Massimiliano Mingoia
Milano, 29 settembre 2015 - RIVENDICA l’identità di Forza Italia, lancia un appello alla società civile e sottolinea l’importanza della sfida delle comunali di Milano del 2016. Mariastella Gelmini, parlamentare e coordinatrice lombarda di FI è reduce dalla tre giorni di Calvagese chiusa dalla «ridiscesa in campo» di Berlusconi.
FI ha ritrovato il suo leader? «FI ha da sempre un leader ma è stata molto penalizzata in questi ultimi anni dall’uso politico della giustizia: Berlusconi non ha potuto dedicare al partito lo stesso tempo che Renzi e Salvini dedicano al Pd e alla Lega».
Basterà il ritorno di Berlusconi in tv per far risalire FI? «Questo sicuramente farà molto bene a FI e al centrodestra».
Il leader azzurro ha annunciato un rinnovamento del partito. In che cosa consisterà? «Berlusconi è assolutamente consapevole dei suoi anni ed è il primo che si vuole far carico di un ricambio generazionale. Ma chi si candida alla sua successione deve dimostrare di essere in grado di reggere il confronto. Mi vien da ridere quando qualche esponente del centrodestra dice ‘Berlusconi è il passato’ e vuole prendere le distanze da lui. Tentare di archiviare Berlusconi non è una scelta vincente. Le mosse di Mario Monti e del Ncd lo dimostrano. Il percorso da fare è un altro».
Quale? «Berlusconi intende valorizzare i giovani di FI, gli esponenti della società civile e le molte risorse presenti nel partito».
Molti imprenditori non sembrano disponibili a scendere in campo con FI. «Sono spaventati e sfiduciati. Non se la sentono di fare un passo avanti, anche per il trattamento che ha subito Berlusconi. Noi, invece, dobbiamo trovare persone che abbiano il coraggio di farlo. La politica non deve aver paura della società civile. La società civile, però, non si deve limitare a parlar male della politica».
La Lega di Matteo Salvini, intanto, contende la leadership del centrodestra a Berlusconi. «Tra i partiti del centrodestra ci deve essere una sana competizione, soprattutto sui contenuti, ma nessun contrasto. Questo non è il momento delle primarie e della scelta del leader, ma dell’unità e dell’allargamento del centrodestra. Non dobbiamo contenderci il 30-35%, ma rivolgerci al 50% degli astenuti».
FI e Lega, però, su alcuni temi la pensano diversamente. «È vero. Noi siamo critici con la Ue, ma profondamente europeisti e non puntiamo a uscire dall’euro perché a pagarne il prezzo sarebbero gli imprenditori. Condividiamo con la Lega, invece, le battaglie contro la legge Fornero, gli studi di settore e la proposta sulla flat tax».
La prossima sfida è Milano. Berlusconi ha detto che in settimana ci sarà il candidato sindaco. «Su Milano non possiamo sbagliare. La decisione deve essere il frutto di un’intesa tra Berlusconi e Salvini. Non deve prevalere l’egoismo di partito, ma dobbiamo andare oltre la coalizione aprendo alle liste civiche».
Meglio un candidato della società civile o un politico? «Bisogna scegliere una persona in grado di vincere».