Roma, 13 settembre 2024 – Ha innescato una reazione a catena l’immagine di Silvio Berlusconi postata dall’ex fidanzata Francesca Pascale con tanto di messaggio “Silvio ci manchi” all’indomani del caso Boccia-Sangiuliano. “L'ho fatto in modo abbastanza frivolo, non credevo di suscitare così tanta critica. Mi ha fatto piacere ma significa anche una cosa ben precisa: probabilmente Berlusconi fa sentire la sua mancanza". Spiega Pascale, intervistata da Lilly Gruber a “Otto e mezzo'”, in onda su La7.
“Con quel post irriverente – prosegue Pascale – intendevo dire che l'attuale governo non è bravo nemmeno a commettere gli errori di Berlusconi”. Poi l’affondo sulla premier. “Nonostante Meloni non scenda nei sondaggi, quell'elettorato di destra si sta stancando ad ascoltare cose che agli italiani tutti non interessano. Di Boccia non mi sono fatta un'idea ben precisa, non mi appassiona”.
Passando poi dal gossip all’aspetto più pragmatico, l’ex fidanzata di Berlusconi avanza un dubbio. “Mi chiedo: se l'incarico fosse andato in porto questo caos mediatico sarebbe nato? Non conosco bene la vicenda ma questo mi lascia pensare. La signora Boccia fa la sua strada, non mi sento di giustificarla né di infierire ulteriormente su Sangiuliano, anche io in passato ho subito sciacallaggio mediatico e non lo auguro a nessuno. Della vicenda quello che mi piacerebbe sottolineare è la morale, l'ipocrisia di una certa destra abbastanza feroce che spesso usa la doppia morale strumentalizzando uno dei temi più importante dell'Italia, cioè la famiglia tradizionale", ha aggiunto Pascale.
In risposta a chi associa il caso Sanguiliano agli scandali del Cavaliere, Pascale ribadisce: "Non vedo somiglianza tra gli scandali di Sangiuliano e quelli di Berlusconi, ma neanche tra gli altri scandali italiani. Mi sorprende che una donna al potere e al governo si comporti come un uomo. Di fronte ad una vicenda come quella di Sangiuliano lei sta dalla parte dell'uomo, anche se è una sua persona di fiducia. Non riesce ad ascoltare entrambe le voci e avere una posizione meno partitica. Piuttosto che continuare a fare campagna elettorale è venuto il momento di iniziare governare e a parlare per tutti. Giorgia Meloni ha un profilo che posso solo rispettare, ma il fatto di essere donna non le dà il diritto di essere la più brava dei presidenti del consiglio. Di lei mi deludono i suoi tre valori fondamentali Dio, patria e famiglia che puntualmente disonorano. Un Dio che amano soltanto quando serve per vessare la comunità omosessuale ma mai ascoltato quando serve accogliere qualcuno in difficoltà. Quale patria? Quella che il suo amico Orban ha offeso chiamandoci tutti delinquenti? Della famiglia non si è capito quale modello bisogna rispettare, se quello con l'amante nel cassetto perché sei potente o se finalmente ognuno di noi può avere il suo modello di famiglia ed essere rispettato", ha concluso.