Catanzaro, 13 gennaio 2025 – E’ morto a 82 anni il fondatore di Potere Operaio, Franco Piperno. Era malato da tempo. Originario di Catanzaro, si è spento oggi a Cosenza, dove era stato ricoverato qualche giorno fa in seguito a un malore. Domani alle 10 la camera ardente.
Il ‘68 e il rogo di Primavalle
Intellettuale acuto, docente universitario, è stato anche assessore comunale a Cosenza all'epoca in cui era sindaco Giacomo Mancini, ex segretario nazionale del Psi. Espulso 25enne dal Partito Comunista fu il leader del Sessantotto romano. Il suo nome è legato a vicende storiche della sinistra extraparlamentare, di cui fu ideologo. Si parlò di lui per il presunto coinvolgimento nel Rogo di Primavalle del 1973, attentato con due morti nell’omonimo quartiere di Roma, per cui sono stati condannati membri di Potere Operaio. Piperno ha sempre sostenuto di essere stato informato solo un mese dopo i fatti dell’accaduto, insieme agli altri vertici del partito, tra cui c’erano Toni Negri e Oreste Scalzone.
Il rapimento Moro
Nel ‘78 si adoperò per tentare una mediazione tra il governo e i brigatisti per la liberazione del Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, cercando sponda in Amintore Fanfani.
Come altri esponenti del cosiddetto marxismo operaista, l’anno seguente fu accusato di essere fiancheggiatore del partito armato e processato per associazione sovversiva: in quegli anni alla sbarra finirono diversi membri del partito, nel frattempo diventato Autonomia Operaia, che si riteneva fosse il volto legale terrorismo rosso delle BR.
La latitanza in Francia
Piperno scappò in Francia, dove grazie alla dottrina Mitterand restò come rifugiato politico. Per l’Italia era latitante. A Parigi insegnò all'ateneo 'P.M.Curie' a Parigi, prima di riparare in Canada. Quando tornò in Italia nel 1990 la pena di due anni era stata prescritta.
Dichiarazioni controverse
Personaggio controverso, viene ricordato per alcune sue espressioni che hanno suscitato perplessità per non dire indignazione come quando, in un’intervista del 2008, parlò dei brigatisti come persone “ottime moralmente, anche se hanno ucciso”. La loro sarebbe stata una “morale di guerra”. “Ci sono persone che vanno a bombardare una città e sono considerate degli eroi”, spiegò al programma televisivo Controcorrente di SkyTG24. In un’editoriale al Quotidiano del Sud descrisse l’11 Settembre come un “evento dalla bellezza sublime”.
Ricercatore alla Sapienza, ha insegnato Fisica all’Università della Calabria, è stato professore al Politecnico di Milano e all’università dell’Aquila. All'elezione del presidente della Repubblica il 9 maggio 2006 ottenne due voti durante il secondo scrutinio.