprietà privata, come espressione di libertà.

È questa la chiave di lettura della nuova educazione civica nelle scuole che partirà da settembre con le linee guida messe a punto dal ministro Giuseppe Valditara e inviate ieri al Consiglio superiore dell’Istruzione.

Il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara
Il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara

Ministro, qual è il fondamento delle nuove linee guida?

“La Costituzione. I valori costituzionali sono stati la nostra stella polare. E, dunque, abbiamo sottolineato innanzitutto la cultura del rispetto verso ogni persona, verso il compagno di classe, l’insegnante, le donne. Il rispetto delle regole come principio fondamentale. Il rispetto dei beni pubblici e dei beni privati. Da qui i valori di solidarietà, uguaglianza e libertà che sono connessi con la concezione personalista della nostra Costituzione. Da qui l’importanza di valorizzare i talenti di ogni studente. E, più in generale, da qui la funzionalità della società allo sviluppo di ogni individuo (e non viceversa) e il primato dell’essere umano su ogni ideologia”.

Cultura del rispetto e cultura della responsabilità.

“Certo. Non solo centralità dei diritti, ma anche centralità dei doveri. Con la consapevolezza che senza doveri non esistono diritti. Da qui la centralità della responsabilità individuale, con il rovesciamento della prospettiva in base alla quale si è sempre parlato di responsabilità sociale. Noi, invece, abbiamo voluto sottolineare il significato di quella individuale”.

Con quale proiezione nella dimensione collettiva?

“Quella della consapevolezza di appartenere a una comunità che ha una sua storia, suoi valori di riferimento, che sono in primo luogo quelli scritti nella Carta costituzionale. E questa comunità è proprio quella che la Costituzione definisce Patria”.

Qual è la declinazione dei principi nei molteplici ambiti?

“Prendiamo quello economico. Puntiamo a valorizzare l’importanza della crescita economica, contrapposta alla decrescita, nella consapevolezza che con lo sviluppo economico si icrea più benessere per tutti. E si possono ridurre le sacche di povertà. Tutto questo nel rispetto dell’ambiente e della qualità della vita”.

Come è affrontato il delicato capitolo del lavoro?

“Vogliamo fare in modo che i giovani si abituino a considerare il lavoro come un valore sin dalla scuola primaria. Dunque, la cultura del lavoro, ma anche quella dell’impresa. L’importanza dell’iniziativa economica privata e della proprietà privata come fattori di sviluppo, pilastri scritti nella nostra Costituzione e nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue, che considera la proprietà privata come espressione della libertà”.

La legalità che ruolo riveste?

"Prioritario. In passato, però, si faceva riferimento solo alla criminalità politica o alla lotta alla Mafia. Noi sottolineiamo con forza il valore della lotta alla Mafia, ma allarghiamo il concetto di legalità fino alla criminalità diffusa che tocca direttamente i cittadini, soprattutto quelli più fragili e indifesi. Educare alla legalità a 360 gradi”.

L’integrazione degli stranieri come è affrontata?

“L’educazione civica deve contribuire a una formazione volta a favorire l’inclusione degli alunni stranieri nella scuola e nella società italiana. L’educazione civica può supportare gli insegnanti nel lavoro dell’integrazione, producendo nei suoi esiti coesione civica e senso della comunità, evitando che anche in Italia si verifichino fenomeni di ghettizzazione urbana e sociale. La consapevolezza di appartenere a una comunità nazionale fondata su valori costituzionali renderà più facile l’integrazione”.

Su quali altri obiettivi di apprendimento puntate?

“Diamo specifica e rilevante importanza alla cittadinanza digitale. Ma anche all’educazione stradale, per avere rispetto della vita propria e degli altri. E analogamente all’educazione finanziaria, per valorizzare il risparmio e per tutelare il proprio patrimonio. Come, ancora, all’educazione alimentare e sportiva”. Quando parte la nuova educazione civica?

"All’inizio del nuovo anno scolastico. Ci saranno 33 ore l’anno specifiche di educazione civica, che però avrà anche una valenza generale e interesserà tutte le discipline. Gli obiettivi di apprendimento, quindi, entreranno trasversalmente in tutte le discipline”.

In che modo?

“I nuclei concettuali dell’insegnamento dell’educazione civica sono già impliciti nelle discipline previste nei diversi percorsi scolastici. Un solo esempio, l’educazione alla legalità e al contrasto alle Mafie si nutre non solo della conoscenza del dettato e dei valori costituzionali, ma anche della consapevolezza dei diritti inalienabili dell’uomo e del cittadino, del loro progredire storico, del dibattito filosofico e letterario”.

Si attende polemiche dell’opposizione?

“Queste linee guida si ispirano a due concetti, quello di ragionevolezza e quello di buon senso. La politica, anziché essere ideologica e manichea, deve confrontarsi con la realtà. Nel dibattito parlamentare sulla riforma degli istituti tecnico-professionali, per esempio, abbiamo visto invece che per le opposizioni non è così. Al recente G7 Istruzione di Trieste tutti hanno affermato che è fondamentale il rapporto tra scuola e impresa. Solo in Italia abbiamo un’opposizione che guarda in maniera ideologica a questo approccio”.

Si augura che, nel caso, non prevalga l’approccio ideologico.

“Credo che queste linee guida siano equilibrate e ragionevoli. Hanno un’impronta politico-culturale, come è giusto che sia. Ma è un taglio che penso possa essere condiviso da ogni persona di buon senso che non si ponga in maniera pregiudiziale”.