Sabato 23 Novembre 2024
RAFFAELE MARMO
Politica

Giuseppe Conte: "Opposizione politica e sociale si saldano contro la manovra"

Intervista al leader del Movimento 5 Stelle: la premier ha tradito gli impegni, i poveri sono aumentati. "Con il Pd abbiamo ritrovato il dialogo, ma sulla politica estera restano le distanze"

Roma, 18 novembre 2023 – Cgil e Uil, 5 Stelle e Pd, sindacato e opposizione in piazza: un fronte unico contro il governo. Qual è il significato politico delle iniziative in campo?

"Per Meloni è suonata la campanella, la ricreazione del governo è finita – avvisa senza mezzi termini il leade.r dei 5 Stelle Giuseppe Conte – Le piazze di questi giorni confermano quel malcontento che avevamo già toccato con mano nella piazza M5s di giugno, quando ci siamo mobilitati contro chi condanna gli italiani alla precarietà a vita. Tremano i polsi a leggere il rapporto Caritas: quasi il 10% della popolazione è in povertà assoluta, oltre 14 milioni sono a rischio povertà ed esclusione sociale".

Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 stelle (Ansa)
Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 stelle (Ansa)

Sono percentuali che da più anni segnalano questa grave area di disagio sociale.

"Ma quale crescita e coesione sociale puoi garantire al Paese se anziché aumentare le misure di contrasto alla povertà fai cassa su chi ha poco o niente e togli il Reddito di cittadinanza a 400mila famiglie. Non solo. Su 4 persone in fila alla Caritas, una ha un lavoro povero. Parliamo di donne e uomini con stipendi da fame. Quando dice “no” al salario minimo, Giorgia Meloni pensa di fare un torto al M5s, in realtà schiaffeggia queste persone e compromette un armonico sviluppo del Paese".

La legge di Bilancio, in ogni caso, prevede interventi per i redditi medio-bassi.

"In realtà Meloni ha tradito i suoi impegni con il Paese, senza un briciolo di buon senso. Ha l’ansia di accreditarsi con alcune lobby anziché dare risposte ai veri “underdog” d’Italia: i cittadini che perdono potere di acquisto, i giovani, le donne. Mezzo milione di famiglie vede polverizzato oltre metà del proprio reddito dall’impennata dei mutui e Meloni non fa niente".

I margini di manovra sono stretti per lo stato dei conti pubblici.

"Sì, ci raccontano che la coperta è corta, ma la coperta è sempre calda per coccolare le banche che fanno extraprofitti miliardari e a cui il governo dice: se volete potete tranquillamente non pagare la tassa su questi incassi straordinari. E così abbiamo rinunciato ad almeno 2-3 miliardi. Lady Tax Meloni non lascia invece scelta ai normali cittadini: 2 miliardi di nuove tasse, con pesanti tagli alle pensioni. Ha trasformato medici e infermieri – gli eroi della pandemia – in bancomat del governo".

Il suo Movimento appoggia la mobilitazione, ma lei non era in piazza: c’è un motivo?

"Il sostegno alla battaglia contro la manovra di questo governo non si può ridurre alla presenza o meno in una piazza. Il Movimento 5 Stelle è al fianco di lavoratrici e lavoratori che sono scesi in strada per rivendicare il diritto a lavoro, stipendi e pensioni degne. Il governo, invece, sta cercando di nascondere una finanziaria lacrime e sangue: non permetteremo che facciano cassa su chi si spacca la schiena 24 ore al giorno".

C’è chi ipotizza che Landini abbia ambizioni politiche: non c’è confusione di ruoli?

"Anche i sindacati stanno inchiodando il governo alle sue responsabilità, tutelando il diritto al lavoro e mettendo nero su bianco le nefandezze della manovra. Nel Paese si stanno saldando l’opposizione sociale e politica a questo governo, perché le difficoltà sono diffuse e l’insoddisfazione è trasversale, ma si preferisce concentrare l’attenzione del dibattito sulle velleità personali dei leader: è un gioco a somma zero che non mi piace".

Anche per effetto delle iniziative in corso, sembra che il rapporto con Schlein e il Pd abbia un nuovo slancio. È così?

"Noi siamo sempre stati chiari: sui temi si costruisce l’intesa, non sui retroscena o le photo opportunity . Il salario minimo prima e le interlocuzioni su sanità e manovra poi dimostrano che non c’è nessuna pregiudiziale al dialogo, pur nel rispetto reciproco dei ruoli, senza fughe in avanti o pretese egemoniche. Il M5s ha un’identità sua, forte. Ha convinzioni che non sono merce di scambio per intese a tempo determinato o di basso conio. Non aspiriamo a gestire il potere, abbiamo un’ambizione ben più grande: trasformare il Paese".

A che punto sono i tavoli per le regionali e le amministrative?

"Abbiamo davanti sfide importanti nei prossimi mesi nei territori e in centinaia di comuni. Ma l’approccio del M5s è sempre lo stesso: dove ci sono convergenze politiche forti sui temi non esitiamo a contrastare, anche in alleanza, le politiche disastrose del centrodestra. A questi tavoli arriva un M5s sempre più forte e rappresentativo dei bisogni più sentiti nei territori, perché possiamo contare su 220 gruppi territoriali".

Certo è che su capitoli delicati come la politica estera e le spese militari, restano le distanze con i dem.

"È un dato di fatto. Noi su questi temi abbiamo tenuto la barra dritta. La pace, in Ucraina come in Medio Oriente, ha bisogno di coraggio: le frasi di circostanza è bene lasciarle al governo Meloni, che preferisce farsi dettare la linea da Washington e portare l’Italia lontano dal suo tradizionale attivismo per i negoziati e la pace. Proprio questa settimana al question time alla Camera abbiamo chiesto al ministro Tajani che cosa stia facendo l’Italia per un impegno vero per il cessate il fuoco in Medio Oriente e abbiamo chiesto di verificare che l’Italia dopo lo scoppio del conflitto abbia sospeso e revocato le forniture di armi a Israele, come facemmo noi per Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Hamas va neutralizzata, ma non al prezzo della carneficina in atto di migliaia e migliaia di civili palestinesi".