Roma, 19 aprile 2024 – Bari, la Puglia, la Sicilia, Avellino: si moltiplicano le inchieste giudiziarie e gli arresti per intrecci tra politica e malaffare. Siamo di fronte al riesplodere di una Tangentopoli del voto di scambio?
"Voto di scambio politico-mafioso, truffe, corruzione: la politica sta dando uno spettacolo impietoso – esordisce il leader dei 5 Stelle, Giuseppe Conte –. Questo frustra le speranze dei cittadini, che si allontanano dalla partecipazione. Mettiamoci nei loro panni. Quando sai che in campo ci sono acchiappavoti, clientele, voti di scambio e criminalità inizi a pensare che votare o partecipare in prima persona alla vita politica sia inutile se sei una persona perbene, che non ce la farai mai a far vincere le tue idee. C’è poi una cosa in particolare che davvero mi angoscia".
Quale?
"Come ai tempi di Mani Pulite, la classe dirigente del Paese rischia di perdere il treno di un radicale cambiamento, di una radicale bonifica della vita politica e delle sue regole del gioco. Questo treno lo sta perdendo per prima la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che non ha detto una parola su un suo esponente in Sicilia arrestato per voto di scambio politico-mafioso, che non fa dimettere i suoi ministri nemmeno di fronte a pesanti inchieste che riguardano truffe sui fondi Covid. Gli italiani hanno bisogno di segnali diversi e di tornare a credere nella politica: per questo in Puglia abbiamo lasciato posti in Giunta e incarichi dopo le inchieste su quel territorio e proposto un Patto per la Legalità. Noi proponiamo all’Italia e ai cittadini perbene un moto di riscatto e risveglio".
Che cosa fare e come intervenire?
"Bisogna innanzitutto stoppare il progetto del governo Meloni, che sta smantellando i presidi di legalità contro malaffare e corruzione. In Parlamento il M5s ha dovuto fermare una proposta del partito di Meloni che puntava a dare incarichi negli enti locali ai condannati per corruzione anziché attrarre le migliori competenze. Dobbiamo anche proteggere i fondi del Pnrr, i 209 miliardi che il M5s ha ottenuto in Europa con una grande battaglia politica. Contrasteremo con tutte le nostre forze i tentativi del governo Meloni di indebolire gli strumenti di controllo e protezione di quelle risorse. Bisogna, inoltre, tagliare nettamente i legami fra politica e affari privati dei politici. O fai il politico nell’interesse delle persone o fai i tuoi interessi privati. Abbiamo politici che collezionano la proprietà di giornali, altri che prendono soldi da Stati esteri. Non è possibile. Fermiamo questo declino, in Parlamento c’è la proposta a mia prima firma sul conflitto di interessi. È un’occasione da non perdere".
Quello che sta accadendo ha di fatto incrinato i rapporti tra voi e il Pd. A che punto siamo e quali sono le prospettive di ripresa del dialogo?
"Noi anche a Bari non abbiamo mai smesso di lavorare per l’unità, pretendendo però che al centro ci fosse un progetto serio e rigoroso. Di fronte alle tante inchieste di queste ultime settimane, non potevamo far finta di nulla, siamo inflessibili con il centrodestra che ignora e calpesta la questione morale e dobbiamo esserlo altrettanto anche quando queste inchieste toccano altri partiti con cui ci presentiamo in coalizione. Questo non è opportunismo o slealtà, come noti opinionisti e non solo continuano a ripetere, ma significa mantenere la barra dritta, rispettare e onorare i nostri principi e le nostre battaglie. Solo così si combatte l’astensione e si offre un’alternativa all’Italia rispetto al governo Meloni".
Vi accusano, però, di utilizzare le inchieste per qualche punto in più alle Europee.
"Questa accusa offende l’intera comunità dei Cinquestelle, che ha nel suo Dna i principi di legalità, lotta al malaffare, al trasformismo e al voto clientelare. Per noi parlano i fatti, le nostre battaglie in Parlamento e sui territori. Non è una questione di un punto in più o uno in meno, prova ne è il fatto che non abbiamo mai abbassato l’asticella e non abbiamo mai aperto le nostre liste ad ‘acchiappavoti’. Alle Europee puntiamo ad avere un numero di parlamentari che ci permetta di essere determinanti per poter costruire un’Europa più solidale, un’Europa che scelga di investire sul lavoro, sulla tutela dell’ambiente, sulle infrastrutture, piuttosto che sulle armi".
Motivo di distanza con il Pd è anche la politica estera.
"Ai cittadini va data una proposta credibile di cambiamento. Ecco perché i nodi su temi cruciali come la questione internazionale vanno affrontati, discussi e sciolti prima che si presenti l’ipotesi di governare insieme. Noi abbiamo avuto sempre una sola parola sulle crisi in Ucraina e Medioriente: potere alla diplomazia, cessate il fuoco e tutela dei civili, stop alla strategia delle armi a oltranza e dell’escalation militare. Non abbiamo mai registrato divisioni, siamo una comunità coesa che sin dal principio ha interpretato il dissenso dei cittadini contro le politiche belliciste in cui sta precipitando purtroppo anche l’Europa".
Arriviamo alle candidature per le Europee: su chi puntate?
"Abbiamo candidato Pasquale Tridico, che da anni ci sostiene con il suo lavoro accademico nella lotta contro la povertà e le disuguaglianze sociali; e Giuseppe Antoci, simbolo dell’antimafia, che mi piace definire ‘un eroe dei nostri tempi’, autore del Protocollo che impedisce che i fondi europei vadano nelle mani della criminalità organizzata. Nella circoscrizione Nord Est abbiamo candidato Ugo Biggeri, tra i fondatori di Banca Etica, che da sempre si occupa di temi come pace, finanza etica e transizione ecologica".