Domenica 24 Novembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Giuli: “Io di destra per pedigree, mio nonno ha fatto la marcia su Roma. L’imitazione di Crozza? Mi fa più giovane”

Il ministro della Cultura a tutto campo: “Non ci sarà discontinuità con Sangiuliano. La laurea? Un progetto nato quando ero presidente del Maxxi. Il frazionismo un tratto distintivo della sinistra”

Brucoli (Siracusa), 6 ottobre 2024 – Dal "pedigree" di destra all'imitazione di Crozza che "mi fa più giovane", dal raduno della Lega a Pontida alla necessità di nascondere di essere laureando. Il ministro della Cultura Alessandro Giuli parla un po' di tutto all'iniziativa di Fratelli d'Italia a Brucoli, in provincia di Siracusa. "Perché sono diventato di destra? È stato naturale. Era nel pedigree. Ho avuto un nonno monarchico e da parte paterna un nonno che ha fatto la marcia su Roma, che ha portato la famiglia a Salò. E anche un padre che ha lavorato nel sindacato della destra sociale, insomma tutto il pedigree", dice rispondendo alle domande che gli pone il giornalista Pietro Senaldi.

Giuli descrive "il clima a Palazzo Chigi buono, molto meglio di quanto pensiate e di quanto pensassi". Quanto alla Lega che oggi si è ritrovata a Pontida, dice: "L'Italia è una indivisibile, su questo mi pare che fa fede la Costituzione. Tutto il resto è materia di negoziato su cui peraltro pende ovviamente un ragionamento, una valutazione. Ma mi pare evidente che i presupposti fondamentali non cambieranno mai".

Alessandro Giuli, ministro della Cultura (ImagoE)
Alessandro Giuli, ministro della Cultura (ImagoE)

Giuli chiarisce che la missione del suo ministero "non è, e non lo è mai stata, quella di rappresentare la cultura di destra". È ovvio che per tanti anni si è depositata una coltre di silenzio, di diffidenza, perché la storia del cosiddetto catto-comunismo italiano ha fatto sì che la spartizione delle sfere di influenza consentisse a larga parte delle classi dirigenti di sinistra di occupare posti strategici quando la Dc ha occupato posti di potere strategici – continua –. Ma questo appartiene al passato. La logica del rancore? Anche basta. Non c'è niente da recriminare ma da essere attrezzati". Poi promette che "non ci sarà discontinuità rispetto a Sangiuliano", indicando però delle priorità. "Punteremo sulla rigenerazione culturale delle periferie italiane" e, visto che "l'Italia è un paese in cui ci sono più libri che lettori", "premieremo chi incoraggia la cultura – dice –. E quindi, il nostro obiettivo è di favorire le biblioteche". Un sistema premiante che sarà tale anche per il cinema. “Chi lo sa fare non ha alcunché da temere – rimarca – . L'idea è di rendere più semplice e trasparente l'accesso al credito. Dobbiamo evitare che cittadini pensino: superbonus, reddito di cittadinanza cinematografica. Non esisteranno privilegi".

Giuli dice la sua anche su quanto sta avvenendo nelle opposioni con il naufragio del campo largo. "La sinistra si sta spaccando sulla Rai, posto che i 5stelle siano di sinistra, perché il frazionismo è un tratto distintivo della sinistra, che appena può si divide", commenta, ricordando il "legame inscindibile tra la Rai a e la politica". "Paradossalmente ci ho lavorato quando c'era al governo Renzi ovvero la maggiore occupazione della Rai", aggiunge. Al ministro poi viene chiesto un parere su Roberto Saviano, considerato uno degli intellettuali di riferimento della sinistra. “Saviano ha scritto un libro di successo e coraggioso che lo obbliga a vivere una vita infernale e sotto scorta – commenta – . Altro è il giudizio che si dà sulla letteratura di Saviano e sul modo a volte non del tutto composto con cui esercita il suo legittimo diritto di critica. Una cosa è avere oggettivamente una vita complicata sotto scorta e chi vive in queste condizioni avrà sempre indulgenza da parte mia. Altro è pensare che questo modo di vivere assegni il diritto di dire qualsiasi cosa". Poi manda "un mondo di auguri a Nanni Moretti, che incontro dal pasticcere, lui prende il cappuccino con la Sacher". Quanto all’imitazione di Maurizio Crozza? "È ben fatta, sembra più giovane di me ci guadagno qualche anno", dice.

Giuli racconta anche che la "laurea è un progetto che nasceva da presidente del Maxxi", ma "mi sono ritrovato nella surreale condizione di voler nascondere il fatto che mi stavo laureando", quindi "lode ai giornalisti che hanno trovato notizia". "Poi c'è stata una contestazione – aggiunge – ma è lecito sbagliare a quell'età ed alzarsi tardi. Quando ho fatto l'esame non c'era un contestatore, ma sono arrivati dopo la colazione". Sull'esame, in cui ha preso trenta, il ministro rivela che "il professore Gaetano Lettieri mi ha torchiato", ma che "la lode sarebbe stato un elemento sovrabbondante".