Giovedì 25 Luglio 2024
VIVIANA PONCHIA
Politica

Giornalista aggredito. Filma i saluti fascisti alla festa di Casa Pound. Inseguito e picchiato

Andrea Joly, cronista de La Stampa, ha ripreso gli inni al duce in strada. La premier Meloni: è un atto di violenza inaccettabile e da condannare. Due identificati. Il plauso del ministro Piantedosi alla Questura.

Giornalista aggredito. Filma i saluti fascisti alla festa di Casa Pound. Inseguito e picchiato

Giornalista aggredito. Filma i saluti fascisti alla festa di Casa Pound. Inseguito e picchiato

Era mezzanotte, passava di lì per caso e gli è venuto istintivo riprendere la scena con il cellulare. Cantavano ‘Faccetta nera’, si scambiavano il saluto fascista. Nell’aria calda galleggiava la puzza dei fuochi d’artificio appena sparati, il culmine dei festeggiamenti per i 16 anni dell’Asso di Bastoni, la casa di Casa Pound. Piccolo particolare: senza quel vizio un giornalista è zoppo. Però quando esercita la sua curiosità, come in questo caso, rischia di rovinarsi la serata o peggio.

Andrea Joly ha 28 anni, è originario di Asti e lavora come cronista a La Stampa. Proprio non ha resistito. I fumogeni e il resto meritavano di essere immortalati in quella zona remota di San Salvario dove si trova "l’unico pub non conforme a Torino", "il migliore e il più odiato" secondo le recensioni, "tanta birra e tanta gentilezza se sei libero da pregiudizi". Lui non ne ha, o almeno li tiene alla larga dal mestiere. Si mette a filmare, viene notato da due militanti: "Sei dei nostri? Cos’è ‘sto video? Dacci il cellulare".

Cercano di prendergli il telefono, pretendono che venga cancellato tutto. Andrea capisce che la faccenda sta prendendo una brutta piega e prova ad allontanarsi, ma viene inseguito e atterrato, preso a calci e pugni come mostra un altro video girato da un balcone. Una coppia di residenti nel quartiere assiste alla scena dall’alto: "Inneggiavano al Duce, lo hanno rincorso e picchiato mentre la gente dalle finestre gridava fascisti di merda".

Inviti spaventati a lasciarlo stare, a chiamare la polizia. La festa del circolo non è presidiata, forze dell’odine non se ne vedono. "Erano su di giri e carichi di adrenalina – riferiscono i testimoni –. Gli sono stati addosso fino quando qualcuno nel locale li ha richiamati. A quel punto lo hanno rialzato di peso per spostarlo in un angolo e concludere la loro azione". L’Asso di Bastoni è frequentato da simpatizzanti e militanti di estrema destra. "Sei appassionato dell’epoca del fascismo? È il posto adatto per finire meglio un giorno da leoni che cento da pecora". "Buona birra, cultura, informazione, bella gente e ospitalità. Se sei stufo di stare in mezzo a sballati di vario genere o da hogandipendenti, questo è il posto che fa per te".

Sul pestaggio di sabato notte la Digos ha avviato accertamenti e identificato due degli aggressori, militanti di Casa Pound. Ai militari è arrivato il plauso del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: "Sono grato alla Questura di Torino per aver tempestivamente identificato due individui fortemente sospettati di essersi resi protagonisti dell’aggressione al giornalista della Stampa. Nel nostro Paese, tanto più con il nostro Governo, non ci sarà mai spazio per la violenza di qualsiasi matrice, soprattutto se perpetrata con finalità discriminatorie o ai danni di soggetti fragili o di chi svolge particolari e fondamentali funzioni". Si profila una denuncia per lesioni personali collegate all’aggravante del reato commesso "per agevolare l’attività di organizzazioni, associazioni o movimenti o gruppi che abbiamo tra i loro scopi la discriminazione o l’odio etnico, nazionale, razziale o religioso".

I titolari del locale hanno messo le mani avanti: "Non si è identificato, ed è caduto da solo". C’è il video dell’aggressione, e le colpe rimbalzano sull’aggredito. In una nota dall’Asso di Bastoni insistono: "Ieri centinaia di persone hanno partecipato alla festa dei 16 anni del circolo in un clima di festa e senza alcun tipo di tensione. Durante una foto di gruppo, è stata vista una persona fare foto e video ai presenti, tra cui anche dei minorenni con i genitori, e gli è stato chiesto chi fosse. Questa persona, apprendiamo solo dai giornali essere un giornalista, non si è identificata in nessun modo come tale, ma ha anzi spintonato dei ragazzi. Poi si è messo a correre ed è caduto. Una scaramuccia di 20 secondi seguita dall’intervento di alcuni associati per riportare la calma".

Immediata l’indignazione della politica, a cominciare dalla premier Meloni: "Un atto di violenza che condanno con fermezza. L’attenzione del governo è massima e ho chiesto al ministro dell’Interno Piantedosi di essere aggiornata sugli sviluppi del caso". Schlein e Conte parlano di "clima di impunità" con "rischio di derive antidemocratiche". Entrambi chiedono al governo di intervenire e di sciogliere le "organizzazioni neofasciste".

Sulla stessa linea anche il portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Avs Angelo Bonelli, che sottolinea come sia "inaccettabile che nel 2024 ci siano ancora gruppi neofascisti che agiscono impunemente". "Atti di violenza e intimidazione, con l’aggravante di essere compiuti allo scopo di comprimere la libertà di stampa, non sono e non possono essere tollerati", dice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva. "Quanto accaduto chiama in causa il ministro dell’Interno e la presidente del Consiglio perché l’aggressione a un giornalista è una minaccia alla libertà dell’informazione", dichiara Osvaldo Napoli, della segreteria nazionale di Azione. Lo sdegno però non riguarda solo le opposizioni, anche Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega esprimono vicinanza al cronista e stigmatizzano l’episodio.