Sabato 12 Ottobre 2024

Francesco Spano e lo ‘scandalo Unar’, chi è l’uomo che Pro Vita vuole fuori dal MiC

Vice-capo di gabinetto scelto da Giuli, nel 2017 era direttore dell’Ufficio antidiscriminazioni del governo Gentiloni. “Finanziò con 55mila euro un'associazione LGBTQ che praticava prostituzione e scambismo. Peggio del caso Boccia, perché il centrodestra lo ripesca?”. Ma Spano fu scagionato dalle accuse. La replica del neo ministro: “E’ bravo, non mi confronto con i fanatici”

Francesco Spano è stato segretario generale della Fondazione MAXXI  (Ansa)

Francesco Spano è stato segretario generale della Fondazione MAXXI (Ansa)

Roma, 12 ottobre 2024 – La nomina di Francesco Spano a vice-capo di gabinetto del neo ministro Alessandro Giuli è “più grave del caso Boccia”. L’attacco non viene da sinistra ma dall’associazione ‘’ che ha lanciato una raccolta firma per chiedere l’allontanamento del funzionario dal MIC (ministero della Cultura). “Esprime una visione e cultura politica che dovrebbe essere distante anni luce da quella del Governo attuale”, puntualizza Antonio Brandi, presidente della Onlus antiabortista che, com’è noto, promuove la famiglia tradizionale. In poche ore sarebbero state raggiunge già 10mila firme. 

Chi è Francesco Spano, il presunto ‘scandalo’ Unar

Ma chi è Francesco Spano? Direttore dell’Unar (Ufficio antidiscriminazioni razziali della Presidenza del Consiglio) con il governo Gentiloni, Spano si dimise nel 2017 dopo un video mandato in onda dalla trasmissione Le Iene in cui si accusava l’ente di aver finanziato un’associazione gay dedita alla prostituzione maschile.  

Riepiloga – a suo modo – lo ‘scandalo’ del 2017 proprio Pro Vita. L’Unar “aveva finanziato con 55mila euro un'associazione LGBTQ, di cui lo stesso Spano sarebbe stato socio, accusata di praticare nei propri circoli prostituzione, scambismo e promiscuità sessuale di ogni genere, tra ‘dark room’ e ‘glory hole’”. 

Scagionato dalla Corte dei conti

Avvocato, classe 1977, nato a Pisa, ha insegnato a Siena e Tor Vergata. E’ stato in passato collaboratore di Giuliano Amato, prima di approdare alla Fondazione MAXXI in cui ha ricoperto il ruolo di segretario generale a più riprese e dove ha conosciuto Giuli che del Maxxi era presidente. Esperto di dialogo interculturale e interreligioso, è stato consulente per il Pd in merito a questioni di immigrazione, pari opportunità, e tutela delle minoranze.  

Ai tempi della vicenda Unar Spano disse di non spiegarsi come fosse intestatario della tessera dell’associazione Lgbt finita nel mirino e rivendicò di aver “sempre agito nella correttezza”. L’assegnazione di quei fondi era regolare – spiegò  –, frutto di una procedura “trasparente”. E poi si trattava solo di un primo bando, per cui i soldi furono solo “assegnati” e mai “erogati”. La Corte dei conti gli diede ragione di fatto smontando un anno dopo le accuse e negando ogni illiceità nell’ormai noto bando. 

Pro Vita: “La sua nomina più grave del caso Boccia”

Antonio Brandi in ogni caso non ci sta. Spano ora è rientrato “nella compagine del governo guidato da Giorgia Meloni, che all'epoca dei fatti non solo pretese le dimissioni di Spano, ma chiese giustamente la chiusura dello stesso Unar”. La sua nomina è “politicamente più grave e imbarazzante” del caso di Francesca Boccia, l’influencer legata sentimentalmente al ministro Sangiuliano  – il predecessore di Giuli – e da lui promossa a consigliere per i Grandi Eventi. Una vicenda che ha portato alle dimissioni dello stesso Sangiuliano. “Se in quella circostanza si trattava di fatti privati – sottolinea Brandi – qui siamo di fronte alla deliberata promozione, da parte di un Ministro di centrodestra, di un funzionario espressione di una visione e cultura politica che dovrebbe essere distante anni luce da quella del Governo attuale. Sconcerta pensare che il centrodestra abbia bisogno di pescare la propria classe dirigente nel campo avverso, per di più proprio in ambito culturale, già storicamente colonizzato da ideologhi di sinistra”. 

Il ministro: “Non mi confronto con i fanatici”

Il ministro Giuli non si sarebbe fatto scalfire dagli attacchi di Pro Vita. "Spano è bravo – avrebbe replicato secondo quanto riferisce Huffington Post – non importa cosa faccia nella vita privata. Non mi confronto con chi ha pregiudizi fondati su fanatismi religiosi”.