Giovedì 26 Dicembre 2024
COSIMO ROSSI
Politica

Giudici sotto attacco: "L’Italia sa badare a sé". Mattarella gela Musk

La premier: "Ascoltiamo sempre con rispetto le parole del presidente". E in serata il tycoon torna all’attacco: sui magistrati ha ragione Giorgia.

La premier: "Ascoltiamo sempre con rispetto le parole del presidente". E in serata il tycoon torna all’attacco: sui magistrati ha ragione Giorgia.

La premier: "Ascoltiamo sempre con rispetto le parole del presidente". E in serata il tycoon torna all’attacco: sui magistrati ha ragione Giorgia.

"L’Italia è un grande Paese che sa badare a se stesso nel rispetto della Costituzione". Nessuno quindi si sogni di mancare di rispetto alla "sovranità" nazionale e impartire "prescrizioni". Risponde così il capo dello Stato, Sergio Mattarella, alle esuberanti ingerenze di Elon Musk nella politica e l’ordinamento istituzionale nazionali a proposito di migranti e azione della magistratura. "These judges need to go (Questi giudici se ne devono andare)", aveva detto il magnate hi-tech e spaziale riguardo il caso migranti in Albania. E in serata il tycoon tornerà all’attacco, ritwittando il commento dell’opinionista olandese di destra, Eva Vlaardingerbroek, secondo cui "Meloni ha ragione e il fatto che i giudici del tribunale di Roma ritengano di essere al di sopra del governo e del processo democratico è una follia".

Il Quirinale, in ogni caso, sceglie parole che non potrebbero essere più attinenti alla funzione, sancita dall’articolo 87 comma primo della Costituzione, per strigliare il potente tycoon che sussurra da più vicino di tutti all’orecchio del riconfermato presidente Donald Trump e affiancherà (esternamente) la sua amministrazione dal dipartimento dell’Efficienza, di fatto una commissione alla spending review.

È soppesato in ogni lettera e virgola il comunicato con cui Mattarella ovvia all’increscioso silenzio del governo di Giorgia Meloni: che prima ascolta "con rispetto" e poi fa prendere le parti del Colle al sottosegretario Giovanbattista Fazzolari. "L’Italia è un grande Paese democratico e devo ribadire, con le parole adoperate in altra occasione, il 7 ottobre 2022 (quando il Colle, dopo la vittoria di Meloni alle elezioni politiche respinse le preoccupazioni espresse dalla Francia, ndr), che sa badare a sé stesso nel rispetto della sua Costituzione – si legge nella nota del Colle –. Chiunque, particolarmente se, come annunziato, in procinto di assumere un importante ruolo di governo in un Paese amico e alleato, deve rispettarne la sovranità e non può attribuirsi il compito di impartirle prescrizioni". Un saggio di diplomazia, severità e dignità istituzionale e soprattutto nazionale.

Il capo dello Stato parla a suocera, Musk, perché nuora, Meloni, intenda. Sulla "sovranità" e la dignità nazionale il Quirinale non ammette esitazioni. Mattarella, del resto, è anche il capo della magistratura, contro cui si è scagliato il magnate sudafricano. Plaudono le opposizioni, a cominciare dal Pd, che puntano il dito proprio sulla mancata rivendicazione di sovranità da parte del governo. Che rimane in un silenzio interlocutorio e imbarazzato dall’ingerenza di Musk: condivisa in sostanza, ma deprecata nella inutile ingerenza.

È un fatto però, e un sospetto del Colle, che Meloni stia ricalibrando il proprio posizionamento il relazione alla vittoria di Trump. Difatti non è piaciuta per nulla la blanda nota con cui palazzo Chigi ha dichiarato di ascoltare "sempre con grande rispetto le parole del Presidente della Repubblica". Un silenzio considerato sospetto e strategico dal Colle, nonostante da Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli si spertichi a condividere fin nelle virgole le parole di Mattarella. Difatti il governo ha dovuto far apprezzare le parole del Capo dello stato al sottosegretario Fazzolari, per dire che "l’Italia sa badare a se stessa" e "non ci servono ingerenze straniere di altri governi".

Ma le elezioni americane hanno cambiato lo scenario. La premier conservatrice che si poneva come mediatrice con le destre europee, all’insegna soprattutto della fedeltà atlantista nella guerra contro la Russia di Putin – di cui Mattarella teme una propensione imperialista verso l’est europeo –, adesso è consapevole di essere il referente privilegiato della prossima amministrazione americana per cui, secondo alcuni critici, si è risolta sin troppo tardi a tifare.