Roma, 5 gennaio 2024 – Giuliano Amato lascia la presidenza della cosiddetta Commissione algoritmi, istituita lo scorso ottobre dal Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria (DIE) per valutare i rischi e le opportunità che l'applicazione dell'intelligenza artificiale può avere nel mercato dell'editoria e sul giornalismo. L'ex premier ed ex presidente della Corte Costituzionale lo annuncia in un colloquio con il Corriere della Sera. "È una commissione della presidenza del Consiglio, e visto che la mia nomina non risulta essere un'iniziativa della presidente del Consiglio lascio senz'altro l'incarico", spiega Amato. Che poi commenta: "Peccato, ci perdono qualcosa... Ma a me semplificherà la vita".
Le parole di Meloni e la replica di Amato
Ieri, durante la conferenza stampa di fine anno posticipata, la premier Giorgia Meloni lo aveva tirato in ballo dichiarandosi "basita dalle dichiarazioni che riguardano il tema della Corte Costituzionale". "Il Parlamento – che oggi ha una maggioranza di centrodestra deve nominare quattro giudici della Corte Costituzionale – e quindi c'è un rischio di deriva autoritaria? Non credo che si possa dire che se una maggioranza di centrodestra esercita le stesse prerogative che la sinistra ha esercitato - senza guardare in faccia nessuno - questo possa essere considerato una deriva autoritaria", aveva detto la presidente del Consiglio.
Affermazioni alle quali, però, Amato replica oggi. "Io non ho assolutamente parlato dell'elezione dei giudici della Corte. Ho evidenziato un altro problema, come sa chi ha letto davvero l'intervista – puntualizza –. Ho parlato dell'accoglienza delle decisioni della Corte, chiunque l'abbia eletta, e ad oggi in Italia non è mai stata la presidente del Consiglio a porre questa questione. Hanno cominciato altri esponenti della sua maggioranza, ma non lei". Quanto al suo riferimento alla Polonia, dove l'esecutivo ha impedito la pubblicazione di una sentenza della Corte Costituzionale, "ho pure detto che da noi quello che è accaduto lì ora è inconcepibile – spiega ancora Amato –; certo potrebbe accadere perché non c'è nulla che lo impedisca, ma ora è ritenuto inconcepibile".
Barachini: "Andremo avanti"
Intanto, in una nota, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'informazione e all'editoria, Alberto Barachini, fa sapere di aver preso atto delle dimissioni di Amato. Ma con la Commissione "andiamo avanti – dice – con rinnovata determinazione nel lavoro intrapreso, consapevoli di quanto sia cruciale il settore dell'informazione e della necessità di indagare l'impatto dell'intelligenza artificiale su ogni suo aspetto portando alla luce opportunità, rischi, delineando perimetri etici e possibili sinergie a tutela dell'occupazione e del diritto d'autore"." Rinnovo la mia stima e la mia fiducia nei Commissari che già da martedì prossimo, 9 gennaio, cominceranno a stendere la prima relazione da consegnare al premier Meloni che ha individuato nell'intelligenza artificiale una delle priorità della Presidenza italiana del G7", conclude.
Padre Benanti nuovo presidente
Barachini ha quindi annunciato il nuovo presidente: padre Paolo Benanti, professore della Pontificia Università Gregoriana, è l'unico italiano membro del Comitato sull'intelligenza artificiale delle Nazioni Unite. “In questi mesi di lavoro ho potuto conoscere la sua competenza e il suo equilibrio – dice sempre il sottosegretario –. Per questo sono onorato che abbia accettato l'incarico. Torniamo a lavoro dopo le feste natalizie con fiducia”.
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