Giovedì 21 Novembre 2024
Antonella Coppari
Politica

Giuli nel mirino di FdI, ma la premier è con lui

Ansia per le rivelazioni di Report, tremano i vertici del dicastero. Il ministro nega frizioni con il governo: “Chiacchiericcio mediatico, vado avanti”

Roma, 24 ottobre 2024 – Dentro FdI non ce n’è uno che non adori Alessandro Giuli, almeno stando alle dichiarazioni rilasciate ieri. E, guarda caso, sono proprio di quelli sospettati di avere dei conti in sospeso con il ministro della Cultura: “Non c’è nessuno scontro fra noi. Io ho grande stima da sempre per lui”, assicura il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari.

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Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli durante il Question Time al Senato

“Ho la massima fiducia in Giuli”, sottolinea Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura della Camera che usa toni distensivi anche verso la sorella Antonella, che lavora all’ufficio stampa della Camera, con cui mercoledì ha avuto un diverbio in Transatlantico. “È un’ottima professionista”. E il responsabile dell’organizzazione di FdI, Giovanni Donzelli dice: “A me interessa solo come valorizzerà il nostro patrimonio culturale”.

Insomma, una venerazione di massa. La realtà è un po’ diversa; non che i colpi sparati su Francesco Spano mirassero solo a lui: il capo di gabinetto, ex consulente legislativo del gruppo Pd alla Camera e attento ai diritti Lgbtq+ creava un problema di per sé a un partito che non è né di sinistra né attento a quei diritti. Ma almeno una parte di quei colpi miravano proprio a Giuli.

Secondo le voci che sfuggono alla ferrea consegna del silenzio arrivata da Palazzo Chigi, c’è chi è irritato perché – appena nominato – ha fatto fuori Francesco Gilioli, figlio dell’apparato di partito e vicino al presidente del Senato, Ignazio La Russa; c’è chi ce l’ha con il ministro perché dopo aver cacciato un fedelissimo, l’ha sostituito con Spano fedele sì, ma a Giuli non alla linea che, per i tricolori che si riconoscono nell’ortodossia di Fazzolari, è delitto di lesa maestà. C’è il mondo cattolico di destra (in cui spicca Provita e Famiglia) di cui Alfredo Mantovano è capofila che non apprezza certo la visione neopagana, agnostica, dannunziana del ministro. E poi c’è chi vorrebbe stare al suo posto: da Mollicone all’ex ministro Sangiuliano.

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Lui, Alessandro Giuli, scrolla le spalle: “Non c’è nessun caso Giuli, è ampiamente sopravvalutato il legittimo chiacchiericcio mediatico; c’è un rapporto di concordia con la maggioranza e la volontà di andare avanti”. Per poi cavarsela con una classica perla del suo lessico alla presentazione della rivista della Biennale di Venezia: “La creatività nasce dal liquido amniotico”. Molti nemici, ma un’amica potente anzi onnipotente, Giorgia Meloni. È stata lei a volerlo, è lei che lo blinda anche se il suo appoggio si è un po’ raffreddato negli ultimi giorni.

L’intera vicenda l’ha indispettata: ce l’ha con tutti, anche con la Rai: “Meno male che è TeleMeloni – dicono nel suo giro – domenica si vota in Liguria e andrà in onda su Report anche un servizio sul candidato di centrodestra, Marco Bucci”.

Tant’è: di buon mattino la premier ha sentito al telefono Giuli: un colloquio necessario non solo a far il punto sulla vicenda ma anche per capire come andare avanti. Non significa che ci sia aria di addio, anche perché la seconda sostituzione nel ministero in un mese sarebbe un guaio gigantesco. Di dimissioni si parlerà solo se le nuove rivelazioni di Report, delle quali si riescono a sapere solo le mezze frasi sibilline rilasciate dal conduttore, Sigfrido Ranucci: “Oltre quello su Spano, c’è un altro servizio che riguarda Giuli: mostreremo alcune cose che ha fatto in passato, come ha gestito il Maxxi e il suo ruolo in questo secondo caso Boccia. Chi non lo ama in FdI lo amerà ancora di meno dopo domenica”.

Se fosse una vera bomba le dimissioni tornerebbero in ballo. Anche in caso contrario però è probabile che il ministro debba decidersi a fare quello che non ha voluto fare appena insediato: mediare con la struttura di partito. L’esito della trattativa si capirà quando nominerà un nuovo capo di gabinetto. Ma è improbabile che stavolta non scelga qualcuno di meno inviso ai potenti ras di FdI: gira il nome della moglie del deputato tricolore Luca Sbardella.