Roma, 26 ottobre 2023 – “Non trasformeremo questa legge di Bilancio in un suk". Tommaso Foti, presidente dei deputati di Fratelli d’Italia, è netto: "Abbiamo assunto l’impegno di non presentare emendamenti e lo rispetteremo. Ovviamente, se il governo ritiene di integrare alcune parti, potrà farlo".
Pensa che una manovra fatta per tranquillizzare l’Europa e i mercati possa piacere agli elettori del centrodestra?
"Io penso che non solo i nostri elettori, ma nessun italiano faccia il tifo per avere una manovra che blocca il Paese, impedisce di avere i conti in ordine, e rischia di farci sottoporre a procedure europee".
Gli italiani capiranno anche la stretta sulle pensioni?
"Iniziamo a smitizzare questa stretta. Intanto, i pensionati hanno una rivalutazione dell’assegno. A seconda degli scaglioni, si va dal 100% per le pensioni minime e via a scalare".
E chi pensava di lasciare il lavoro prima? Il governo ha di fatto eliminato la flessibilità.
"Le pensioni vanno anche pagate: in Italia c’è un problema di curva demografica. Il principio su cui si basava il sistema pensionistico era una piramide con una grossa base di lavoratori, e un più ristretto vertice di percettori. Nel momento in cui diminuiscono le contribuzioni dei lavoratori, ma si allarga la platea dei percettori, dobbiamo mantenere in equilibrio il sistema".
Riscoprendo la legge Fornero? È arrivato il momento di chiedere scusa alla ministra di Monti come dice Calenda?
"Intanto, vorrei far presente a Calenda che tra il Bagaglino e i Palazzi dove si fanno le leggi la differenza c’è. Comunque, l’intervento del governo non è sovrapponibile con la riforma Fornero: dobbiamo pensare anche alle pensioni dei giovani".
Nel frattempo, viene aumentata l’Iva su prodotti per bambini: non doveva essere una manovra per la famiglia?
"E lo è. Premesso che il taglio dell’Iva non ha funzionato lo scorso anno, grazie al miliardo stanziato la famiglia ha un bel pacchetto di iniziative: incremento del supporto per le rette di asili nido, un ulteriore intervento a favore dei congedi parentali, la decontribuzione delle lavoratrici con figli, l’esclusione dei titoli di Stato in calcolo Isee. A queste vanno aggiunte le misure sociali come il bonus elettrico per il primo trimestre del 2024 o il taglio del cuneo fiscale".
Molti però lamentano carenza di misure per la crescita...
"Forse il modo più semplice per far aumentare la crescita è non mettere norme vincolanti e asfissianti che la impediscono. Dopo di che c’è pure una quota di soldi del Pnrr da spendere".
Giorgia Meloni dice che la maggioranza è compatta. Marina Berlusconi sostiene d’aver sempre stimato la premier. L’incidente Giambruno è chiuso?
"Invece di creare casi di natura dietrologica, io valuto i voti parlamentari, vero termometro delle tensioni. Non mi pare di aver notato in questi giorni voti in dissenso. Consiglierei a coloro che tutte le mattine si alzano e sperano che il governo Meloni cada, di farsene una ragione. Per altri quattro anni saranno delusi".
Ammetterà che tensioni fra FI e FdI ci sono state.
"La legge di Bilancio è stata approvata in un Consiglio dei ministri lampo. Poi è chiaro che su alcuni temi ci sia una dialettica. La differenza tra il centrodestra e la sinistra è che il centrodestra non è una caserma".
Finché era vivo Berlusconi l’interesse di Mediaset è stato un po’ la stella polare del governo. È ancora così?
"Non mi pare che ci sia mai stato un governo di centrodestra che abbia avuto come stella polare la difesa di Mediaset. Vorrei invece ricordare che fu Massimo D’Alema, quando era presidente del Consiglio, a dire che Mediaset era un’impresa italiana che dava lavoro a tante persone, e sbagliava la sinistra a fare la guerra".
È vero o è un’invenzione giornalistica che Meloni ha dato indicazione che nessun dirigente di FdI vada nei talk show di Mediaset?
"Non mi permetto mai di rettificare ciò che si scrive: ognuno ha le sue fonti. Ma la fonte migliore sarà accendere la tv e vedere se nei talk di Mediaset si registreranno queste assenze. Io penso di no".
A proposito di Forza Italia: nella riforma della giustizia ci sarà la separazione delle carriere oppure no?
"Le riforme della giustizia non si potranno fare tutte insieme perché mentre vi sono interventi che si fanno con leggi ordinarie, la separazione delle carriere richiede un ddl costituzionale".
Lei è favorevole alla separazione?
"È scritta nel programma".
E l’autonomia di Calderoli va bene così come è?
"Sì. Abbiamo fatto ciò che la sinistra prima ha approvato a poi non ha mai definito. Calderoli ha indicato un percorso, poi sarà il Parlamento ad approvare le intese Stato-Regioni".
Che fine ha fatto la riforma istituzionale?
"Verrà presentata non appena in Parlamento ci sarà spazio".
Ci sarà l’elezione diretta del premier in questa legislatura?
"Spero di sì, ma la risposta la daranno gli italiani, perché probabilmente non potremo evitare il referendum ".
Perché non cercate un terreno di confronto con l’opposizione? Sul salario minimo non si è persa un’occasione?
"Non capisco perché dovremmo cercare un confronto su quel terreno quando l’opposizione ci ha messo dieci anni per trovare un accordo sul valore orario del salario minimo".
Nessun dialogo dunque?
"Penso che la politica estera possa essere un ambito più utile: in ballo non ci sono opzioni politiche, ma il collocamento dell’Italia nel quadro atlantico".
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