Sabato 15 Febbraio 2025
RAFFAELE MARMO
Politica

Giuseppe Conte (M5s): "Meloni non sta governando. La situazione è da allarme rosso"

"Nessuna misura per le famiglie in difficoltà, nulla per le nostre imprese in ginocchio. Per non parlare del fallimento delle politiche migratorie: hanno buttato 1 miliardo di soldi pubblici".

Giuseppe Conte, 60 anni, leader M5s

Giuseppe Conte, 60 anni, leader M5s

Roma, 14 febbraio 2025 – Giustizia, economia, riforme istituzionali, politica estera: sono tanti i fronti caldi del governo. Meloni regge o si sta incartando?

"Meloni semplicemente non sta governando – avvisa netto il leader dei 5 Stelle, Giuseppe Conte –. Nessuna misura per le famiglie in difficoltà, nulla per le nostre imprese in ginocchio, nulla per il carovita e il caro bollette. Per non parlare del fallimento delle loro politiche migratorie. Sono invece molto bravi nella propaganda, che però non può coprire l’incapacità di governare e l’incompetenza che stanno dimostrando".

Lo stato di salute dell’economia non è dei migliori, ma non sembra un’emergenza per gli italiani.

"Non è dei migliori? La situazione è da allarme rosso: la produzione industriale crolla ai livelli del Covid, c’è il boom della cassa integrazione, il record di poveri assoluti. Nel frattempo questo governo ha aumentato gli stipendi a ministri e sottosegretari e ha tagliato fino a 100 euro in busta paga ai redditi più bassi. Per questo l’altro giorno in Aula alla Camera abbiamo portato sui banchi del governo una bolletta della luce di 800 euro ricevuta da una pensionata disabile, perché si rendano conto dello tsunami che si sta per abbattere su famiglie e imprese".

Ritiene che le imprese dovranno fare i conti con una vera recessione?

"Meloni sta distruggendo il nostro sistema produttivo. Assistiamo al 23esimo mese di calo consecutivo della produzione industriale, con un record di -7,1% a dicembre, la produzione italiana è tornata ai livelli della pandemia. Solo che oggi non c’è il Covid a fermare la produzione, c’è l’incompetenza e la tracotanza di questo governo impegnato a difendere banche e industrie delle armi mentre il resto del Paese va a picco. Che cosa sta aspettando Meloni? È consapevole che con l’aumento dei costi dell’energia, stimata fino a 10 miliardi, imprenditori e artigiani rischiano di gettare la spugna?".

I dati Istat, però, indicano che l’occupazione è a livelli record.

"È l’unico dato a cui si aggrappano, prendendosi meriti che risalgono al 2021, ma è un dato assoluto che in realtà nasconde una situazione ben diversa. Fra gennaio e settembre 2024 quasi il 40% dei contratti attivati è stato part-time e sono aumentati i licenziamenti economici. La verità è che il loro Paese dei balocchi non esiste".

Un altro nodo critico è quello che riguarda le politiche migratorie.

"Meloni sta collezionando un fallimento dopo l’altro: abbandonato il blocco navale tanto evocato in campagna elettorale, si sono accorti che anche la soluzione dei centri in Albania è impraticabile. Hanno buttato dalla finestra 1 miliardo di soldi pubblici e hanno spostato 300 uomini delle forze dell’ordine dalle nostre città e quartieri per metterli a fare la guardia a edifici vuoti. Nel frattempo i migranti continuano a partire e a sbarcare in Italia".

L’immigrazione è diventato anche un altro capitolo dello scontro aperto tra politica e giustizia.

"È sbagliato parlare di scontro, piuttosto è in atto un furente attacco del governo alla magistratura. Meloni e la sua maggioranza si sentono intoccabili e al di sopra della legge: non è un caso che ora stiano provando a reintrodurre addirittura l’immunità parlamentare pre-Tangentopoli. Ma pensiamo anche alla stessa riforma della giustizia e a come stanno smantellando le intercettazioni, arma irrinunciabile per combattere la corruzione. Dal caso Santanchè all’indegna vicenda del libico Almasri stanno trasformando l’Italia nel Paese dell’impunità".

Il caso Almasri, però, è un caso di sicurezza nazionale.

"È una vicenda vergognosa, su cui il governo non ha ancora fatto chiarezza. Meloni, che non ha mai avuto il coraggio di metterci la faccia e di venire in Parlamento a riferire, deve ancora spiegarci perché lei che si definisce ‘donna, madre, cristiana’, ha permesso che un torturatore, accusato dei peggiori crimini, anche di stupri su bambini, venisse rimesso in libertà e rimpatriato in Libia, addirittura con un volo di Stato".

Nel frattempo sta cambiando anche lo scenario internazionale: come valuta il dialogo Trump-Putin?

"Per mesi Meloni ha continuato a dirci che l’obiettivo era la vittoria sulla Russia e ha portato avanti la strategia dell’invio di armi a oltranza all’Ucraina, mettendo in campo investimenti record in spese militari e facendo pagare le conseguenze economiche di questa guerra a cittadini e aziende. Il M5s invece ha sempre chiesto negoziati di pace con Italia ed Europa protagoniste e per questo siamo stati attaccati e accusati di essere filo putiniani. Ora il telefono con Putin lo alza Trump, con aperture ai negoziati, l’Europa senza un ruolo e l’Italia come sempre muta. Le carte le danno gli altri sulle nostre teste, i danni economici della strategia della guerra a oltranza sono tutti a nostro carico. Meloni dovrebbe chiedere scusa al Movimento e al Paese per questa sua strategia fallimentare".

La politica estera, però, vi divide anche dal Pd, che è stato sulla stessa posizione di Meloni.

"Esistono differenze anche fondamentali che non abbiamo mai negato. Il Pd ad esempio ha scelto il sostegno incondizionato anche militare all’Ucraina, mentre noi abbiamo sempre insistito perché la strada fosse solo quella dei negoziati di pace. Continuiamo comunque a dialogare e a portare avanti delle battaglie comuni, ognuno con la propria chiara identità".