Sabato 5 Ottobre 2024
ELENA G. POLIDORI
Politica

Gasparri e la manovra: "Ma quali prelievi forzosi. E Mediaset non fa politica, Striscia attaccò anche me"

L’ex ministro FI: ai tempi della mia riforma della tv mi contestavano sempre "Sulla legge di Bilancio stiamo andando più spediti di quanto non fosse previsto. Prima di noi le leggi venivano approvate ’salvo intese’ e riscritte settimane dopo"

Il senatore Maurizio Gasparri (ImagoE)

Il senatore Maurizio Gasparri (ImagoE)

Roma, 28 ottobre 2023 – Senatore Maurizio Gasparri, Forza Italia, l’accordo sulla manovra c’è o non c’è?

"È ovvio che il testo finale dovrà vederlo il vicepremier Antonio Tajani, ma mi dicono che la Manovra sarà in Parlamento lunedì o martedì e fino a quel moemto saranno possibili ritocchi. Siamo più avanti, come tempi, di quello che pensavamo. E sicuramente siamo lontani da chi approvava i provvedimenti ’salvo intese’, con testi che prendevano corpo settimane dopo. Insomma, tutto nella norma".

Eppure la storia del prelievo sui conti correnti stoppato da Meloni ha un suono sinistro

"La storia dei conti correnti non è mai esistita. Ho parlato con il viceministro Leo (è mia usanza prima informarsi poi parlare) e mi ha confermato che non c’è mai stata l’idea di un prelievo inconsapevole dal conto corrente, non siamo davanti ad un ’Amato bis’".

E allora cos’è?

"Si utilizzano nuove tecnologie per agevolare la chiusura di alcune posizioni. Diciamo che è più vicina alla rottamazione che non a quel prelievo. Cioè, se devi pagare dei soldi che non hai contestato e che non hai impugnato, che stanno lì, grazie a questi meccanismi si facilita l’incasso. Se non ti sei avvalso delle possibilità di contestazione, allora agiscono così. La Meloni ha fatto un post per chiarire. Non c’è mai stata una possibilità di prelievo inconsapevole rispetto al contribuente".

Ma l’Agenzia delle entrate dovrebbe almeno avvertire, no?

"Eh no, così uno fa sparire il conto corrente… Non stiamo parlando di cose contestate, ma di cose incontestate. Ripeto, nessun prelievo inconsapevole e non è quello che è apparso, ma è bene che ci sia chiarezza".

Pensioni: una sconfitta della Lega?

"Due questioni. Uno può avere tante legittime aspirazioni di cambiamento, ma con questa situazione generale è impossibile agire. Ricordiamoci che in passato le crisi petrolifere sono state determinate dall’instabilità in Medio Oriente e dunque, Dio non voglia, la situazione della nuova guerra si dovesse inasprire potremo trovarci in una situazione simile. E dunque, in questo contesto, possiamo dire che le cose si fanno nelle circostanze date e le circostanze attuali sono difficili".

La questione numero due?

"Il dato demografico: invecchiamento della popolazione, allungamento dell’età media della popolazione, basso numero di nascite, se quelli che prendono la pensione vivono sempre più a lungo e quelli che pagano i contributi sono sempre di meno, qui uno può fare carte false, ma sarebbero davvero false se non tenessero conto di questo. Salvini ha tutto il diritto di arrabbiarsi, ma deve tenere conto di questo. Per Forza Italia la priorità non è mai stata la Fornero bensì l’aumento delle pensioni minime degli anziani, a cui questi 100 euro in più vanno dati ora, non tra dieci anni, col rischio che nel frattempo siano morti".

I malumori dentro Forza Italia per alcune norme che colpirebero interessi della famiglia Berlusconi sarebbero alla base delle uscite di Ricci contro Meloni, via Giambruno. C’è aria pesante tra voi e FdI?

"Racconto un aneddoto: quando ero ministro delle Comunicazioni, nel 2003, varai la legge che è ancora oggi in vigore, la Gasparri, sul sistema tv. Ricci mi insultò, via ‘Striscia la notizia’, mandando in onda mezz’ora di insulti di Grillo contro di me. Di certo io non ero contro Mediaset e non gradii l’uscita di Ricci, ma mi dissero che era incontrollabile. Devo escludere che all’epoca tutti gli editori si fossero messi d’accordo per colpirmi via Ricci. Diciamo che sono cose che capitano per chi ha una vita pubblica".

E sulla questione banche?

"Mediolanum non c’entra nulla, noi abbiamo contribuito a rivedere quella norma non perché colpiva Mediolanum ma perché avrebbe colpito le piccole banche e soprattutto molte banche del territorio, quelle di Credito Cooperativo sarebbero state messe in crisi da un intervento sbagliato. Era nata male, è stata corretta il giorno dopo".

Ci sono aspetti della manovra che potrebbero compromettere la coesione interna della maggioranza?

"Lo escludo del tutto. C’è un tale mandato elettorale del Paese una tale mancanza di alternative che lo ritengo impossibile".